SCUSATE L’ANTICIPO, IN FONDO BASTA METTERE L’OROLOGIO UN’ORA INDIETRO
DAL MOTTO “NON SAI QUANDO PARTI, NON SAI QUANDO ARRIVI” SIAMO PASSATI AL, NUOVO VERBO SALVINIANO “NON SAI PIU’ NEMMENO QUANDO PARTI”
Una volta si diceva «sai quando parti, non sai quando arrivi», ma adesso c’è una novità: non sai più nemmeno quando parti. Venerdì 8 novembre, santi Sciopero e Selvaggio, gli indomiti passeggeri che erano riusciti a raggiungere la stazione con mezzi di fortuna (come il giornalista de La Stampa Salvatore Settis) hanno fatto una singolare scoperta: il Frecciargento Roma-Genova delle 16 e 20 aveva già lasciato felicemente la Capitale alle 15 e 30.
Trenitalia ha spiegato che partire in anticipo era l’unico modo per non arrivare in ritardo.
Ormai chi si occupa di trasporti vive talmente in una bolla che ti fa passare le cose più incredibili come se fossero ovvie. A causa di lavori sulla linea (esiste forse una linea, in Italia, che non abbia i suoi lavori?) sarebbe stato impossibile raggiungere Genova in orario. Serviva dunque un colpo di genio, pari a quello con cui Cristoforo Colombo, e prima di lui Brunelleschi, avevano messo a sedere il famoso uovo.
Il viaggio dura un’ora in più? Basta anticipare di un’ora la partenza.
Più semplice di così. Forse sarebbe stato cortese mandare un messaggio ai passeggeri per avvertirli, ma presto non ce ne sarà più bisogno. Prima di prendere un treno o un aereo tutti ci ricorderemo di mettere indietro le lancette di un’ora. (Taxi, autobus e metro restano invece consegnati a una dimensione onirica, fuori dal tempo).
Almeno abbiamo capito perché il Frecciargento si chiama così. È un omaggio a Dario Argento, il maestro dell’horror.
(da corriere.it)
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