TROMBA D’ARIA SULL’ILVA DI TARANTO, DECINE DI FERITI, UN OPERAIO DISPERSO
ESPLODE LA POLEMICA SULLA SICUREZZA, ANNULLATA LA MANIFESTAZIONE A ROMA
Alle proteste per la chiusura dell’area a freddo dell’acciaieria, questa mattina si è aggiunto un altro incidente a complicare la drammatica situazione all’Ilva di Taranto. Una violenta tromba d’aria si è abbattuta sulla città causando il crollo di due ciminiere, quella dell’altoforno 5 e un’altra in una zona dismessa.
Il bilancio provvisorio è di 38 feriti e un operaio disperso. Il lavoratore è finito in mare dopo il crollo della gru su cui lavorava.
Le ricerche del corpo continuano.
Subito scoppia la polemica sulla sicurezza. Aldo Ranieri, del comitato “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti” che nell’agosto scorso bloccarono il comizio dei vertici sindacali nazionali durante lo sciopero cittadino, ha parlato di «responsabilità precise» nella morte del lavoratore disperso.
Su quelle gru è installato un anemometro, dispositivo che con avverse condizioni meteo blocca la macchina.
«Perchè il mio collega si trovava su quella gru? Per manutenzione o per scaricare materiali? E perchè non è sceso quando il vento ha cominciato a soffiare forte? Forse l’anemometro era fuoriuso o era stato reso inefficace».
Dopo la tromba d’aria di forte intensità che ha avuto come conseguenza decine di feriti e un disperso oltre a ingenti danni nello stabilimento Ilva e nel tarantino Fim, Fiom e Uilm hanno deciso di confermare lo sciopero di 8 ore di tutto il gruppo di domani ma di annullare la manifestazione prevista a Roma mantenendo un presidio sotto la Presidenza del Consiglio in concomitanza con l’incontro previsto.
Tra l’altro l’area portuale è posta da diversi anni sotto sequestro, ma la Procura ha concesso la facoltà di utilizzarla all’Ilva.
A causa del forte vento sono crollati anche un capannone, la torre faro e una delle gru situate sopra un pontile.
Un fulmine caduto sulla ciminiera ha provocato il distaccamento di alcuni pezzi di cemento che si sono riversati su due tralicci dell’alta tensione.
Attualmente è bloccata la linea ferroviaria Bari-Taranto e i passeggeri di un treno sono in attesa di trasbordo su autobus per raggiungere la città . Traffico in tilt anche nelle strade adiacenti al p0lo siderurgico, ingombre di lamiere sollevate dal tornado, che ha causato anche un incidente stradale sulla provinciale verso Statte.
Il pericolo di un’esplosione ha reso necessaria l’evacuazione dell’area circostante allo stabilimento, che ricopre complessivamente un’area di circa 15 chilometri quadrati. L’Ilva ha precisato che «non c’è stato alcun incendio», ma che le fiamme visibili dall’esterno sono “pilotate” dalle candele di sicurezza proprio per far bruciare il gas e scongiurare così il rischio di una deflagrazione. Tutta l’area ghisa sarebbe sotto controllo.
Un dipendente, che stava lavorando su una gru posta su una banchina dell’area portuale dell’acciaieria, risulta disperso. Probabilmente è finito in mare.
Squadre di sommozzatori sono al lavoro per cercarlo in acqua.
In un primo momento il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, aveva parlato di tre vittime, ma la notizia è stata smentita.
«Lo stabilimento – scrive in una nota l’Ilva – sta mettendo in atto tutte le procedure che in questi casi di emergenza generale vengono adottate e gli impianti sono, come da procedura d’emergenza generale, presidiati».
Di sicuro «ha subito gravi danni strutturali ancora da quantificare». Intanto, sono stati messi in circolo tutti i bus aziendali per raccogliere il personale non addetto alla gestione dell’emergenza generale, per accompagnarlo alle portinerie e ai punti di incontro dell’azienda.
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