RENZI TOGLIE AGLI ITALIANI LE PREFERENZE MA REGALA DEPUTATI ALLA LEGA
PRONTO IL SALVAGENTE PER I CLANDESTINI PADANI: “LO SBARRAMENTO NON VALE PER I PARTITI A FORTE RAPPRESENTANZA TERRITORIALE”… DISSENSO ANCHE IN FORZA ITALIA: “CON LA RIPARTIZIONE NAZIONALE FAVORITI I FORZISTI DEL SUD”
«Chiamate Goldrake, più di così non potevo arrivare”. Matteo Renzi accomodato nel salotto di Porta a Porta difende a spada tratta il suo accordo sulla legge elettorale con Silvio Berlusconi.
Sull’assenza di preferenze e sulle soglie di sbarramento.
Anche a costo di “inimicarsi” i piccoli” che lo incalzano per abbassare le soglie di sbarramento, alzare al 40 per cento quella per ottenere il premio.
E soprattutto, il Nuovo centrodestra e la minoranza del Pd, che vogliono inserire le preferenze.
No, replica, il segretario del Pd, l’accordo è questo .
Verrebbe da rispondere: e chi se ne frega, l’hai fatta tu questa legge patacca, non gli italiani.
Spiega che l’accordo con Berlusconi è stato uno scambio: io, dice, ho ceduto sulle preferenze e il Cavaliere ha detto si al doppio turno.
Ma piovono critiche.
A partire da quelle d Gaetano Quagliariello che ieri ha detto: il mio giudizio sul progetto è positivo, ma vedo tre rischi di costituzionalità Il ministro ha indicato il premio di maggioranza che rischia di essere ancora sproporzionato, il destino dei voti dei partiti che in una coalizione non superano il 5 per cento, finirebbero al partito maggiore e l’assenza delle preferenze.
«Ci sono in tutte le altre elezioni, – dice: – il pericolo di controllo mafioso ci sarebbe solo per il Parlamento?».
Ma sul cammino della legge, – che oggi inizia l’iter in commissione e dovrebbe approdare in aula il 29 gennaio, – grava una minaccia meno palese e più strisciante.
I deputati forzisti si sono resi conti che il meccanismo di ripartizione dei voti a livello nazionale, scegliendo i candidati che nelle circoscrizioni avranno i risultati migliori, penalizzerebbe i candidati forzisti del Nord.
Questi, infatti, devono fare i conti con una concorrenza più agguerrita e potrebbero ottenere percentuali più basse dei colleghi del Sud.
Così fra banchi forzisti della Camera ieri serpeggiava un certo malumore sulla proposta di Renzi.
E si parlava molto del possibile voto segreto sulla legge.
Malumore accresciuto dal fatto che il Cavaliere e Verdini si sarebbero presentati all’incontro con l’idea di ripartire i seggi nelle circoscrizioni e ne sarebbero usciti con il collegio unico nazionale.
Intanto spunta una modifica ad hoc che dovrebbe salvare la Lega.
Qualcosa che evita ai partiti con forte rappresentazione locale di sfuggire alla tagliola degli sbarramenti.
Ne parla Renato Brunetta e Renzi non è contrario: «Un sistema di salvaguardia » per partiti tipo la Lega, – dice – «può starci».
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