QUANDO SALVINI VOLEVA LA LEGALIZZAZIONE DELLA CANNABIS
FIGLIO DI FAMIGLIA BENESTANTE, MEDIE DAI PRETI, BOY SCOUT COME RENZI, A 18 ANNI FREQUENTA IL LEONCAVALLO, POI LA TRASFORMAZIONE IN COMUNISTA PADANO E INFINE IL SALTO A PROIBIZIONISTA
C’è stato un tempo in cui Matteo Salvini, oggi segretario della Lega Nord, era favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere.
Era il 1998, 18 anni fa.
Al giornale il Sole delle Alpi l’allora leader dei “Comunisti padani” diceva: “Noi ci rapportiamo alle tematiche classiche della sinistra, dalla forte presenza statale alla liberalizzazione delle droghe leggere”.
Allora era statalista e non federalista, per la liberalizzazione degli spinelli e non per la loro proibizione.
Non a caso, da buon figlio di famiglia benestante (il padre era dirigente d’azienda, con seconda casa a Recco, in riviera) era un assiduo frequentatore del centro sociale milanese Leoncavallo che, si capisce, non era proprio un salotto di trinariciuti reazionari.
Anzichè laurearsi – dopo le Medie dai preti e relativa frequentazione della parrocchia dei Santi Narbore e Felice, dove aveva debuttato come boy scout come Renzi, e il liceo classico al Manzoni , penso’ bene di piantare le tende alla Facoltà di Storia, raccogliendo il record di 14 anni fuoricorso.
A vent’anni (1993) entra in Consiglio comunale, rimanendoci per diciannove primavere di fila e trova finalmente uno stipendio, l’equivalente di 800 euro il mese.
A Palazzo Marino arrivò il primo Sindaco leghista della storia milanese, Marco Formentini e Salvini divenne in poco tempo “il suo pupillo”, anche se in via Bellerio non se lo filava nessuno.
Per farsi notare senza dimenticare le sue origini da sinistrorso barricadero, oltre l’orecchino alla Vendola , nel 1997, fondò i “Comunisti padani”, corrente che gli permise di entrare nel “Parlamento della Padania”, una assemblea separatista formata da 200 leghisti in cui tutte le “varie anime della Lega” erano rappresentate, come ha raccontato a Rivista Studio l’ex Presidente federale della Lega Angelo Alessandri.
Raccolse una percentuale quasi da prefisso telefonico, ma cominciò così la scalata alle poltrone che lo porterà ad assommare anche gli stipendi da parlamentare europeo e italiano.
Poi un’altra giravolta e la svolta a destra: addio indipendenza della Padania e federalismo e diventa lepenista più di Marine.
E dall’ auspicare la liberalizzazione delle droghe leggere eccolo diventare proibizionista quando ancora nell’autunno del 2014, Salvini si era detto possibilista sulla legalizzazione durante un’intervista su La7.
Legalizzare le droghe leggere? «Parliamone» aveva dichiarato alla trasmissione “Coffee Break”.
Adesso invece la sua Lega ipotizza addirittura una “rivoluzione antropologica” che agisce “per disarticolare i nessi e i legami della nostra idea di comunità ” e di una “provata escalation” che inizia con le droghe leggere e si conclude con la “dipendenza da droghe pesanti, come l’eroina.
Quanto tempo è passato da quel lontano 1998… del Matteo leoncavallino e comunista padano rimane un ricordo sbiadito, come la rara foto che pubblichiamo.
Come rimane ben poco della coerenza di un opportunista politico che ha cambiato “pelle” ogni qualvolta poteva trarne vantaggio.
Uno dei tanti bluff della politica italiana che solo una destra in disfacimento ideale può ergere a riferimento.
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