RIAD, UE, TRIVELLE, ACCISE & C. : GIORGIA DOUBLE FACE
TUTTE LE GIRAVOLTE DI GIORGIA MELONI: INSULTAVA L’ARABIA CON CUI ORA SIGLA ACCORDI, DICEVA NO A URSULA E GRIDAVA CONTRO LE “FOLLI SANZIONI” ALLA RUSSIA
O Giorgia Meloni cambia spesso idea oppure, ora che è al governo si morde parecchio la lingua.
Nei lunghi anni di opposizione, la leader di FdI criticava leader con cui ora va a braccetto, chiedeva dimissioni a raffica per casi analoghi (se non meno gravi) a quello di Daniela Santanchè, prometteva misure che oggi sono ancora un miraggio. Breve rassegna, per forza di cose incompleta, delle giravolte meloniane.
Bin Salman.
Meloni oggi sostiene che “l’Italia e l’Arabia saudita sono due Nazioni che hanno interesse a stringere accordi strategici”. Il principio però valeva anche prima, quando Meloni gridava contro Bin Salman e l’Arabia. Nel 2019: “Scandalosa la decisione per la partita Juve-Milan in Arabia Saudita. La Federcalcio blocchi subito questa vergogna assoluta e porti la Supercoppa Italiana in una Nazione che non discrimina le donne e i nostri valori!”. E ancora: “In Arabia Saudita c’è la pena di morte per apostasia, per adulterio, per omosessualità e zero diritti per le donne. È una Nazione fondamentalista, e noi vogliamo permettere che finanzino i nostri luoghi culturali? Follia! Per me possono metterci i miliardi, non passano ” Nel 2021: “FdI è da sempre l’unica forza politica a denunciare i metodi usati da Stati fondamentalisti come l’Arabia Saudita”.
Dimissioni.
Oggi Meloni non caccia Santanchè. In passato ha chiesto dimissioni un po’ per qualunque ministro di qualunque governo non di centrodestra, sia per motivi politici che giudiziari. Nel 2013: “Sono certa della buona fede della Idem ma le dimissioni sarebbero auspicabili. Serve atto di responsabilità: politica deve dare l’esempio”. Sempre nel 2013: “Cancellieri non aspetti la conta in Parlamento, si dimetta”. Nel 2016: “La ministra Guidi si è dimessa. Boschi cosa aspetta?”. Nel 2022: “I numeri degli sbarchi certificano il fallimento di Lamorgese. Basta tentennamenti: si dimetta”.
Trivelle.
Nell’aprile 2016 Meloni faceva campagna per il referendum contro le trivelle (abrogava una legge che estendeva alcune concessioni per l’estrazione fino all’esaurimento della vita utile dei giacimenti): “Non andare a votare, come invita a fare Renzi, sarebbe un aiuto ad alcune grandi lobby che sono legate a questo governo”. Nel 2022, il decreto Aiuti ter ha esteso le concessioni per le trivellazioni nel Mar Adriatico anche a partire dalle 9 miglia dalla costa.
Accise.
Memorabile un video in cui, nel 2019, Meloni andava dal benzinaio lamentandosi delle accise e promettendo di tagliarle. Nel 2022 ribadiva: “Costi diventati insostenibili per i cittadini: il governo riduca subito accise e iva e colpisca chi specula sul caro benzina”. Non risultano, finora, abolizioni di accise. Anzi, la destra ha dato l’ok all’aumento del prezzo del gasolio.
Superbonus.
Negli anni, FdI ha presentato diversi emendamenti per correggere il Superbonus. Durante il governo Draghi però i toni non erano certo catastrofici. In campagna elettorale, Meloni diceva: “Pronti a tutelare i diritti del superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie. Sempre dalla parte delle imprese e dei cittadini onesti che si danno da fare per far crescere e migliorare l’Italia”. Oggi il Superbonus è “una misura irresponsabile”, “la più grande truffa ai danni dello Stato”.
Sanzioni.
Nel 2015: “Le sanzioni alla Russia sono inutili e masochiste. Nel 2018: “Le sanzioni sono una follia per le nostre imprese”. Maggio 2023: “L’Italia continuerà a sostenere un’applicazione rigorosa delle sanzioni che sono uno dei principali strumenti nei confronti dell’aggressore”.
Migranti.
