RONCOLEVA’, DOVE MINNITI NON RISPRISTINA LA LEGALITA’ E I TEPPISTI DISTRUGGONO I VETRI DELL’AUTO DEL RESPONSABILE DELLA STRUTTURA CHE OSPITA “BEN” 24 PROFUGHI
DA UNA SETTIMANA UN PRESIDIO DAVANTI ALLA STRUTTURA CHE OSPITA 24 PROFUGHI: AUTORIZZATO DA CHI?… COSA ASPETTA MINNITI A PORRE FINE ALLA PROVOCAZIONE?
Prosegue ininterrottamente da oltre una settimana la protesta degli abitanti di Roncolevà , settecento anime, frazione di Trevenzuolo nel Basso Veronese, contro l’arrivo dei profughi.
Ventiquattro richiedenti asilo originari dell’Africa sub sahariana sono attualmente ospitati da venerdì 30 all’interno di una villetta di due piani sulla strada provinciale Trevenzuolo-Mantova, davanti alla quale i cittadini del borgo hanno appunto posizionato due tende canadesi, televisori, un frigorifero e il necessario per sorvegliare la zona, presente su una ringhiera anche lo striscione “Roncolevà alza la testa”.
Quando cala la sera sul piazzale si radunano diverse decine di persone provenienti anche dai paesi limitrofi che si uniscono alle duecento già presenti.
Sino ad ora è stato registrato un episodio di violenza e non certo ad opera dei richidenti asilo: nella notte tra venerdì 30 giugno e sabato 1 luglio la vettura del presidente della cooperativa che ha vinto il bando per gestire l’accoglienza ai rifugiati, è stata presa a sassate da ignoti, i quali hanno distrutto finestrini e il parabrezza.
In attesa che gli “ignoti” vengano assicurati alla giustizia, a che titolo si permette da una settimana un presidio? Con quale autorizzazione? Per quale motivo le forze dell’ordine non hanno ancora provveduto a sgomberare il blocco davanti alla struttura?
Le giustificazioni degli abitanti sono le solite penose balle di provincia: «Abbiamo paura che questi profughi si ritrovino a vagabondare e a bighellonare in giro – afferma Gazzani -. Di conseguenza temiamo per la nostra piccola e tranquilla comunità ».
Come nella più becera retorica xenofoba come se tutti quelli che passeggiano fossero “criminali”.
Presenti in massa pure gli attivisti di “Verona ai Veronesi”, il comitato di destra della città scaligera.
Su Facebook sono comparsi numerosi insulti tra gli utenti nei confronti dei profughi, tanto per smentire che non sono razzisti.
Il tutto mentre nessun ministro degli Interni dà disposizione di porre fine a questa sceneggiata indegna di un paese civile.
(da agenzie)
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