SCONTRINI DI RENZI, ORA LA CORTE DEI CONTI CHIEDE APPROFONDIMENTI
I MAGISTRATI CONTABILI VOGLIONO SAPERE DI PIU’ SULLE SPESE SOSTENUTE QUANDO ERA SINDACO
Caccia agli scontrini, la Corte dei conti della Toscana chiede “approfondimenti” a Palazzo Vecchio. Non su tutti gli anni di Matteo Renzi sindaco.
Chiede di sapere di più sulle spese di rappresentanza rendicontate secondo i moduli introdotti dal decreto 138 del febbraio 2012 dall’allora ministro degli interni Cancellieri.
In sostanza, le spese di rappresentanza sostenute dal 2012 in poi. A partire dal quel decreto i Comuni sono del resto tenuti ad utilizzare uno “schema tipo” con tre voci essenziali: la descrizione dell’oggetto della spesa (un pranzo, una trasferta..), l’occasione in cui è stata sostenuta la spesa (di fatto il motivo) e l’importo.
E, sempre in base al decreto Cancellieri del 2012, i Comuni sono tenuti poi a trasmettere annualmente gli elenchi delle spese alla Corte dei conti assieme al rendiconto dell’esercizio.
La magistratura contabile toscana possiede già dunque gli elenchi predisposti con lo “schema tipo”. E fin qui non li ha contestati.
Chiede però “approndimenti”. Su cosa?
A spiegazione del modulo introdotto dal decreto si precisa che, oltre all’importo e alla descrizione della spesa, “la qualificazione del soggetto destinatario dell’occasione della spesa”.
In pratica, non il nome e cognome dei commensali, nel caso di un pranzo. Ma la “qualificazione”. Che, secondo la prassi interpretativa più comune, è l’indicazione della carica del commensale: un amministratore, un funzionario, un imprenditore.
Non è un caso se, a partire dal 2011, la rendicontazione seguita da Palazzo Vecchio è cambiata. Diventando via via più dettagliata, fino ad indicare, come accade nelle spese del 2013, il nome del ristorante e una specificazione ulteriore rispetto al semplice “incontro istituzionale” seguita per esempio fino agli elenchi delle spese del 2011.
Cosa sono dunque gli “approfondimenti” adesso richiesti?
In sostanza, sembra di capire, la Corte dei conti chiede a Palazzo di andare oltre ai moduli del decreto Cancellieri. Di fornire dettagli ulteriori per le spese sostenute. Di specificare, ad esempio, se di quel pranzo sostenuto in occasione di un “incontro istituzionale con gli amministratori locali”, esistono anche informazioni ulteriori circa il motivo dell’incontro e le figure istituzionali che hanno partecipato all’incontro. Almeno nel caso delle spese rendicontate con lo “schema tipo”, risultanti dalle determine di spesa firmate dal dirigente, perchè nè Renzi nè Nardella hanno mai avuto la carta di credito del Comune.
Massimo Vanni
(da “La Repubblica“)
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