SALVINI DIFFIDATO. LA RAPPRESENTANTE DI LISTA: “NON USARE LA NOSTRA CANZONE PER I TUOI COMIZI, LA NOSTRA MALEDIZIONE SI ABBATTA SU DI TE”
IL GRUPPO MUSICALE ATTACCA IL LEGHISTA: “BECERO ABUSATORE DI HIT”… A SANREMO SALVINI LI AVEVA ACCUSATI DI FARE “IL SALUTO COMUNISTA”, ORA LI USA PER I SUOI COMIZI
“Ci arriva voce che al comizio di Salvini il dj abbia messo ciaociao. La nostra maledizione sta per abbattersi su di te, becero abusatore di hit”. Così su Twitter Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, che insieme formano il gruppo La Rappresentante di Lista.
Un post che sta ricevendo una marea di “mi piace” e di commenti positivi.
Allo scorso Sanremo, il loro brano conquistò il settimo, ma è riuscito a conquistare il pubblico e la testa delle persone.
Il brano è stato il più trasmesso dalle radio, dopo quello dei vincitori Mahmood e Blanco. Il video ufficiale, pubblicato il 2 febbraio, a oggi conta quasi 42 milioni di visualizzazioni. Incredibile è stato anche il successo su Tik Tok, dove il brano viene usato per tanti tanti brevi video.
Benissimo è andato anche il video dell’esibizione sanremese pubblicato sui social della Rai, anche grazie al pugno chiuso, alzato dalla cantante sul palco, che pure ha suscitato qualche polemica. In particolare, lo stesso Matteo Salvini puntò il dito contro il gruppo accusandoli di “saluti comunisti” sul palco dell’Ariston.
La canzone ha un ritmo allegro e spinge il pubblico a ballare (come è accaduto all’Ariston), ma racconta un dramma, una sorta di fine del mondo. Eppure il ritornello ha sfondato: “Ti saluto con amore, con le mani, con le mani, con le mani, ciao ciao, Con i piedi, con i piedi, con i piedi, ciao ciao. E con la testa, con il petto, con il cuore, ciao ciao. E con le gambe, con il culo, coi miei occhi, ciao!”. I
l risultato è stato travolgente.
Non è certo la prima volta che qualche politico si appropria di canzoni particolarmente pregnanti per metterle al servizio della propria propaganda. Il leader del Carroccio era stato protagonista di una vicenda del genere già nel 2016, quando in vista dei referendum costituzionali diede una chiara indicazione ai suoi elettori, scippando a Vasco Rossi (senza il suo consenso) il superclassico “C’è chi dice no”.
In quell’occasione, il cantante prese immediatamente le distanze dalla citazione poco gradita e, pur non facendo riferimenti espliciti al numero uno della Lega, si dissociò “dalla facile strumentalizzazione a scopo politico della mia canzone”, aggiungendo “la propaganda politica stia alla larga dalle mie canzoni”.
(da agenzie)
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