SCANDALO SLOT MACHINE
LA CASTA SBANCA ANCHE LA CORTE DEI CONTI… COLPO DI SPUGNA IN ARRIVO PER I 90 MILIARDI CHE LO STATO SI ERA “DIMENTICATO” DI RISCUOTERE DAI CONCESSIONARI…
Si tratta di una cifra pari a tre finanziarie, tra crediti non riscossi e penali calcolate, la somma derivante dallo scandalo a cui il quotidiano genovese, “il Secolo XIX”, ha dedicato mesi di approfondita indagine, arrivando ai piani alti della politica e alle connivenze mafiose collegate alla gestione delle slot. Ne hanno parlato anche Beppe Grillo e “Striscia la Notizia”, ma tutto sta per essere messo a tacere, attraverso una intesa trasversale in Parlamento.
La vicenda traeva origine dal fatto che, per legge, come una slot machine veniva installata in un esercizio commerciale, essa avrebbe dovuto essere collegata ai Monopoli di Stato, in modo da monitorarne le giocate e prelevare il 12% di tasse sull’incasso della slot. Accadde invece che per svariati mesi migliaia di macchinette, gestite da dieci concessionarie, non fossero affatto collegate e pertanto lo Stato non abbia incassato un euro. Ovviamente ciò ha determinato un illecito introito da parte delle concessionarie stesse e un danno erariale allo Stato. Intervenne la Corte dei Conti che, sulla base tra l’altro della convenzione esistente e firmata da ambo le parti, stimò il danno subito dallo Stato, con relative penali previste, in circa 90 miliardi di euro, condannando le concessionarie a versare gli importi dovuti e il direttore dei Monopoli, Giorgio Tino, a pagare 1,2 miliardi di euro. Sono state sanzionate le dieci società in questa misura : Atlantis con 31 miliardi, Cogetech con 9,4 miliardi, Snai con 8,1 miliardi, Lottomatica con 7,7 miliardi, Cirsa con 7 miliardi, Hbg con 7 miliardi, Codere con 6,8 miliardi, Sisal con 4,5 miliardi, Gmatica con 3,1 miliardi, Gamenet con 2,9 miliardi. Tutte dovranno comparire l’8 dicembre dinanzi alla Corte dei Conti del Lazio, ma i “santi protettori” dei concessionari si sono mossi in tempo, modificando la Convenzione. Ma andiamo per gradi: scoppiato lo scandalo, erano state fatte delle audizioni di fronte alle Commissioni parlamentari, erano sfilati dirigenti dei Monopoli e titolari di concessionarie davanti a deputati di tutti gli schieramenti che avevano “stranamente” preso le difese delle società , invece che dell’Erario. Si ascoltarono interventi improntati a sanzionare ma con “ragionevolezza”, in modo “commisurato”, strani concetti giuridici. Addirittura due deputati della Rosa nel Pugno formalizzarono una proposta di ” rivedere, anche retroattivamente, le condizioni della convenzione e il termine del 31 ottobre 2004″. Spostando in avanti la data del sistema operativo di controllo delle slot, poteva così non farsi rientrare la data degli accertamenti fatti dalla Corte. Effetto finale? La sparizione dei 90 miliardi di euro. Ora sono arrivati a stipulare una nuova convenzione che cancella la vecchia, in cui si stabilisce che nessuna penale è dovuta dal concessionario in caso di ritardo nel pagamento della quota del 12% di tasse dovuto allo Stato …Se un cittadino tarda è sanzionato, ma se un concessionario tarda a versare milioni di euro…si chiuderà un occhio. Tutto previsto da un esperto che aveva sentenziato: ” Se fosse abolita la sanzione per il futuro, anche le somme richieste per il passato sarebbero cancellate”. In queste società concessionarie, che agiscono come le “dieci sorelle” in regime di monopolio, sono rappresentati uomini legati a vari partiti, in modo trasversale. Un esempio per tutti: sapete chi è il legale rappresentante della Atlantis, la società cui la Corte dei Conti chiede 31 miliardi di euro, la cifra più alta in assoluto? Amedeo Laboccetta, storico esponente napoletano di An, appena rieletto alla Camera dei Deputati…E’ il caso che chi ha interessi e affari con la pubblica Amministrazione rivesta un ruolo in Parlamento? Evidentemente per Fini è opportuno, l’importante è non essere più figli di un dio minore, il resto non conta.
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