QUI FORZA ITALIA, BERLUSCONI DELUSO PER PAVIA: “BASTA CON LE LITI INTERNE”
SI PENSA AL DOPO ELEZIONI: “CON LA LEGA FUNZIONA”… IL VOLTO NUOVO ROMIZI CONQUISTA PERUGIA
«Fino a oggi mi sono morso la lingua per evitare danni ai ballottaggi. Ma da oggi la priorità sarà chiuderla con questa storia delle liti interne. In un modo o nell’altro. Perchè questi dissidi ci fanno perdere voti di sicuro».
All’una di notte, Silvio Berlusconi e quelli della sua cerchia ristretta invocano un time out.
Qualcuno si lascia scappare che «poteva andare molto peggio». Qualcun altro esalta «l’asse con la Lega» ma ricorda che alla fine «abbiamo vinto solo dove c’erano i candidati di Salvini». Altri ancora segnalano che «contro il Pd in molte città sembra che i grillini abbiano votato per noi (Potenza e Perugia) mentre i nostri hanno votato per i grillini (Livorno)».
Il resto, e cioè la maggioranza, rimanda ogni commento a stamattina.
Perchè quello che l’ex premier e i suoi hanno davanti agli occhi in piena notte è un puzzle di cui è difficilissimo comporre i pezzi.
A Pavia c’è il tonfo di Alessandro Cattaneo, che solo qualche settimana fa era stato elevato al rango di dirigente nazionale di Forza Italia.
Al contrario, a Padova il leghista Massimo Bitonci rovescia il risultato del primo turno e sottrae al centrosinistra la giunta comunale.
A Bergamo, invece, l’asse col Carroccio si sbriciola, e a sorridere è Giorgio Gori. Mentre a Perugia, inaspettatamente, il centrodestra si presenta a un improvviso appuntamento con la storia e conquista col giovanissimo Andrea Romizi la roccaforte rossa da sempre.
Carta che vince, carta che perde. Gioie inaspettate da un lato, dolori cocenti dall’altro. Il tutto così, in una rapida sequenza che vede il fronte berlusconiano lasciarsi scappare Biella e Vercelli, Verbania e Cremona, e – dall’altro lato – conquistare Potenza (grazie ai voti del M5S) recuperando quasi trenta punti.
Senza dimenticare che a Cesano Boscone, uno dei posti che suo malgrado l’ex Cavaliere frequenta di più, alla fine la spunta il Pd.
«Questo voto dimostra che c’è bisogno di facce nuove», dicono nella cerchia ristretta di Berlusconi segnalando l’ecatombe di molti sindaci che si fermano al primo mandato.
Ma basteranno il miracolo padovano e l’impresa perugina per risollevare l’umore dell’ex Cavaliere? Difficile dirlo. «Dobbiamo ricompattare il partito», è l’ordine di scuderia che da domattina partirà da Arcore.
Fuor di metafora, insomma, l’ex premier ha intenzione di prendere di petto la voragine interna che s’è aperta dopo il consolidamento dell’area che fa capo a Raffaele Fitto.
Ha due date cerchiate in agenda, Berlusconi.
La prima è il 10 giugno, e cioè domani, quando andrà in scena un ufficio di presidenza di Forza Italia che all’ordine del giorno, però, ha solo questioni di bilancio.
Il timore è che gli uomini dell’ex governatore pugliese, pronto a volare a Bruxelles dopo il bagno di preferenze del 25 maggio, possano provocare in extremis un confronto sulle primarie.
«E questo va evitato a tutti i costi», è l’adagio più gettonato tra i berlusconiani ortodossi.
Ancora più complicata, almeno per il momento, è la «pratica» del 17 giugno, venerdì, quando a Napoli sono (ancora) in programma due manifestazioni contrapposte.
Nella prima, quella «ufficiale», sfileranno Toti, il coordinatore regionale De Siano e – chissà – magari anche Francesca Pascale.
Nella seconda, che era stata organizzata prima, il protagonista sarà Fitto, che ringrazierà i suoi elettori.
Ieri pomeriggio, qualcuno ha lasciato intendere all’ex Cavaliere che, alla fine, l’eurodeputato pugliese avrebbe fatto marcia indietro. E, in effetti, dal partito campano è partito un pressing all’indirizzo di Fitto perchè rinunciasse alla sua kermesse.
Fatto sta che l’ex governatore – raggiunto al telefono da un amico – ha chiarito che «no, per adesso nessuna marcia indietro, sto avendo le conferme dai pullman che verranno alla mia iniziativa che infatti, al momento, è confermata».
Possibile che il mister preferenze del Sud Italia aspetti un gesto del «Presidente» per bloccare la sua iniziativa? Possibile.
Perchè, in caso contrario, venerdì a Napoli andrebbero in scena le prove generali di un qualcosa che assomiglia tanto a una scissione.
Tommaso Labate
(da “il Corriere della Sera”)
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