RENZI-MONGOLFIERA: UN PALLONE GONFIATO IN GIRO PER L’ITALIA, TOUR AMARO AL SUD
TRA BALLE PLANETARIE E CONTESTAZIONI A NAPOLI, REGGIO CALABRIA, GELA E TERMINI IMERESE
L’ottimismo di Renzi non fa breccia nel Meridione. Dopo i messaggi positivi, i sorrisi e i selfie dai cantieri dell’Expo di Rho, il presidente del Consiglio visita il sud a tappe forzate.
Quattro soste tra Napoli, Reggio Calabria e la Sicilia alla vigilia di Ferragosto ma ad accoglierlo non trova l’ottimismo che lui stesso non manca di dispensare nelle sue uscite pubbliche. Tutt’altro.
Piccole contestazioni a Napoli, un sit-in davanti alla Prefettura di Reggio Calabria, gli operai dell’Eni a Gela, altre piccole manifestazioni a Termini Imerese.
Un puzzle di piccole contestazioni che sommate rendono amaro il viaggio al sud di Matteo Renzi.
Che il suo tour non sarebbe stato rose e fiori, il premier lo ha capito appena arrivato alla Città della Scienza di Bagnoli, a Napoli, distrutta in parte da un incendio doloso lo scorso anno.
Lì ha trovato due lavoratori dei Consorzi unici di Bacino che si sono arrampicati su una gru. I lavoratori lamentano il mancato pagamento di 22 mensilità .
Un altro manifestante, invece ha messo in scena una protesta più forte: ha un finto cappio intorno al collo per dimostrare la propria condizione senza lo stipendio.
Ma non c’erano solo gli operai davanti all’ingresso della Fondazione Idis di Bagnoli: alcuni manifestanti dell’associazione Terra dei Fuochi hanno esposto striscioni con scritto: “Capitan Schettino ha affondato una nave, Renzi affonda l’Italià ; ‘Gli 80 euro non ci sono, se li sono ripresi con aumenti e tasse’; ‘I politici ci mettono la faccia, i cittadini ci mettono il c…’..
Il premier continua però a di ripetere il liet motiv degli ultimi giorni, soprattutto dopo la diffusione dei dati Istat che hanno certificato la recessione dell’economia italiana: “Stop alla cultura della rassegnazione, il governo non scappa”. E intanto twitta: “Bagnoli. Accordo per oltre trenta milioni sulla Città della scienza. Punto sui fondi comunitari. E adesso sblocchiamo l’area #italiariparte”.
Un delirio tra chi spaccia utopie e chi vive la dura realtà .
L’Italia riparte, e anche Renzi, che va a Reggio Calabria.
All’esterno della Prefettura è atteso da un gruppo di lavoratori in mobilità e cassa integrazione. I lavoratori hanno esposto striscioni per chiedere il pagamento delle indennità relative agli ammortizzatori sociali.
Renzi a Reggio promette nuove misure per la Salerno-Reggio Calabria nel decreto Sblocca Italia. Nello stesso provvedimento “metteremo norme ad hoc per realtà come Bagnoli, che è uno dei fiori all’occhiello. Ma sono previsti anche altri interventi, da Sesto a San Giovanni a Taranto”.
E quindi twitta: “Reggio Calabria. Tribunale, porto di Gioia Tauro, mantenimento posti di lavoro Finmeccanica, cantieri dissesto e scuole. #italiariparte”.
Roba da rimpiangere la Dc degli “uomini di panza”
Riparte di nuovo, Renzi, alla volta di Gela: qui una delegazione di operai dell’Eni ha esposto in Piazza municipio uno striscione: “Prima delle riforme occorre il lavoro”.
Il lavoro a rischio, dopo la vertenza sindacale che si è aperta per i dipendenti del petrolochimico.
Fuori c’era un gruppo di attivisti dei No Muos di Niscemi e una delegazione di lavoratori dell’impresa Riva & Mariani, licenziati dopo la grave crisi che ha investito l’Eni a Gela.
Renzi affida ancora a twitter le solite palle: “Primo presidente del consiglio in visita a Gela. Importante non essere l’ultimo. L’#italiariparte se il Sud #cambiaverso No rassegnazione”.
Il viaggio nel profondo sud si conclude a Termini Imerese dove pure si sono stati registrati momenti di tensione in piazza Duomo: un gruppo di proletari comunisti ha sventolato due bandiere rosse gridando slogan contro il premier: “Servono fabbriche, lavoro vero, case, diritti, servizi sociali… Il Governo Renzi fa tutto il contrario”. Insiema a loro anche alcuni esponenti dello Slai Cobas.
E gli slogan hanno fatto scattare l’irritazione di alcuni cittadini, dei disoccupati che presidiano la piazza e si sono registrati momenti di nervosismo tra la folla.
Il premier si è recato a incontrare il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato e altri amministratori locali dei comuni del comprensorio.
Quindi il tweet, come da tradizione: “Termini Imerese. Le crisi occupazionali non vanno in ferie. Ma il Governo c’è e farà di tutto per riaprire lo stabilimento #italiariparte”.
Niente selfie, oggi, per il premier, altrimenti rischiava due sberle.
Ma da Reggio Calabria ha invitato gli operai dei cantieri a scattarsi foto mentre lavorano, come immagine dell’Italia che riparte, che si dà da fare: “Vorrei vedere i selfie degli operai nei cantieri perchè altrimenti sarebbero solo numerini. Voglio vedere i cantieri che si aprono e le foto degli operai”, ha dichiarato Renzi.
Roba da ricovero…
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