SCELTA CIVICA CHIUDE LA PORTA A UN GOVERNO CON I GRILLINI
I MONTIANI RESTANO IN ATTESA: “DISPONIBILI SOLO A UN GOVERNO RIFORMISTA ED EUROPEO”
Mario Monti chiude a qualsiasi ipotesi di governo che comprenda il Movimento 5 Stelle e lascia solo Bersani nella rincorsa a Grillo.
La decisione viene presa nella riunione degli eletti civici di ieri.
Il premier uscente lo dice chiaro e tondo: «Siamo per un governo di riformatori responsabili aperto a tutti» che guardi sia alle riforme istituzionali sia a quelle economiche. Per questo i montiani non voteranno alla presidenza delle Camere un candidato grillino e comunque abbracceranno solo candidature che prefigurino un futuro accordo di governo
Non fa mistero il coordinatore di Scelta Civica Andrea Olivero: «Siamo determinati nel sostenere candidature che portino a una solida e chiara maggioranza riformista per il governo del Paese».
Dunque per i montiani vanno bene solo candidati del Pd o del Pdl.
Oppure uno espresso dal proprio partito.
L’ex presidente delle Acli d’altra parte ricorda che i civici entreranno in una maggioranza, «e di questa può far parte anche il M5S, che identifichi punti chiari e netti su cui vi sia convergenza e tra questi elementi indispensabili ci sono l’assunzione delle nostre responsabilità e del nostro ruolo in Europa».
Come dire, noi con Grillo non ci stiamo visto che una sua virata sull’Europa sembra del tutto remota.
E chi ha partecipato alla riunione con il Professore rimarca che lo stesso discorso vale per la Lega, con la quale Monti non entrerà mai in maggioranza.
Un no preventivo di fronte ai recenti movimenti sotterranei del Carroccio, interessato ad aiutare la nascita di un governo.
Olivero attacca anche Bersani e gli otto punti approvati dalla direzione del Pd per stanare Grillo.
«Anche se dice che sono rivolti a tutti, sembrano indirizzati più che altro verso il M5S. Per noi mancano dei punti che indichino con chiarezza l’impianto europeo e riformista».
Di fatto la linea di Monti – spiegano gli strateghi di Scelta Civica – resta la stessa che aveva abbracciato alla sua “salita in politica”: scommettere su uno sgretolamento del Pd e del Pdl e mettersi al traino di una maggioranza fatta dalle anime riformiste dei due principali partiti.
Alberto D’Argenio
(da “La Repubblica“)
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