ROMA DA MUNGERE: LA DIFFERENZIATA PAGATA IL TRIPLO CHE A TORINO
“VALORI SPOPORZIONATI RISPETTO ALLA MEDIA ITALIANA”
Agli occhi della procura, certi comportamenti sono reati. Punto.
Se una gara d’appalto viene pilotata, si chiama «turbativa d’asta». È uno dei reati, per dire, che si imputano a Giovanni Fiscon, l’ex amministratore delegato dell’Ama, la municipalizzata di Roma per la raccolta rifiuti. Fiscon è uno dei manager della stagione di Alemanno, ma è soprattutto uno degli amiconi di Mafia Capitale.
La raccolta multimateriale (plastica, acciaio, alluminio, cartoni per bevande) per conto di Ama è in effetti uno dei business più succulenti per le cooperative di Salvatore Buzzi.
E ora si capisce il perchè. Le indagini sono andate avanti, infatti. E gli allibiti magistrati hanno scoperto che a Roma quel tipo di raccolta veniva pagato 900 euro a tonnellata. Uno sproposito, se si considera che a Prato lo stesso tipo di raccolta viene pagato 200 euro a tonnellata.
Parla chiaro, in un interrogatorio, l’attuale direttore generale dell’Ama, Alessandro Filippi, che si è insediato nel nuovo incarico il giorno dopo che il suo predecessore fu arrestato.
Gli chiedono: ha rilevato anomalie nella gara per il multimateriale assegnata nel 2014 da Ama? Sì, qualche anomalia l’ha riscontrata.
Primo, «la gara è stata indetta in ritardo rispetto ai tempi fisiologici, dettati dall’esaurimento delle risorse finanziarie relative ai precedenti affidamenti».
Secondo, «significativo è il ridotto numero dei partecipanti alla gara».
Ma soprattutto, terzo, è il prezzo. «Pare essere disallineato – dice l’ingegner Filippi – rispetto ai valori di benchmark di altre ed analoghe esperienze al momento disponibili di epoca coeva. Per esempio sul multimateriale pesante, per la provincia di Torino il valore di aggiudicazione è di 205 euro/tonnellata, a fronte di una base di gara Ama che fissa tale valore da 360 euro a 590 euro/tonnellata». In pratica a Roma il Comune paga lo stesso servizio più del doppio.
«Sul multimateriale leggero – insiste poi Filippi – appare significativa la dicotomia tra il valore Ama (900 euro/tonnellata) e il valore di aggiudicazione di Prato (200 euro/tonnellata) e il benchmark Federambiente, del 2012, di 300 euro/tonnellata».
Quel servizio che tanto interessava Buzzi, insomma, nella Capitale è pagato il triplo che nel resto d’Italia, se non addirittura il quadruplo.
Una manna per chi si aggiudica l’appalto. «In misura spropositata, rispetto ai valori medi praticati in Italia…», commenta il gip Costantini.
E si capisce meglio, allora, perchè la poltrona di Fiscon, pur messa pesantemente in discussione dal sindaco Ignazio Marino, viene difesa da Buzzi con le unghie e con i denti.
Accadeva a metà luglio scorso. Il sindaco è furibondo perchè la raccolta dei rifiuti va male e vorrebbe sostituire Fiscon, individuato come il responsabile dell’emergenza-rifiuti.
Ma Salvatore Buzzi vigila e muove le sue pedine.
«Viene convocata una riunione di giunta – ricostruisce il giudice – dove viene convocato Fiscon, alle 21, e una riunione dei capigruppo di maggioranza al Consiglio Comunale, alle 20… Una riunione che si conclude con un nulla di fatto. E’ in tale contesto che Buzzi si preoccupa di costruire il consenso politico tra consiglieri espressione della maggioranza e assessori, al fine di respingere l’offensiva del sindaco. Tra gli altri, viene contattato Coratti. La seduta di giunta si conclude e Buzzi, commentandone gli esiti, usa l’ennesima metafora, in questo caso di sapore calcistico: Marino-Fiscon 0-2».
Francesco Grignetti
(da “la Stampa“)
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