“SALVINI CI STA LANCIANDO UN’OPA OSTILE E NOI GLI SORRIDIAMO”: NEL M5S SULL’IMMIGRAZIONE CRESCONO I MUGUGNI
LA VERGOGNOSA RESA AI RAZZISTI SEGNERA’ LA FINE DEL MOVIMENTO E’ LA CONVINZIONE DI MOLTI… QUANDO SI CERCA SOLO LA POLTRONA E NON LA DIFESA DI VALORI E’ LA FINE CHE CI SI MERITA
Nel primo pomeriggio Luigi Di Maio scende nella barberia della Camera. Mezz’ora di seduta, una ventina di giornalisti ad attenderlo. Quando esce, si infila velocemente dentro l’ascensore che lo porta al palazzo dei gruppi. Non mezza parola.
Tempo una manciata di minuti ed eccolo palesarsi su Facebook. E rispondere da quella tribuna alle domande sull’imbarcazione Aquarius, 629 persone a bordo, alla quale il tandem Matteo Salvini — Danilo Toninelli ha precluso l’accesso ai porti italiani: “Il nostro governo ha deciso, visto che non c’era nessuna emergenza, di non far sbarcare la nave e di fare appello agli altri Paesi europei affinchè non lasciassero ancora una volta da sola l’Italia nella gestione dei flussi migratori, che è un fenomeno che riguarda tutta l’Europa”. In quest’ottica, la mano tesa del governo spagnolo, che ha messo a disposizione il porto di Valencia, diventa così “un punto di svolta”: “Speriamo che questo non rimanga un gesto isolato ma che dia il via ad un approccio strutturale. Che deve passare prima di tutto per la modifica del Regolamento di Dublino”.
La linea del Movimento 5 stelle, d’altronde, si è da subito appiattita su quella della Lega. A partire dal comunicato congiunto che Toninelli ha firmato con il segretario del Carroccio. L’esponente 5 stelle, in quanto ministro delle Infrastrutture, ha la competenza tecnica sulle capitanerie di porto.
E fin da subito si è faticato a distinguere la sua linea da quella delle camicie verdi. “Ringraziamo la Spagna. È il segno di un nuovo vento di solidarietà che spira in Europa su questa emergenza. Ci siamo insediati da pochi giorni e già la musica sta cambiando”.
Si fa fatica a distinguere tra due posizioni differenti. Tanto più che lo stesso Giuseppe Conte — che al G7 aveva trovato un punto di mediazione tra le intemerate salviniane e la specificità della linea italiana — ha appoggiato in toto l’operato dei suoi ministri: “È una svolta importante: da oggi l’Italia non è più sola”.
*In serata ha riunito i ministri competenti (Salvini, Di Maio, Toninelli, Trenta) in una sorta di gabinetto di crisi. Perchè se è vero che grazie all’intervento iberico la crisi del momento sembra essere risolta, la grande preoccupazione del Movimento si può riassumere in questa domanda: cosa facciamo se Salvini ci impone questa stessa linea per ogni barcone che arriverà da qui alla fine dell’estate?
Per ora la risposta è semplicemente quella di non entrare in rotta di collisione con l’alleato.
Quando Filippo Nogarin, primo cittadino di Livorno, rende nota la disponibilità del porto cittadino per lo sbarco dell’Aquarius, da Roma partono telefonate infuocate. Il testo viene rimosso in pochi minuti. Più tardi è costretto a precisare: “È una posizione mia personale come sindaco della città . Dal momento in cui mi sono reso conto che questa cosa poteva creare dei problemi al governo mi è sembrato corretto rimuovere il post”.
Così tutti gli occhi vengono puntati su Roberto Fico. Il presidente della Camera, considerata la storia politica e lo scranno istituzionale dal quale parla, potrebbe essere il vero controcanto in maggioranza rispetto all’esibizione muscolare dei leghisti. È atteso a San Ferdinando, per portare le “condoglianze di Stato a Soumayla Sacko, il ragazzo barbaramente ucciso con un colpo di fucile alla testa”. Non più tardi di venerdì, aveva ribadito la necessità di “accogliere gli ultimi” incontrando Amnesty International.
Eppure rimane al coperto. In mattinata sente Nogarin, che lo chiama per un confronto. Quindi Toninelli. Solidarizza con il sindaco pentastellato. Poi però offre un assist al governo: “Fermo restando che la linea è sempre la cooperazione, l’accoglienza e il dialogo, il fatto che la Spagna abbia accettato l’idea di una solidarietà nel Mediterraneo più collettiva secondo me è un dato importante. Si pone una questione che deve essere affrontata dall’intera Europa”.
Come, non è dato saperlo. Perchè al vertice europeo di fine giugno è palese che non sussista una maggioranza che apra a una modifica del trattato di Dublino in senso favorevole ai desiderata del governo.
E la gestione complessiva della vicenda rischia di aprire un solco non indifferente tra Lega e M5s. Ma ancora di più tra la leadership stellata e una considerevole fetta della base parlamentare, per non citare quella elettorale.
Una delle persone più vicine a Di Maio non nasconde le proprie preoccupazioni: “Questa cosa rischia di schiacciarci. È il tema dei temi, e noi siamo in grandissima difficoltà “. La difficoltà del momento è risolta da una fonte che ha costante accesso nella war room: “Se penso che potrebbe esserci mio figlio in una di quelle barche lo andrei a prendere io stesso. Ma se guardo a come ci tratta l’Europa…”. Il punto è sempre quello: cosa facciamo in vista dell’estate? “Se non troviamo una linea nostra rimaniamo schiacciati”.
I consiglieri del capo politico vedono anche un errore di comunicazione: “Se Salvini alla linea della fermezza associasse anche la preoccupazione per le vite umane sarebbe tutto diverso, la narrazione sarebbe assolutamente differente e più gestibile. Ma così diventa un macello”.
Un deputato spiega: “Il problema è che è in gran parte un problema di cooperazione internazionale. E la Lega ha una storia nulla sulla cooperazione, lo slogan aiutiamoli a casa loro è, per l’appunto, solo uno slogan”. E quindi “è vero che bisogna attuare politiche di disincentivazione alle partenze, ma non puoi nemmeno fare politica sulla pelle della gente”.
Il senatore Nicola Morra si spinge appena un po’ più in là : “È evidente che siamo forze politiche alternative, sostanzialmente differenti”. Già . Il problema è che questa di pasta che dovrebbe essere differente finora non si vede traccia.
Al momento, come spiega un parlamentare di lungo corso, la situazione è più o meno questa: “Salvini sta lanciando su di noi un’opa ostile. E mentre lo fa, noi gli sorridiamo in faccia”.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply