“RIUSCIRESTE A IMMAGINARE LA BBC CHE FA QUESTO?” IL QUOTIDIANO INGLESE “THE GUARDIAN” DEDICA UN ARTICOLO ALLA TRASFORMAZIONE DELLA RAI IN “MEGAFONO” DEL GOVERNO, DOPO IL TENTATIVO DELLA MAGGIORANZA DI ESENTARE I MEMBRI DELL’ESECUTIVO DALLA PAR CONDICIO”
IL PRESIDENTE DELLA FNSI, VITTORIO DI TRAPANI: “STIAMO ASSISTENDO A UNA DERIVA UNGHERESE. IL GOVERNO CONTROLLA LA RAI IN MODO SEMPRE PIÙ ASFISSIANTE”
La Commissione europea è stata sollecitata a indagare sui presunti tentativi del governo italiano di estrema destra di trasformare l’emittente pubblica Rai in un “megafono” per i partiti al governo prima delle elezioni europee
L’appello dei Verdi è arrivato dopo che la commissione di vigilanza sulla Rai del Parlamento italiano ha approvato una misura che consente al canale di informazione dell’emittente di trasmettere integralmente, e senza alcuna mediazione giornalistica, i comizi politici in vista del voto di inizio giugno.
L’Agcom, l’autorità di vigilanza sulle comunicazioni, ha respinto il tentativo dei politici del primo ministro Giorgia Meloni, del partito Fratelli d’Italia, della Lega e del partner di coalizione più piccolo, Noi Moderati, di concedere ai ministri un tempo di trasmissione illimitato durante il periodo di campagna elettorale per discutere della loro “attività istituzionale e di governo”. Tuttavia, avranno ancora il diritto di farlo in fasce orarie limitate che, secondo i critici, potrebbero essere sfruttate a fini elettorali.
“La Meloni vuole trasformare i media italiani in canali di propaganda illimitati per i partiti al governo”, ha dichiarato al Guardian Bas Eickhout, candidato capolista per i Verdi europei.
“Una stampa libera e indipendente è un prerequisito per elezioni corrette e libere. Queste interferenze da parte del governo Meloni, che comprende un membro del Partito Popolare Europeo di Ursula von der Leyen (Antonio Tajani, ndR), minano la libertà di stampa e il corretto processo elettorale”.
Terry Reintke, un altro candidato principale del Partito Verde Europeo, ha dichiarato: “I media sono i custodi della democrazia. Non possiamo accettare che la Meloni cerchi di trasformarli in un megafono per il suo governo. Siamo al fianco dei giornalisti in Italia e in tutta Europa che lottano coraggiosamente per la libertà di stampa e la verità”.
Il regolamento dell’Agcom sulla par condicio per la comunicazione mediatica durante le campagne elettorali è solitamente seguito sia dalle reti televisive private che da quelle pubbliche, anche se la commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai ha il potere di apportare modifiche che l’Autorità può poi approvare o meno.
“Per la prima volta ci sono due regimi diversi per le reti televisive pubbliche e private”, ha commentato Elisa Giomi, commissario dell’Agcom, l’unica a votare contro tutte le modifiche apportate dalla commissione parlamentare. “Per i telespettatori della Rai sarà difficile decifrare ciò che è comunicazione dell’attività di governo e ciò che è propaganda elettorale”.
In un’azione senza precedenti, la scorsa settimana i conduttori dei tre principali canali televisivi della Rai hanno letto un comunicato del sindacato dei giornalisti, Usigrai, che condanna l’amministrazione Meloni per aver “trasformato la Rai in un megafono del governo”.
Daniele Macheda, presidente dell’Usigrai, ha criticato l’Agcom per aver approvato la norma che consente la trasmissione integrale dei comizi politici sulla Rai. “A prescindere dal comizio di quale partito sia, è sbagliato”, ha detto. “I comizi in diretta, soprattutto quelli senza alcun contributo di giornalisti o commentatori, sono destinati a YouTube e ad altri social media, non a un servizio pubblico di informazione. Riuscireste a immaginare la BBC che fa questo?”.
Da quando è salito al potere nell’ottobre 2022, il governo della Meloni è stato accusato di esercitare sempre più potere sulla stampa. La scorsa settimana un politico di Fratelli d’Italia ha proposto di inasprire le pene per la diffamazione, prevedendo pene detentive da due a tre anni.
Nel frattempo, i giornalisti dell’AGI, la seconda agenzia di stampa italiana, hanno tenuto diversi scioperi nelle ultime settimane per protestare contro la potenziale vendita dell’azienda ad Antonio Angelucci, parlamentare della Lega.
“In Italia stiamo assistendo a una deriva ungherese”, ha dichiarato Vittorio Di Trapani, presidente della FNSI, la federazione nazionale della stampa italiana e del sindacato dei giornalisti, alludendo alla stretta presa che il governo di Viktor Orbán ha sui media nazionali.
“Il governo controlla la Rai in modo sempre più asfissiante: da servizio pubblico sta diventando un servizio governativo. Poi vuole vendere la seconda agenzia di stampa a un parlamentare della maggioranza di governo. A questo si aggiungono le leggi liberticide come quella sulla diffamazione. “L’Italia è sempre più lontana dall’Europa e dagli standard dell’European Media Freedom Act”.
(da agenzie)
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