SCAMPIA: 100 MILIONI DI EURO L’ANNO, IL BUSINESS CHE FA SPARARE I CLAN
TRA SECONDIGLIANO, SCAMPIA E LA PERIFERIA DI NAPOLI IL PIU’ GRANDE SUPERMARKET DI DROGA D’EUROPA
A un certo punto, il questore di Napoli, Luigi Merolla, usa una immagine che rende la drammaticità della situazione, il giorno dopo l’ennesimo omicidio della nuova guerra di camorra: «La controffensiva dello Stato si fa sentire, ogni giorno occupiamo le loro piazze di spaccio rendendo complicata la loro esistenza».
Onesto il questore Merolla, consapevole che la situazione è difficile, che in alcuni territori di Napoli e provincia è la camorra che comanda, che lo Stato gioca di rimessa.
Da Sarajevo il cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, è senza speranze: «La camorra è un tumore. E’ un animale al quale tagliano la testa e se ne ritrova due. Tutto era stato previsto…».
E lo scenario di questa nuova guerra di camorra tra Secondigliano, Scampia e la periferia maledetta di Napoli, racconta di altro sangue che dovrà scorrere per il controllo del più grande supermarket di droga d’Europa, che fattura cento milioni di euro ogni anno e dà lavoro a 300, 400 dipendenti.
Anche di domenica gli uomini della Omicidi della Mobile di Napoli sono al lavoro. Raffaele Abete aveva 42 anni.
Tre colpi in testa all’uscita di un bar. Fratello del boss Arcangelo, detenuto proprio nel supercarcere di Secondigliano, era uno sprovveduto.
Ma poco importa se era inesistente il suo spessore criminale, l’importante è il cognome che portava.
Una risposta, la sua eliminazione, all’omicidio del 23 agosto sulla spiaggia di Terracina, di Gaetano Marino, fratello di Gennaro, il capoclan.
Due omicidi, gli ultimi, eccellenti. Che colpiscono al cuore, al vertice cartelli di clan contrapposti. E che fanno temere una nuova escalation.
L’avvio di questa guerra, per la Omicidi diretta da Fulvio Filocamo, ha una data d’inizio, il 9 gennaio, con il duplice omicidio di Luigi Stanchi e del suo autista, Raffaele Montò, ritrovati carbonizzati nella loro Smart al cimitero di Melito.
Stanchi era il «cassiere» delle Case dei Puffi di Secondigliano, la piazza di spaccio degli Abete-Abbinante-Notturno.
E prima ancora di Stanchi, sempre all’inizio dell’anno, almeno tre omicidi di altrettanti esponenti di un altro clan, i PaganoAmato, hanno dato il via a questa strana guerra di camorra.
«E’ probabile che a tirare le fila di questi omicidi siano gli esponenti dei Vanella-Grassi, il clan emergente di giovani spacciatori che chiedono spazio e lo conquistano con operazioni spericolate.
Ricordano i Corleonesi quando avviarono il golpe interno a Cosa nostra». L’immagine del funzionario della Mobile di Napoli rende l’idea. Insomma, non siamo ancora in grado di ricostruire mandanti ed esecutori di ognuno dei dieci omicidi della nuova guerra di camorra, ma lo scenario comincia ad essere abbastanza chiaro.
Nel 2004, 2005 si era compiuta la guerra di Scampia, con la vittoria degli Scissionisti sui Di Lauro oggi asserragliati nel loro «Terzo Mondo», dove controllano la piazza dello spaccio. Una guerra che aveva contato sessanta morti e un numero imprecisato di «scappati».
Oggi quegli assetti criminali che si formarono con la guerra cruenta tra clan, sono di nuovo rimessi in gioco.
I vecchi vincitori dell’ultima guerra, i Pagano-Amato, sono oggi confinati nelle piazze di Melito, Mugagno e, novità delle ultime ore, di Marano, piazza molto ricca e importante nella storia della camorra napoletana.
E questo farebbe ipotizzare che dalla periferia i Pagano-Amato potrebbero rientrare in gioco. Ci sono poi gli Abete-Abbinante-Notturno che controllano Scampia e infine gli emergenti Vanella-GrassiLeonardi e Marino che dalla vecchia Secondigliano si stanno espandendo nella 167, alle Velle, nelle piazze che contano.
Proprio l’omicidio di Gaetano Marino – Terracina, 23 agosto scorso – è quello «più difficile da decifrare», secondo gli investigatori della Mobile. A una prima lettura, sembrerebbe organizzato dal cartello «Abete-Abbinante-Notturno».
Ma gli investigatori non escludono che potrebbe essere una manovra degli stessi Vanella, nella logica «di un golpe corleonese».
E cioè di creare «tragedie» tra gli stessi cartelli per spingere a una guerra fratricida e conquistare così il potere interno.
I nuovi emergenti, dunque, sarebbero i fratelli Magnetti che guidano il cosiddetto cartello Vanella-Grassi.
Quelli che sembravano i nuovi boss, giovani ventenni come Mariano Riccio, genero del boss Cesare Pagano, o lo stesso Antonio Leonardi, sarebbero in ritirata.
Avvertono gli investigatori che bisogna «aspettare».
Lo Stato oltre a occupare le piazze dello spaccio è in grado oggi di arrestare le nuove pedine di questo gioco di morte che va in scena a Napoli?
Guido Ruotolo
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