PUSHER A SAN LORENZO, OTTO SEGNALAZIONI IN SETTE MESI, MA SALVINI NON E’ INTERVENUTO
“DENUNCE IGNORATE, FORSE AVREMMO POTUTO SLAVARE DESIREE”: LA DENUNCIA DEGLI ABITANTI
Almeno otto segnalazioni in sette mesi.
Denunce puntualmente presentate al tavolo per la sicurezza dei municipi del centro di Roma, coordinato dalla Prefettura. Il tutto senza alcun effetto visibile.
L’ultima riunione si era svolta proprio pochi giorni prima della morte di Desirèe Mariottini, avvenuta nella notte fra giovedì e venerdì. Una zona franca, nel cuore della Capitale, cui il Municipio II di Roma — che si estende dall’universitaria San Lorenzo fino agli altolocati Parioli — voleva porre fine.
Il primo di questi verbali è stato consegnato alle forze dell’ordine riunite il 12 aprile. Nel testo, dettagliati, venivano descritte le situazioni “di grave pericolo per la sicurezza dei cittadini” e la pericolosa assenza di interventi di bonifica seguenti gli sgomberi periodicamente effettuati.
“Tutte denunce ignorate” arriva oggi a dire, con una certa rabbia, l’assessore municipale all’Ambiente, Rino Fabiano. Una situazione di completa anarchia in un ex complesso abbandonato che si estende fra via dei Lucani, via di Porta Labicana e lo Scalo San Lorenzo.
“Se si fossero prese anche solo in considerazione le nostre denunce, magari avremmo potuto salvare una giovane vita”, attacca Fabiano. Eppure, quel gigantesco complesso post-industriale, presidiato solo da un carrozziere, un ombrellaio e un locale piuttosto noto fra gli universitari, da anni è meta e riparo di una sub società fatta di sbandati, senzatetto e spacciatori soprattutto di crack, eroina e “pasticche”.
In gran parte africani, ma non solo: ultimamente vi si erano trasferiti anche alcuni “sbandati” fra quelli che abitavano un edificio del quartiere periferico di Tor Cervara, sgomberato nei giorni scorsi dal Comune su ordine della Prefettura.
Un luogo che, secondo fonti investigative, la povera Desirèe aveva già frequentato in passato.
Quella notte, secondo la ricostruzione degli inquirenti, c’erano almeno una decina di persone insieme alla 16enne di Cisterna di Latina. Sei di loro, una “amica” conosciuta proprio lì settimane prima — quella che ha chiamato due volte il 118 da un telefono pubblico a tragedia già consumata — un’altra giovane italiana e quattro ragazzi africani, sono stati interrogati ieri presso la sede della Questura di Roma. Due di loro sono stati fermati con l’accusa di omicidio, violenza sessuale di gruppo e cessione di sostanze stupefacenti.
Sulla morte per overdose non sembrano esserci dubbi (saranno gli esami tossicologici a definire quali sostanze abbiano ucciso la ragazzina), il rapporto sessuale completo c’è stato, mentre gli abusi secondo le stesse fonti potrebbero essere stati consumati quando Desirèe non era già più cosciente.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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