RENZIANI ALL’ATTACCO DI SAVIANO: LEOPOLDA SFIGURATA DALLE ACCUSE DELLO SCRITTORE ALLA BOSCHI
RENZI FURIOSO, ORDINE DI SCUDERIA: RISPONDERE A TONO
A Palazzo Chigi, Matteo Renzi è furioso. Ma vuole giocare d’attacco, dice chi gli ha parlato in queste ore.
Dopo più di mezza giornata di pesante silenzio, a metà pomeriggio dà ordine ai suoi di rispondere a muso duro a Roberto Saviano, autore del post contro il conflitto di interessi di Maria Elena Boschi, il post che gli ha imbrattato la Leopolda al via stasera a Firenze.
Tanto imbrattato che il ministro Boschi, padrona di casa alla Leopolda, potrebbe arrivare solo in tarda serata.
I suoi sottolineano che è impegnata al lavoro sulla legge di stabiltà . Comunque, la linea di Palazzo Chigi è che Saviano è fuori strada, non c’è atto del governo che provi favoritismi nei confronti del padre del ministro, Pier Luigi Boschi, alla guida di Banca Etruria per otto mesi, commissariata a novembre, una delle quattro banche salvate dal decreto del 22 novembre.
E’ il decreto che porterà in piazza, domenica qui vicino alla Leopolda, gli investitori arrabbiati per aver perso i risparmi depositati in obbligazioni che valgono carta straccia. Un gran pasticcio, di portata mediatica e reale.
Ma Renzi passa al contrattacco. Come di solito fa quando viene attaccato, quando l’attacco gli fa male, come tutti quelli che ha sferrato Saviano al governo.
Nella enews diffusa in queste ore offre un antipasto di ciò che dirà in serata alla Leopolda. “I dati di Inps e Istat per un volta vanno d’accordo e ci dicono che il lavoro in Italia è tornato a crescere. Buono anche il dato sulla produzione industriale. Secondo me non sarà un inverno fantastico per i gufi…Viva l’Italia”, scrive il premier intento a pulire l’immagine della sesta Leopolda, la seconda di governo, sfigurata dall’affaire banche.
E’ un affare passato in sordina all’inizio, deflagrante ora. Renzi lo raccontano imbufalito a Palazzo Chigi. Mentre si sfoga con i suoi sulla linea di attacco che per tutta la giornata tenta di mettere a punto.
Primo: non c’è un atto del governo che provi favoritismi verso il padre di Maria Elena Boschi, per otto mesi al vertice di Banca Etruria, una delle quattro banche interessate dal decreto, commissariata nel novembre scorso.
Secondo: “È impossibile per le regole Ue salvare in modo definitivo gli azionisti e obbligazionisti subordinati, ma stiamo lavorando a una soluzione”, continua a ripetere Renzi ai suoi, mentre maledice la “situazione legislativa che abbiamo ereditato”, come ci segnala il responsabile Giustizia del Pd David Ermini che stasera in collegamento tv dalla Leopolda con ‘Bersaglio mobile’ su La7 cercherà di smontare le critiche. Terzo: ”La riforma del sistema del credito è quanto mai urgente come abbiamo visto, non solo nelle ultime ore, ma nell’ultimo anno con la riforma delle popolari”, ha detto Renzi parlando all’Accademia dei Lincei a Roma in mattinata.
Sono i tre capisaldi della linea di difesa e attacco pensata in queste ore convulse a Palazzo Chigi, tra i tentennamenti che si sciolgono a sera, poco prima dell’inizio della Leopolda: sì a Saviano bisogna rispondere.
E poi certo ci sono gli interventi in legge di stabilità , per stabilire una forma di ‘ristoro’ per i risparmiatori danneggiati.
Idea sulla quale il governo tira un respiro di sollievo visto che incassa il placet della Commissione Europea. “Sosteniamo le intenzioni del governo italiano di consentire ai risparmiatori di esigere compensazioni dalle banche per possibili vendite ingannevoli di obbligazioni” dice un portavoce della Commissione Ue.
E anche la commissione parlamentare d’inchiesta, decisa ieri in una triangolazione tra Renzi, il senatore renzianissimo Andrea Marcucci e il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda. Una commissione che secondo Ermini dovrebbe “indagare sul ruolo di vigilanza di Bankitalia, come è stato svolto fin qui e sulla legislazione che abbiamo ereditato…”.
Poi però c’è tutto il “problema politico che si è aperto”, come lo definisce un renziano doc a taccuini chiusi. Perchè è successo quello che nella cerchia del premier definiscono “l’inevitabile” che però crea un problema grosso proprio nelle regioni più care al Pd, alla vigilia delle amministrative 2016.
E su questo, confida una fonte vicina al premier, si può cercare la toppa in legge di stabilità , si può fare la commissione parlamentare d’inchiesta ma recuperare la fiducia evaporata è affare maledettamente difficile.
Sono tutti obiettivi molto ghiotti per l’opposizione variegata, disomogenea ma straordinariamente unita dalla contingenza.
Renzi lo sa, anche se nella cerchia dei suoi si fa notare che il Movimento 5 stelle è stato sempre contrario all’uso dei soldi pubblici per salvare le banche private: “Il governo non lo ha fatto, ora che propongono?”, è lo sfogo di un renziano di prima fascia.
Ma il problema principale di giornata è gestire l’inaugurazione della Leopolda in modo che sia comunque una festa. Non facile.
Ma Renzi nella enews insiste: “Per noi è una festa, come tornare a casa, da dove tutto è cominciato, uno spazio fisico ma soprattutto un luogo dell’anima per chi crede che fare politica sia una cosa bella, un servizio a tempo, un impegno civile. Chi viene per parlare di correnti, discussioni interne, posti di potere può restare a casa. Alla Leopolda sono di casa le idee, i sogni, anche le critiche”.
Oltre a Saviano la giornata però non è iniziata nel migliore dei modi.
Su Roma è piombata anche la critica del Financial Times alla soglia di tremila euro sul pagamento in contanti inserita in legge di stabilità . “Posizione confusa sull’evasione fiscale, l’Italia non può permetterselo”, scrive il quotidiano della City.
(da “Huffingtopost”)
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