SARDINE ALLA PROVA DEL MARE APERTO: OBIETTIVO 100.000 DOPO APPENA 30 GIORNI DALLA PRIMA USCITA E 100 PIAZZE D’ITALIA
A PIAZZA SAN GIOVANNI DAL PALCO LA LETTURA DEGLI ARTICOLI DELLA COSTITUZIONE… CASAPOUND NON CI SARA’
Riusciranno le sardine, da seimila che erano un mese fa a Bologna, a diventare centomila in piazza San Giovanni a Roma?
La risposta arriverà domani, quando la piazza storica della sinistra – nel 2006 espugnata da Berlusconi e a ottobre teatro della reunion del centrodestra a trazione Salvini-Meloni – ospiterà la prima manifestazione nazionale del movimento anti sovranista nato un mese fa a Bologna e via via dilagato in tante piazze italiane.
A un mese esatto dalla discesa in campo e dopo aver toccato un centinaio di città , le Sardine affrontano quella che è già stata ribattezzata “la prova del nove”
CasaPound ci ripensa. I fascisti del terzo millennio, che pure per qualche giorno avevano lasciato intendere di voler comunque essere presenti, senza bandiere e senza cantare “Bella ciao”, non parteciperanno.
“Non ci imbuchiamo alle feste – ha spiegato ad HuffPost, il leader di Casapound, Simone di Stefano – Non saremo in piazza San Giovanni anche perchè abbiamo visto che dall’altra parte non c’è alcuna volontà di dialogare”
Obiettivo centomila. Una piazza nella quale gli organizzatori contano di radunare centomila persone. Proprio “100.000 sardine a Roma” si chiama il gruppo Facebook creato per l’evento, ribattezzato “la più grande rivoluzione ittica d’Italia”.
Un traguardo che Mattia Santori, fondatore del movimento anti Salvini con Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa, ha definito “molto coraggioso”, aggiungendo: “ma nelle ultime settimane essere ambiziosi ha pagato”.
Sono attesi bus in arrivo da tutt’Italia – di sicuro Sardine arriveranno dalla Campania, dalla Toscana e dall’Umbria, – a cominciare dall’Emilia Romagna, terra natale del movimento, che domenica, in una riunione tra i referenti dei territori – in tutto circa 160 persone, non nominati dai fondatori, ma che si sono in qualche modo “auto selezionati” in quanto organizzatori degli eventi nelle varie piazze – si interrogherà anche sulle sfide future.
E certamente sul primo bilancio conteranno i numeri registrati a Piazza San Giovanni in quello che Ogongo definisce “un evento storico, perchè per la prima volta i cittadini si sono organizzati e scendono in piazza per rimettere al centro dell’attenzione e del dibattito politico la persona umana e affermare pacificamente che il linguaggio della politica non può essere la retorica aggressiva e provocatoria di chi pensa che la politica sia una sceneggiata”.
“Festa della Costituzione”. Per Ogongo, 45 anni, originario del Kenya e adesso italiano senza cittadinanza, alle spalle una battaglia per lo “ius soli”, domani piazza San Giovanni ospiterà “la festa della Costituzione”.
“Mi piacerebbe – ha detto ad HuffPost – che diventasse un momento per riabbracciare la nostra Costituzione, documento stupendo, che tutto il mondo ci invidia e deve diventare il nostro punto di riferimento. Se fosse applicata, il nostro sarebbe un Paese stupendo”.
E infatti, anticipa il promotore, ai microfoni – accesi da un camion affittato grazie ai circa 11mila euro raccolti con il crowdfunding avviato poco dopo aver lanciato l’invito a scendere in piazza a Roma – si succederanno “persone normali” che leggeranno gli articoli della Costituzione.
Prenderanno la parola anche i leader bolognesi, la presidente dell’Anpi, Carla Nespolo, e il medico di Lampedusa, oggi eurodeputato Pd, Pietro Bartolo.
Ancora da confermare, invece, gli interventi del sociologo Domenico De Masi e della ragazza musulmana, Nibras Assas.
