SALLUSTI SI SFOGA: “COLLEGHI INFAMI, VERGOGNATEVI”
“NON HO CHIESTO IO I DOMICILIARI, NON HO I REQUISITI, NE’ HO CHIESTO DI SCONTARLI A CASA SANTANCHE’, SONO DUE MENZOGNE”
Dall’abitazione della compagna Daniela Santanchè dove si trova agli arresti domiciliari, Alessandro Sallusti continua a ribadire la sua posizione: “Io non ho chiesto di andare ai domiciliari, anzi ritengo questa decisione della Procura un’ingiustizia, perchè credo di non averne i requisiti. Dovrei andare in carcere. E tantomeno ho chiesto di scontare i domiciliari a casa Santanchè. Sono due menzogne che stanno circolando e che non si riesce più a fermare”, ha detto il direttore de Il Giornale intervenendo alla trasmissione di Mediaset ‘MattinoCinque’.
Sallusti, che è stato condannato a 14 mesi di reclusione per diffamazione, ha ottenuto la sospensione della carcerazione “ricorrendo le condizioni per l’esecuzione della pena detentiva presso il domicilio” in base al cosiddetto decreto ‘svuotacarceri’, ha spiegato il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati.
Ma il direttore non è d’accordo e oggi ha continuato a spiegarlo: “Quello che potrebbe succedere è che io passi dai domiciliari al carcere perchè è evidente che la motivazione con cui mi hanno dato i domiciliari non regge, dal punto di vista giuridico. E’ un tentativo della magistratura non di salvare me, ma se stessa da una figura veramente meschina che farebbe ridere tutto il mondo. Dal punto di vista della legge io credo che potrebbe succedere solo una cosa: che Monti e Severino trovino il coraggio di un decreto legge che sani e risolva questa situazione. Altre strade onestamente non ne vedo”.
Severino: “Non solo caso Sallusti”.
Il ministro della Giustizia si auspica, ha dichiarato oggi, che sulla diffamazione a mezzo stampa e sulla vicenda Sallusti non ci si fermi “all’emergenza legata al singolo caso” ma si raggiunga “una normativa più moderna e più adeguata ai tempi” che “tuteli il dovere del giornalista di informare e quello della vittima di essere risarcito” con “un ruolo centrale della rettifica”, ha spiegato Paola Severino.
Sallusti: Colleghi infami”.
Ma l’amarezza di Sallusti raggiunto al telefono ha toccato tutti, dopo il Tweet contro Alfano, oggi si è sfogato contro i giornalisti: “I colleghi sono degli infami, dovrebbero vergognarsi di quello che stanno scrivendo. Dovrebbero giocare con le loro vite invece che con la mia”, si è sfogato il direttore del Giornale.
“Dopo lo scempio fatto dalla casta dei magistrati, e lo scempio fatto dalla casta dei politici, da questa mattina un’altra casta si arruola tra le più vigliacche e modeste: quella dei giornalisti. Salvata la pelle, perchè giustamente è stato bocciato quel disegno di legge infame, adesso escono allo scoperto. I giornali questa mattina trasudano odio nei miei confronti, compiacimento per quello che mi è successo e ironia sul fatto che invece di andare a San Vittore probabilmente starò a casa”, ha continuato il giornalista.
Sallusti ha citato “Il Corriere della Sera, il Fatto Quotidiano, la Repubblica.
La Stampa ha fatto una cosa vergognosa: ha pubblicato una mezza pagina raccontando il lusso della presunta casa in cui dovrei andare a trascorrere i 14 mesi di domiciliari. Hanno salvato la pelle grazie al mio appello al Pdl di far cadere quella legge che avrebbe punito probabilmente anche loro e ora si scagliano con una violenza e una cretineria che non ha pari in nessun giornalismo del mondo”.
Commissione Ue.
Dalla Commissione europea arriva soddisfazione per “la decisione del parlamento italiano di respingere l’emendamento” del ddl diffamazione.
“Adesso non ci sarà più il carcere per i giornalisti, e ciò lo accogliamo positivamente”, ha affermato il commissario europeo per la Giustizia, Viviane Reding, in conferenza stampa a Bruxelles.
“Si tratta di una questione di competenza degli stati membri, ma la posizione della Commissione europea sulla libertà di stampa è chiara: siamo sempre a favore” di questo diritto, ha aggiunto e l’attenzione ai casi di violazione “è sempre alta nell’agenda” Ue. Sulla vicenda il vicepresidente Antonio Tajani aveva inviato una lettera alla stessa Reding.
Santanchè querela la Stampa. “L’ingiustificabile divulgazione di numerosi dati, di nessuna rilevanza pubblica, e potenziale rischio per l’incentivazione alla commissione di ulteriori gravi reati: furto, rapina, stalking, violenza privata ed altro”.
E’ quanto si legge nella denuncia-querela depositata alla Procura della Repubblica dall’avvocato Annamaria Bernardini de Pace su mandato di Daniela Santanchè nei confronti del direttore della Stampa Mario Calabresi e del giornalista che ha firmato l’articolo, con fotografia, pubblicato a pagina 17 del quotidiano dal titolo “Un ‘domicilio’ da 920 metri quadri con piscina coperta e letto king size”.
“L’articolo – si legge nella querela – si pone in gravissima violazione del decreto 196/03 che tutela la privacy, descrivendo ubicazione e caratteristiche interne ed esterne dell’abitazione della signora Santanchè, nella quale vive pure il figlio minorenne”.
Nel pezzo pubblicato dal quotidiano di Torino si descrive l’abitazione dell’esponente del Pdl dove Sallusti sconterà gli arresti domiciliari: ‘920 metri quadri di casa – si legge – su quattro piani e annessa piscina coperta e pure rivestita in madreperla. Il testo prosegue facendo riferimento poi alle “pareti interne istoriate da una poesia di Verlaine che gira di locale in locale”.
La decisione del giudice. Il magistrato della Sorveglianza di Milano Guido Brambilla dovrebbe decidere attorno alla metà della prossima settimana se accogliere o meno la richiesta della Procura di Milano di concedere la detenzione domiciliare ad Alessandro Sallusti.
Il giudice provvederà se non entro lunedì – giorno della scadenza del termine di 5 giorni (non è perentorio) -, nei giorni successivi, dopo aver effettuato l’istruttoria.
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