SALVI I LAVORATORI DELLA FAAC: “SALVINI STAVA PER FAR FALLIRE LA TRATTATIVA”
I DIPENDENTI SARANNO RIASSUNTI DA UN’ALTRA AZIENDA
Saranno tutti riassunti i dipendenti dello stabilimento Faac di Grassobbio, nel Bergamasco, rimasti senza lavoro dopo che il colosso controllato al 100% dalla curia di Bologna aveva deciso di chiudere la fabbrica spostando la produzione in Bulgaria. La multinazionale ha firmato un accordo con un’azienda del torinese che di qui al 15 aprile riassorbirà i 42 dipendenti con lo stesso trattamento, lo stesso stipendio e nella stessa sede di prima.
C’è dunque il lieto fine a una vicenda che aveva scatenato polemiche alimentate dall’insolita situazione della società di Zola Predosa, unica al mondo di quelle dimensioni ad appartenere alla chiesa, e proprio per questo sotto attacco per un comportamento apparentemente spregiudicato, riassumibile nella formula sintetica: delocalizzazione a Est e operai a spasso, con tanti saluti ai principi etici e tanto più a quelli cristiani.
Sulla questione era balzato il leader della Lega Matteo Salvini, animatore di una manifestazione sotto la sede della curia a Bologna, che aveva anche accusato la chiesa di badare alla cura dei migranti ma non a quella dei lavoratori italiani.
Oggi i vertici Faac, nello spiegare i termini dell’accordo che permetterà agli operai di tornare in fabbrica, hanno sottolineato come la campagna di Salvini abbia rischiato di mandare a monte la trattativa con la società piemontese avviata alcuni mesi fa: «E’ dalla fine di maggio che lavoravamo in silenzio a una soluzione e non abbiamo mai risposto alle provocazioni — dice il presidente Andrea Moschetti -. Gli attacchi hanno rischiato di far fallire la trattativa, perchè a nessuno in questi casi piace stare sotto i riflettori. Se fossimo in un mondo normale le scuse di Salvini sarebbero dovute».
Il responsabile personale Faac Michele Conchetto ironicamente ha aggiunto che magari il segretario leghista ora si sarebbe preso il merito dell’operazione e puntualmente, di lì a qualche ora, è arrivata la rivendicazione di Salvini: «Secondo voi, se la Lega non avesse più volte manifestato, sia a Bergamo che a Bologna, si sarebbe mosso qualcosa? Sono felice, ogni tanto il lavoro paga!»
Nei dettagli, l’accordo raggiunto fra Faac e la società che si insedierà a Grassobbio — un’azienda fornitrice della multinazionale il cui nome sarà rivelato la prossima settimana, specializzata nel settore meccanico, scelta fra tre soluzioni possibili — prevede che il gruppo di Zola Predosa erogherà un contributo economico sostanzioso per ogni dipendente assunto a tempo indeterminato, due anni di utilizzo a titolo di comodato gratuito dello stabilimento e altri 12 anni in affitto.
I lavoratori licenziati erano 50, due di loro nel frattempo hanno trovato un’altra occupazione, sei sono stati avviati alla pensione e i restanti 42 saranno assunti dai nuovi titolari in due tranche: 15 entro il prossimo 15 novembre e 27 entro il 15 aprile 2016.
La curia di Bologna, estranea alla gestione della Faac in virtù del trust di diritto inglese che governa le sorti della multinazionale, «è stata tenuta informata delle trattative di questi mesi e ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto».
Franco Giubilei
(da “La Stampa”)
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