A marzo 2023, Meloni prometteva che avrebbe dato la caccia ai trafficanti di migranti “in tutto il globo terracqueo”. A gennaio 2025, viene riconsegnato alla Libia il comandante libico Almasri, torturatore di migranti.
Cina.
Nel 2019 Meloni chiedeva dazi Ue nei confronti della Cina: “Vogliamo chiedere l’introduzione di dazi per le merci di quelle Nazioni che non rispettano gli stessi standard delle nostre regole. Basta con l’invasione delle merci tarocche dalla Cina”. Negli stessi mesi criticava la Via della Seta siglata tra il governo Conte e Xi Jinping, accordi poi cancellati dal governo Meloni. Il quale però, pochi mesi più tardi, ha siglato nuove intese commerciali con Pechino.
Ursula.
Nel 2020: “Sono indignata perché Von der Leyen è stata eletta alla guida della commissione Ue con i voti decisivi dei 5 Stelle”. Nel 2024: “Tutti sanno, in Italia e all’estero, che se c’è una che non ha mai governato e non governerà mai con la sinistra si chiama Giorgia Meloni.” A novembre FdI ha invece dato il via libera alla nuova commissione Von der Leyen, insieme ai socialisti.
Ucraina.
Qui la giravolta è solo privata. In pubblico, Meloni ha tenuto sempre la stessa linea: “L’unica possibilità di favorire un negoziato è che ci sia un equilibrio tra le forze in campo”. Essendo la Russia una potenza nucleare, va da sé quale sia l’equilibrio. Sempre nel 2022, rivolta ai 5S: “Cosa intendete per ‘avviare negoziati’? L’Ucraina deve arrendersi per ottenere la pace? O convincete voi i russi a ritirarsi dall’Ucraina offrendogli il reddito di cittadinanza?”. Poi, nel 2023, due comici russi si spacciano per diplomatici africani e la registrano mentre parla al telefono: “La controffensiva dell’Ucraina non sta andando come ci si aspettava”, “la guerra potrebbe durare anni”, “c’è stanchezza da tutte le parti”, “serve una via d’uscita accettabile per entrambe le parti, ma aspetto il momento giusto”.
Rendite catastali.
A ottobre 2024, quando si diffonde la notizia di una revisione delle rendite catastali per le case che hanno usufruito dei bonus, Meloni nega: “Leggo in queste ore dichiarazioni fantasiose secondo cui il governo vorrebbe aumentare le tasse che gravano sui cittadini: è falso”. Un tweet forse abbastanza generico per scaricare il lavoro sporco sul ministro Giorgetti e poi, qualche giorno dopo, allargare le braccia: “è una misura giusta, il valore è aumentato grazie ai soldi di tutti gli italiani”.
Extra-profitti.
Agosto 2023: “Il sistema bancario si comporti in modo corretto. Le banche hanno registrato utili record, agiamo sui margini ingiusti”. La tassa finirà pressoché nel nulla, con un accordone mediato da Forza Italia per il quale le banche possono non pagare, purché utilizzino quei soldi per ricapitalizzare. Un anno più tardi il governo sbandiera una nuovo contributo chiesto alle banche, ma non è altro che l’anticipo di alcune tasse.
Regioni.
Il governo Meloni è quello che ha approvato l’autonomia differenziata del ministro Calderoli. Strano per chi, come la premier, nel 2014 voleva abolire le Regioni: “Vogliamo intestarci la battaglia per l’abolizione delle Regioni. Il regionalismo ha fallito, le Regioni sono centri di spesa formidabili per moltiplicare carrozzoni e consulenze. L’identità italiana non si basa sulle Regioni”.
Pensioni.
Nel 2018: “Vanno aboliti gli effetti deleteri della legge Fornero”. Dal 1 gennaio, però, per decisione del governo è ripartito con 2 anni di anticipo il meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici alla variazione della speranza di vita. Dunque, se la speranza di vita si allunga, in automatico scatta un aumento dell’età pensionabile. E non c’è traccia neanche della promessa “quota 41”.
Patto di stabilità.
Giugno 2019: “Basta austerità: le politiche imposte dall’Ue sono state un fallimento in Italia e in Europa”. A fine 2023, l’Italia sigla una riforma del Patto di stabilità che è un cappio al collo dei nostri conti pubblici.
(da ilfattoquotidiano.it)
Leave a Reply