“Vorremmo non fosse tanto una passerella per personaggi famosi – ha precisato Ogongo – quanto piuttosto una festa pacifica per persone comuni. La mia soddisfazione sarebbe vedere la piazza affollata, per l’appunto, di gente comune, famiglie, spinte dalla voglia di manifestare pacificamente, gridando in silenzio la propria contrarietà a un certo linguaggio e a un certo modo di fare politica che ci fanno sentire meno sicuri”.
Sardine grandi e piccole. No alle bandiere di partito, il programma prevede circa novanta minuti di scaletta con musica, letture, e spazio alla cultura.
Sulle teste dei partecipanti sfilerà uno striscione lungo quaranta metri sul quale i volontari – in piazza ce ne saranno oltre trecento – hanno disegnato una sardina gigante. Sardine di cartone saranno distribuite ai manifestanti e certamente ci saranno anche le sardine di stoffa realizzate dall’associazione Nazionale Botteghe del Mondo (ciascuna costa otto euro ciascuna, di cui — ha spiegato Santori — cinque euro servono per il materiale e la manodopera, un euro resterà all’associazione, uno andrà alla Caritas e infine un euro alle Sardine, che diventando sempre di più hanno anche bisogno di autofinanziarsi). E in piazza non mancheranno i volti noti del mondo della cultura e della politica.
La piazza vip. Dallo scrittore e poeta Erri De Luca, che ha spiegato ad HuffPost le ragioni della sua presenza, alla cantante Paola Turci, dalla showgirl Alba Parietti al comico Giobbe Covatta alla scrittrice Dacia Maraini e poi il prete e attivista, Alex Zanotelli – per citarne alcuni.
Potrebbero esserci anche esponenti del mondo della politica: la sindaca di Roma, la Cinquestelle Virginia Raggi e la fidanzata di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, il cui endorsement alle Sardine, lanciato sabato scorso attraverso un’intervista ad HuffPost, ha suscitato grande clamore.
Data per certa, invece, la presenza, dell’ex consigliere di Gianfranco Fini, Filippo Rossi.
Arcigay, PapaBoys e Sardine nere. Ci saranno la Fiom, l’Arcigay, i PapaBoys, la rete di attivisti “Restiamo umani”, le femministe, gli antirazzisti. E le “sardine nere”, migranti e italiani di seconda generazione, sabato scorso scesi in corteo a Napoli per protestare contro il mancato rilascio dei permessi di soggiorno.
Un bus partirà da Napoli, “ma – ha spiegato Abdel El Mir, nato in Marocco arrivato in Italia da bambino e ancora senza cittadinanza – altre Sardine nere arriveranno da diverse parti d’Italia”.
Il loro obiettivo è “portare nella piazza delle Sardine temi fino ad ora non affrontati. Come la necessità di abolire i decreti sicurezza, di approvare la legge sullo ius soli, per fare due esempi. “Negli incontri delle Sardine si è parlato tanto del fatto che bisogna combattere intolleranza e discriminazione, noi portiamo delle proposte concrete per farlo”, ha aggiunto El Mir.
Presente e futuro. Sarà un successo? “Ci interessa che i contenuti proposti siano un’alternativa al messaggio lanciato dai sovranisti – ha detto oggi Santori – Credo che domani sarà comunque un successo perchè le energie che scenderanno in piazza avranno un valore e un significato. Sarà soprattutto la piazza di Roma e della regione Lazio. Tuttavia, essendo la Capitale la manifestazione ovviamente assume una valenza nazionale perchè ci sarà tanta gente che vorrà unirsi pur essendo già stata in piazza in altre città ”.
Quanto al futuro, in riferimento alla riunione coi referenti fissata per domenica, il leader delle Sardine, ribadendo di non voler creare un partito, ha precisato: “Dovremo darci una struttura non tanto sui contenuti quanto sull’organizzazione. L’idea che spiegheremo ai vari referenti è che l’obiettivo è essere un corpo intermedio tra la politica e il mondo civico attivo. Non possiamo sostituirci alle associazioni, alle lotte e alle battaglie politiche dal basso. Dobbiamo rappresentare un collegamento tra i partiti e la società civile attiva”.
Prima, però, c’è Piazza San Giovanni, il banco di prova nazionale.
(da “Huffingtonpost”)
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