“SCIACALLO, BUFFONE, TORNA A CASA”: DURA CONTESTAZIONE A SALVINI A CASALECCHIO, SOMMERSO DALLE URLA NON RIESCE A PARLARE, IL COMIZIO DURA DUE MINUTI
E IL BAR LO TIENE FUORI: “NON MI PRESTO DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE”
Non si entra. Matteo Salvini, stamattina a Casalecchio per il suo tour elettorale in vista delle elezioni regionali che si terranno il 26 gennaio, aveva dato appuntamento per una “colazione coi i cittadini” alle 9.30 al bar “Dolce Lucia” di via Marconi, ma il titolare sta impedendo l’ingresso ai sostenitori della Lega: “Avrei preferito che fosse andato in un altro bar, noi non facciamo cassa da risonanza per nessuno”, dice Gabriele Gandini, che resta sulla porta del bar, mentre i fan di Salvini sono costretti a rimanere all’esterno. “Abbiamo parlato col suo staff”, precisa, “e gli abbiamo chiesto di non fermarsi per motivi di ordine pubblico”.
E aggiunge: “Mi hanno telefonato ieri sera ma non si fa così, io non mi presto durante la campagna elettorale. Lo dico da tre anni, l’ho detto anche al sindaco. Se vuole viene, prende un caffè e poi se ne va”. E ribadisce: “Sul marciapiede fuori può fare quello che vuole. Io devo mantenere la sicurezza e l’ordine pubblico, non posso far entrare tutte queste persone in una volta. Possono andare ad aiutare altri a bar a prendere un caffè, non ho pregiudizi verso la concorrenza”.
Tutti dunque restano fuori, ma Salvini, fra un selfie e l’altro ha chiesto ai suoi di spostarsi all’ingresso “altrimenti ci denunciano per blocco stradale”. E sul comportamento del titolare dice: “Ha anche ragione, gli abbiamo occupato tutto l’ingresso”.
Dopo il bar che non ha fatto entrare i suoi sostenitori, Matteo Salvini è stato contestato a Casalecchio nel bolognese: arrivato davanti alla Casa della conoscenza, la biblioteca comunale, dove era allestito un banchetto della Lega, il numero uno del Carroccio è stato accolto da un gruppo numeroso di persone formato da cittadini, studenti e sindacati che ha cantato “Bella Ciao”, esponendo lo striscione “Casalecchio non si lega”.
Poi, arrivato al banchetto della Lega, saliva su uno sgabello col microfono in mano per fare il suo comizio. Ma la protesta non si è fermata, e anzi è raddoppiata
Non è mancato anche qualche attimo di tensione, quando alcuni leghisti strappano un paio di volantini di mano. Da una parte e dall’altra si cerca di sovrastare le rispettive urla. Il risultato è che l’atteso comizio di Salvini è durato giusto un paio di minuti.
(da agenzie)
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