SALVINI, ORBAN, WILDERS: L’INUTILITA’ DEI SOVRANISTI
CRITICANO BRUXELLES MA SONO DIVISI DA INTERESSI CONTRASTANTI
A questo punto la domanda è più che lecita: a cosa servono i sovranisti?
Nati per lucrare sulla cattiva reputazione dell’Unione Europea (per alcuni versi giustificata), continuano a muoversi divisi per interessi nazionali.
L’ultradestra olandese che fa paura a Mark Rutte, per dire, rivendica il contrario di quanto dice Matteo Salvini: vuole che l’Olanda controlli l’Italia sulla spesa del recovery fund. E’ solo un esempio. Ma c’è dell’altro.
Ora che l’intesa è fatta, chi aveva scommesso sul fallimento non sa che dire. L’anti-europeismo arranca anche per un altro motivo specifico: stavolta, a differenza che in passato, sono le stesse forze europeiste al Parlamento europeo a intestarsi tutta la critica possibile all’intesa raggiunta ieri all’alba. Per migliorare l’Ue, puntando all’interesse comune.
Prova ne è la risoluzione di maggioranza che domani l’Eurocamera adotterà per piantare i suoi paletti all’intesa europea su ‘Next generation Eu’. Un testo durissimo che non lascia scoperto alcun aspetto di critica democratica all’accordo siglato dai leader. I sovranisti? Non pervenuti.
Non possono certo votare una risoluzione firmata da Popolari, socialisti, Verdi, liberali e sinistra. Ma oltre tutto, tra loro, sono sempre più divisi.
Si prendano Viktor Orban e il suo ‘amico’ polacco Mateusz Morawiecki. Loro due esultano per l’intesa in Consiglio europeo: hanno ottenuto un certo annacquamento della condizionalità che lega i fondi Ue al rispetto dello stato di diritto.
Come voteranno gli eurodeputati ungheresi di Fidesz, che nell’Europarlamento europeo rientrano nella famiglia dei Popolari (pur sospesi, non ancora espulsi)?
E che faranno i polacchi del Pis di Kaczynski che siedono nello stesso gruppo degli eletti di Fratelli d’Italia, i Conservatori e riformisti europei, critici dell’intesa firmata dai leader? Probabilmente dovranno allinearsi ai voleri dei loro leader: così si usa nelle loro democrazie illiberali.
Di fronte all’accordo raggiunto sul ‘Next generation Ue’, l’anti-europeismo sovranista perde la sua ragion d’essere.
Non solo perchè al netto di tutto un’intesa – storica, per la prima volta si piantano semi di debito comune europeo – c’è stata e chi scommetteva sul fallimento è evidentemente all’asciutto.
Ma anche perchè l’accordo dei leader mette a nudo le loro contraddizioni, il motivo per cui non può esistere un’internazionale sovranista e men che meno un gruppo parlamentare unico all’Eurocamera: Salvini ci ha provato e non ci è riuscito, naturalmente.
Però c’è qualcosa di più e di nuovo: stavolta la critica all’accordo se la sono intestata le stesse forze parlamentari europeiste al Parlamento europeo, anche loro con un bel po’ di contraddizioni rispetto ai loro leader nazionali, certo.
E’ la politica europea che tenta di farsi avanti e imporsi sugli interessi nazionali, ancora con scarsi risultati ma nelle democrazie liberali il tentativo potrebbe anche riuscire.
Chi ci perde realmente è chi aveva fondato un impero politico aizzando le masse contro Bruxelles e conducendo un gioco abbastanza facile: questa Europa ne ha fatte tante per distaccarsi dai bisogni reali dei suoi cittadini da diventare per certi versi indifendibile.
Ma è una visione che non può perdersi così perchè non ne guadagnerebbe nessuno. E ora qualcosa di nuovo c’è. C’è un’intesa insoddisfacente nei tagli a ricerca, digitale, sanità ma c’è anche l’antidoto nello stesso campo europeista o almeno un embrione di anticorpo politico.
A che serve dunque il sovranismo anti-europeista?
(da “Huffingtonpost“)
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