QUOZIENTE INTELLIGENZA: IL SORPASSO DELLE DONNE SUGLI UOMINI
MA LA VERA CONQUISTA E’ POTERLO DIRE
Le donne più intelligenti degli uomini?
Se dovessimo ragionare in termini di “guerra tra i sessi”, lo studio sul QI realizzato da James Flynn darebbe ragione a chi, da tempo, si batte per il riconoscimento della superiorità femminile.
Le donne sono da sempre le migliori. Solo che per secoli non hanno avuto la possibilità di mostrarlo. Scienza docet.
Peccato che la scienza abbia spesso preteso l’esatto contrario.
E che ancora nel 2005, una ricerca della Manchester University mostrasse che il QI maschile fosse in media più alto di 5 punti di quello femminile.
Peccato soprattutto che, ancora oggi, si strumentalizzi la scienza per mostrare la presunta superiorità di un sesso sull’altro, invece di cercare di capire in che modo si possa eventualmente sviluppare l’intelligenza di un essere umano, poco importa se uomo o donna.
Perchè ormai sono tanti i ricercatori che lo riconoscono: l’intelligenza non è qualcosa di statico.
Il QI umano evolve, cresce o diminuisce a seconda degli stimoli dall’esterno o, per dirla in termini filosofici, a seconda del “riconoscimento” che ci viene dato fin dalla più tenera età .
Certo, anche per l’intelligenza, come per le caratteristiche fisiche, esiste una base genetica.
Ma è sempre e solo all’interno di un contesto socio-culturale che il QI aumenta o si atrofizza.
Come poteva una donna nel passato mostrare le proprie capacità , consolidarle e svilupparle quando non poteva far altro che accettare di essere un “angelo del focolare”?
Oggi, la condizione femminile è notevolmente cambiata.
E anche se resta ancora molto da fare, sono sempre più numerose le donne che occupano posizioni di rilievo e di responsabilità .
Esattamente come gli uomini.
Perchè allora affidarsi alla scienza per rivendicare una superiorità di cui, in fondo, non si ha alcun bisogno?
Quando usciremo dalla “guerra dei sessi” per cooperare tutti insieme, donne e uomini, alla costruzione di una “società decente”, come scrive il filosofo israeliano Margalit, in cui nessuno si senta umiliato?
Michela Marzano
(da “La Stampa”)
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