ROGO NORMAN, TRE ITALIANI TRA LE DIECI VITTIME, MORTI ANCHE DUE SOCCORRITORI ALBANESI
LA PROCURA DI BARI: “MANCANO ALL’APPELLO 179 PERSONE”
Sono stati riconosciuti dai parenti i corpi di due dei quattro camionisti italiani che risultavano dispersi dopo il rogo del traghetto Norman Atlantic, che ha preso fuoco il 28 dicembre al largo di Corfù mentre viaggiava verso Ancona.
Gli uomini della capitaneria di porto di Bari hanno mostrato ai parenti dei camionisti campani, dipendenti dell’azienda Eurofish, le foto di due corpi recuperati in acqua non lontano dal traghetto andato in fiamme.
I due erano a bordo del traghetto assieme a un terzo collega e sarebbero stati tra i primi a salire sulle scialuppe di salvataggio non appena scattata l’emergenza a bordo.
“Chiuso per lutto” è il cartello che è stato affisso all’esterno della sede di Volla (Napoli) dell’Eurofish, l’azienda attiva nel commercio del pesce per cui lavoravano i tre camionisti napoletani.
I tre erano andati in Grecia per ritirare un carico di anguille e subito dopo l’incendio avevano comunicato con il titolare dell’azienda dicendo che si erano messi in salvo su una scialuppa. Da allora non hanno dato più notizie.
La Guardia costiera ha poi confermato su Twitter che tra le dieci vittime accertate ci sono anche tre italiani.
Otto sono i corpi recuperati in parte già arrivati in Puglia o in procinto di arrivare.
Morti due marinai albanesi.
All’elenco dei morti vanno aggiunti anche due marinai albanesi, che si trovavano a bordo del rimorchiatore Iliria, morti durante le manovre per l’aggancio del Norman, al largo di Valona: lo hanno confermato fonti del ministero albanese della Difesa.
I numeri del procuratore di Bari.
Giuseppe Volpe, il capo della procura di Bari competente per le indagini, ha enunciato in conferenza stampa i numeri del disastro: le persone a bordo erano 499 e c’erano anche numerosi clandestini, nascosti nelle stive.
Il timore, per Volpe, è che “recuperato il relitto troveremo a bordo altri morti”.
Di 179 persone non si hanno notizie, “forse sono sui mercantili”, ha continuato il procuratore. Sono stati inoltre acquisiti i verbali “delle persone ascoltate e i telefonini che avevano ripreso immagini nave naufragata”.
Per due delle 10 vittime del Norman Atlantic “non è stato possibile il recupero delle salme”, che sono disperse in mare. L’autorità giudiziaria di Tirana, ha precisato ancora Volpe, ha accolto la rogatoria internazionale disposta dalla procura di Bari che ordina il sequestro del traghetto.
Superstiti a Taranto.
Fra mille difficoltà dovute alle condizioni del tempo, si sta dirigendo verso il porto di Taranto il mercantile ‘Aby Jeannette’ di bandiera maltese a bordo del quale ci sono 96 naufraghi Il forte vento e il mare grosso ha reso impossibili le operazioni di sbarco nel porto di Manfredonia (Foggia).
Sul mercantile ci sono anche due persone con ferite lievi, gli altri sarebbero tutti in buone condizioni.
La San Giorgio in serata a Brindisi
La nave della Marina militare San Giorgio, che dal pomeriggio di domenica sta operando nell’area dell’incidente assieme all cacciatorpediniere Durand de la Penne, raggiungerà il porto di Brindisi ins erata. A bordo del Norman, da ieri pomeriggio, non c’è più nessuno, mentre sulla San Giorgio ci sono 214 persone, incluso l’equipaggio, fra cui molti naufraghi e il comandante del traghetto, Argilio Giacomazzi, che da ieri è indagato insieme all’armatore, Carlo Vicientini, per naufragio colposo.
I dispersi
Resta incerto, però, il numero di quanti mancano all’appello. Pare, infatti, che vi fossero due liste passeggeri (una con 458 e l’altra con 478 nomi) sulle quali comparivano nomi differenti: a conferma di questa anomalia ci sono alcuni superstiti i cui nomi non si trovano su nessuna delle due liste.
I camionisti
Ancora irrintracciabili altri due autotrasportatori italiani: l’altro camionista campano e Giuseppe Mancuso, 57 anni di Messina imbarcato sul traghetto, non risponde ai familiari dal giorno dell’incidente.
Il traghetto verso Valona
Intanto il Norman Atlantic è stato rimorchiato da un mezzo navale albanese verso Valona. Al seguito ci sono anche i rimorchiatori italiani della famiglia brindisina Barretta. Quest’ultima è stata delegata dalla procura di Bari, in qualità di ausiliario di polizia giudiziaria, di eseguire il sequestro della nave e di occuparsi della custodia giudiziale della imbarcazione. Il custode nominato è Francesco Barretta.
(da “La Repubblica“)
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