SALVINI SBALLA DA SOLO: GLI TOCCHERA’ SDRAIARSI SUI BINARI SENZA COMPAGNIA
VOLEVA FERMARE L’ITALIA MA GLI ALLEATI LO MOLLANO … PECCATO, AVEVA INVITATO GLI ITALIANI A FARE PER TRE GIORNI QUELLO CHE LUI FA DA VENTI ANNI: NON LAVORARE
Forza Italia si smarca dalla scia di Matteo Salvini. E lo fa con un occhio alle prossime elezioni, non quelle politiche forse ancora lontane, ma a quelle amministrative e, in particolare, alla corsa per Milano.
Cade nel vuoto la proposta di bloccare l’Italia per tre giorni per dare la “spallata” al governo di Matteo Renzi.
Per la verità , la proposta dello sciopero bianco da attuare a inizio novembre è stata bocciata un po’ da tutta l’opposizione: non solo Raffaele Fitto, convinto che il premier sia già abbastanza fermo da solo, ma anche l’esponente del direttorio M5s Carla Ruocco secondo cui “Salvini è vecchio come Renzi”.
Anche Forza Italia, con Giovanni Toti, prende le distanze: “lItalia si deve sbloccare, non bloccare”, dice.
Forza Italia ha altre esigenze. Silvio Berlusconi appare sempre più lontano dalla sua creatura: se Salvini parla e riparla, il Cavaliere invece tace da giorni.
Semmai sono gli altri a parlare di lui, tirando il ballo i voti azzurri per saldature sulle riforme tanto con la minoranza dem quanto con la compagine renziana.
Ma si tratta, almeno per ora, di una centralità effimera.
E così, in assenza del Capo, il partito si è barcamenato sui temi centrali del dibattito agostano, assumendo a volte posizioni paradossali tra loro. Come è accaduto in questi giorni nella polemica sull’immigrazione e la Cei.
Da una parte Maurizio Gasparri che ripete che monsignor Galantino non ha il gradimento del 90% dei vescovi o Daniela Santanchè che si schiera totalmente con Salvini, dall’altra personaggi come Osvaldo Napoli che – ieri per primo – ha accusato il numero uno del Carroccio di “danneggiare il centrodestra” con le sue “volgarità ” contro i vescovi.
Sintomo che la competizione con la Lega comincia a farsi più forte man mano che il voto amministrativo si avvicina.
Ed è vero che i padani sono considerati degli alleati, ma i vari dirigenti azzurri, soprattutto quelli che sperano di riscattare le ultime scarse percentuali del partito, hanno ben presente il motto “competition is competition”.
“Stiamo lasciando spazio politico a Salvini alla grande”, ammette un berlusconiano di lungo corso. Giovanni Toti, uno che le elezioni le ha vinte anche grazie al buon rapporto con la Lega, minimizza.
Più duro, però, è il capogruppo al Senato, Paolo Romani. “Io -spiega -esigo che il governo affronti il problema invece di limitarci a stupide polemiche con i vescovi. Non penso che la politica si possa fare solo con slogan. La posizione di Forza Italia è chiara ed è agli atti parlamentari, poi sotto l’ombrellone ciascuno può dire ciò che vuole”.
E anche Maria Stella Gelmini usa toni meno concilianti: le critiche – afferma – vanno fatte a Renzi, non alla Chiesa.
E non è probabilmente un caso se due voci tra le più critiche si siano levate proprio da esponenti della Forza Italia lombarda, entrambi peraltro entrati nel toto nomi dei candidati per il dopo Pisapia.
Nella corsa a sindaco di Milano, infatti, il partito azzurro si gioca buona parte delle chance di risollevare le proprie sorti.
La competizione con la Lega, in termini di consenso, è apertissima e se Salvini parla alla cosiddetta pancia della gente, i dirigenti azzurri devono riconquistare quell’elettorato moderato che ora sembra molto lontano.
(da “Huffingtonpost”)
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