SEA WATCH LIBERA, PUO’ LASCIARE CATANIA: ANCHE STAVOLTA I RAZZISTI DIFFAMATORI SE LA SONO PRESA NEL CULO
NESSUNA VIOLAZIONE, I PATRIOTI EUROPEI ANDRANNO A MARSIGLIA PER ALCUNI LAVORI DI MANUTENZIONE E POI TORNERANNO A SALVARE ESSERI UMANI
La Sea Watch 3 sta per lasciare il porto di Catania alla volta di Marsiglia, dove sarà sottoposta a lavori di adeguamento alla normativa.
Parte dunque la nave della ong tedesca che il 19 gennaio ha soccorso nel Mediterraneo 47 naufraghi, e ha dovuto attendere 12 giorni prima di ottenere di farli sbarcare a Catania.
La Guardia costiera, il 31 gennaio e il 1° febbraio, aveva inviato a bordo militari specializzati in sicurezza della navigazione per una verifica tecnica sulle condizioni della nave.
L’ispezione aveva consentito di rilevare “una serie di non conformità relative sia alla sicurezza della navigazione che al rispetto della normativa in materia di tutela dell’ambiente marino” (32 le anomalie rilevate) col risultato di bloccare la nave in porto.
Ora il via libera, dopo aver verificato che tutto fosse in regola, ha permesso la partenza verso Marsiglia, dove la nave “sarà sottoposta ad ulteriori lavori per il completamento del processo di adeguamento alla normativa”
La Sea Watch 3, nave di una ong tedesca, ma battente bandiera olandese, al suo ultimo soccorso di naufraghi nel Mediterraneo, poco più di un mese fa, era balzata alla ribalta dela pollemica politica: i 47 migranti presi a bordo avevano dovuto attendere quasi due settimane prima di poter mettere piede a terra.
Fin dall’alba di venerdì 25 gennaio infatti, quando la nave è entrata ufficialmente in acque italiane, i ministri Matteo Salvini prima, Danilo Toninelli poi, hanno gettato ombre sull’operato della ong, sostenendo che ci fossero “elementi concreti” per sostenere che l’imbarcazione, dirigendosi verso l’Italia, avesse disubbidito a indicazioni precise mettendo a rischio la vita delle persone. Anche Luigi Di Maio aveva auspicato il sequestro della nave.
Il pm di Catania Carmelo Zuccaro ha poi aperto un’inchiesta ma chiarito che il comandante aveva agito nell’interesse dei passeggeri e che nella sua condotta non c’era nessuna rilevanza penale.
Anzi è emerso che la decisione iniziale di far rotta verso Lampedusa era nata da una convocazione della procura di Siracusa nell’ambito delle indagini sul primo naufragio del 2019, nel quale hanno perso la vita 117 migranti.
(da agenzie)
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