RENZI A CACCIA DI FACCE NUOVE PER LE LISTE
CERCA PROFESSIONISTI E IMPRENDITORI….RIVIDO TRA I PARLMENTARI: “STANNO ARRIVANDO I CURRICULA”
Un brivido scorre lungo la schiena di parecchi parlamentari del Pd. In un capannello si sente: “L’hai saputo del casting? Al Nazareno stanno arrivando i curricula per fare le liste”.
Gli astanti annuiscono: “Stavolta quello fa una strage delle correnti”.
Dietro il termine, un po’ dispregiativo, di casting si nasconde, ma neanche tanto, un’operazione politica drastica. Che è già in atto, anche se mancano diversi mesi alle elezioni.
Il presidente del Pd, Matteo Orfini va dritto al punto, senza tante perifrasi: “Abbiamo detto che vogliamo fare un grande Pd. Bene, per costruirlo occorre essere generosi. Questo significa che non partiamo dalla tutela degli equilibri interni, ma dal coinvolgimento di pezzi di società . Qualcuno lo chiama casting? Io lo chiamo inclusività “.
Ecco. Su questi “pezzi di società ” Renzi ha già iniziato a mettere la testa per realizzare quella che, un po’ pomposamente, al Nazareno chiamano “macronizzazione”: tanta società civile, “strage” appunto delle correnti. I numeri aiutano a comprendere l’entità dell’operazione.
Se il Pd raggiungesse oggi il 28 per cento — ed è una cifra considerata ottimistica — sarebbero eletti alla Camera 180 deputati, ovvero un centinaio in meno rispetto al gruppo eletto nel 2013 che si giovò anche del premio di maggioranza della legge elettorale di allora.
In caso di 25 per cento, gli eletti sarebbero 140 circa, di cui cento “fortunati” saranno blindati nei posti bloccati. Per gli altri una lotteria.
Fonti degne di questo nome raccontano che, al momento, le quote fissate, tra i cento, sono: una manciata di parlamentari dati a Orlando e Franceschini — cinque e cinque — e gli altri, una novantina, divisi tra volti nuovi e fedelissimi da tutelare.
E se il grosso della “selezione” avverrà col famoso giro in treno di Renzi a settembre, alla ricerca di “energie nuove”, è anche vero che la ricerca è già iniziata.
Ed è incentrata, per un partito che ha prosciugato le casse sulla campagna referendaria, soprattutto su professionisti e imprenditori, la famosa “Italia che lavora e produce” di cui parlava Berlusconi.
A questo stanno lavorando, in gran segreto, nel giro stretto del segretario. A partire dalla fondazione Eyu, del tesoriere Francesco Bonifazi, nata come uno strumento di fundraising e diventata uno snodo fondamentale per capire il potere renziano.
Ad esempio il terminale politico del gruppo è quel Giacomo Filibeck, segretario aggiunto del Pse, che ha giocato un ruolo determinante nella “cacciata” di Massimo D’Alema dalla Feps.
E non è sfuggito, a proposito di relazioni e di caccia ai volti nuovi, il ruolo affidato a Benedetta Rizzo, nella nuova segreteria del Pd. Donna di comunicazione ai vertici della società Hdrà e professionista delle relazioni sin dai tempi in cui animava Vedrò, vanta il perfetto curriculum dell’headhunter e comunque ha più contatti e relazioni trasversali di parecchi dirigenti del Pd. Un’agenda buona per riempire di volti nuovi le liste.
Insomma, sono questi i referenti perfetti qualora un imprenditore alla ricerca di seggio volesse un contatto col giro del segretario. Il quale non farà neanche tanta fatica a togliere di mezzo un bel po’ di parlamentari, applicando alla lettera lo statuto che prevede il limite di tre mandati.
E applicato finora in modo estensivo, come limite di “tre legislature” (quindici anni di parlamento, per intenderci).
Qualche deroga sarà evidentemente concessa ai ministri e al premier uscente, ma già applicandolo ai parlamentari se ne depennano più di una cinquantina dalle liste. I più colpiti sono proprio quelli di Andrea Orlando e Dario Franceschini.
A quel punto, ha già fatto capire Renzi, al loro posto si selezionerà non col bilancino ma seguendo altri criteri.
Più di parlamentare di lungo corso in questi giorni ha suonato l’allerta a Franceschini: “Dario occhio, quello alla fine proverà a non ricandidare neanche te”. Per la prima volta l’ex segretario, entrato in Parlamento nel 2001, ha pensato che l’allerta ha un fondamento. Perchè l’aria che tira è questa.
(da “Huffingtonpost”)
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