SI SONO SPARATI SUI COGLIONI: LA LEGGE SULLA LEGITTIMA DIFESA SLITTA PERCHE’ NON C’E’ PIU’ UNA MAGGIORANZA DISPOSTA A VOTARLA
INSURREZIONE NEL GRUPPO GRILLINO, DI MAIO CHIEDE TEMPO AL SALVINI: “CI SONO MOLTI NOSTRI DEPUTATI CHE NON NE POSSONO PIU’ E NON INTENDONO VOTARLA”
Negli stessi minuti in cui Luigi Di Maio, in conferenza stampa, bolla come “fake news” la possibilità che slitti la legge sulla legittima difesa, un suo emissario Riccardo Fraccaro e il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, stanno discutendo il calendario dei lavori d’Aula.
Tutto in via informale dal momento che a decidere in questi casi sono i deputati con un voto e la conferenza dei capigruppo.
Sta di fatto che la legge sulla legittima difesa, provvedimento simbolo per Matteo Salvini, è stato rinviato. In teoria al posto di arrivare a Montecitorio la prossima settimana, approderà quella successiva. In pratica però se ne potrebbe discutere anche a fine marzo.
Il Movimento 5 Stelle ribolle.
Il vicepremier grillino chiede ossigeno all’alleato. Si parla di deputati che “non ne possono più”, di riunoni che diventano uno sfogatoio, il tutto è precipitato dopo la delusione del voto in Abruzzo in prima e in Sardegna due settimane dopo.
Il messaggio recapitato a Di Maio è arrivato forte e chiaro: “Non tutti i deputati sono disposti a votare la legge sulla legittima difesa”, gli è stato riferito da un parlamentare che ha partecipato a una cena in cui una fronda ha discusso dell’insofferenza verso l’alleato leghista e verso il suo potere strabordante.
Quindi, se si dovesse andare avanti anche con la legittima difesa si creerebbe un incidente in Parlamento. Incidente che lo stesso Salvini vuole scongiurare.
Per questo ha concesso ossigeno a Di Maio che vuole rivedere l’organizzazione interna, come annunciato oggi in conferenza stampa, e che prevede l’entrata in scena di alcune figure che serviranno da raccordo tra Roma e i territori.
Ma più di ogni altra cosa, distribuendo questi incarichi, il capo M5s proverà a calmare le varie anime sempre più insofferenti nei confronti della Lega. Poichè sia il voto in Abruzzo sia quello in Sardegna hanno prodotto un’ecatombe nel mondo pentastellato.
E i dossier caldi con tutte le decisioni da prendere non aiutano. Sul tavolo c’è la questione dell’Autonomia: “Oggi durante l’audizione nella commissione parlamentare per le questioni regionali il ministro Stefani ha ammesso che non c’è accordo”, riferisce un senatore M5s.
“Sono l’unico a pensare che ci sono altre priorità ?”, si chiede il deputato grillino Davide Galantino, anche lui tra più critici in questo momento.
Non si ferma qui: “Bisogna essere sinceri e soprattutto saper chiedere scusa quando non puoi mantenere fede a tutte le promesse fatte in campagna elettorale”.
O quando bisogna cedere alla Lega come sulla legittima difesa, rivendicata da Salvini in ogni comizio. Di Maio invece fa finta di nulla salvo poi dire, con poca convinzione e a domanda precisa, che non ha nulla in contrario.
Peccato che poco prima il sottosegretario Stefano Buffagni aveva detto che sono necessarie modifiche.
Due settimane non basteranno per trovare la quadra. Anche perchè molti M5s sono del tutto contrari. Quindi per adesso si avanti con altri provvedimenti, tra cui quello sui truffati delle banche, e si conta sul fatto che, nel momento in cui il decretone che contiene il reddito di cittadinanza arriverà alla Camera, si dia priorità a questo.
E così la legittima difesa slitterà ancora mentre Di Maio riuscirà a rivendicare una legge cara agli M5s.
Sempre meno deputati vanno in tv tra la difficoltà di spiegare il perchè del fallimento in Abruzzo e in Sardegna e l’imbarazzo di esprimere una posizione chiara sui vari provvedimenti
(da “Huffingtonpost“)
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