SILVIO DENUNCIA L’EMENDAMENTO VENDETTA DI RENZI
SPUNTA NELLA NOTTE UNA NORMA CHE COSTRINGEREBBE RAI E MEDIASET A PAGARE 50 MILIONI PER LE FREQUENZE TV IN DIGITALE
Un brivido corre lungo la schiena di Silvio Berlusconi.
Perchè è un segnale sulla “roba”, sull’Impero, quello che si materializza nel day after della “rottura” del Nazareno. Pesantissimo. Così lo legge l’ex premier.
Eccolo: nel milleproroghe, questa mattina, il governo riformula un emendamento sulle frequenze tv in digitale.
L’effetto è, di fatto, chiedere 50 milioni a Rai e Mediaset da redistribuire ad altri operatori.
C’è già chi, dentro Forza Italia, parla di “vendetta”. Berlusconi è impietrito perchè nè da una una lettura politica, legata alla fine del Nazareno.
Quella stessa lettura che al ministero dello Sviluppo negano. Interpellate, fonti del Mise spiegano che non è una ritorsione politica. E allora, partiamo dall’inizio.
Fino a ieri sera, era stabilito che della questione tv, di fatto, ce se ne occupasse nel 2015.
Così era scritto nella legge di stabilità . In serata viene “sfornato” l’emendamento. O meglio “riformulato”, come notano i parlamentari presenti in commissione Finanza questa mattina.
È l’emendamento 3.52, relativo all’articolo 3.
Il testo è questo: “L’importo dei diritti amministrativi e dei contributi per i diritti d’uso delle frequenze televisive in tecnica digitale, dovuto ai sensi degli articolo 34 e 35 del citato decreto legislativo dagli operatori di rete operanti in ambito nazionale e locale, è determinato con decreto del ministero dello Sviluppo economico in modo trasparente, proporzionato allo scopo, non discriminatorio ed obiettivo sulla base dell’ambito geografico del titolo autorizzato”.
Tradotto: l’ammontare dei diritti, che i tecnici hanno stimato in 50 milioni di euro, è adesso nelle mani del Mise.
Fino a ieri c’era dunque una “salva-Mediaset”, nel senso che la questione era congelata almeno fino al 2015.
Ora il governo stabilirà le regole, ovvero quando Rai e Mediaset possono sborsare l’ammontare complessivo.
È un segnale che secondo le antenne berlusconiane arriva direttamente palazzo Chigi. Da lì ieri sera sarebbe partito l’input.
A Grazioli Berlusconi è basito. Perchè a questo punto teme che Renzi non farà prigionieri. E sono basiti gli strateghi della “rottura”, quelli del cerchio magico.
Il timing la dice tutta. L’accantonamento di Verdini dal suo ruolo di mediatore e la rottura del Nazareno rischia di costare caro all’ex premier.
Non solo in termini politici, ma economici. Non è un mistero che era proprio Verdini a tenere i rapporti con Giacomelli, di concerto direttamente con Confalonieri e i vertici Mediaset.
Adesso, per la prima volta da quando c’è il governo Renzi, c’è un segnale negativo per Mediaset che, in questi mesi, ha visto il titolo decollare in borsa.
E chi conosce Berlusconi sa che, sulla roba, è spietato: “Ci mette un attimo — sussurra un parlamentare che ci ha parlato – a mandare al diavolo quelli che hanno fatto i fenomeni coi soldi suoi”.
E ora la paura è che questo sarà solo l’inizio: “Renzi — spifferano a Grazioli — si muove come uno che non fa prigionieri”.
Una dopo l’altra potrebbero saltare tutte le “salva-Silvio”.
E’ questa l’aria che tira. La “salva-Silvio” implicita su Mediaset, ma anche la famosa “salva-Silvio” sul 3 per cento che il governo avrebbe dovuto portare al consiglio dei ministri del 20 febbraio.
“Non riguarderà Berlusconi” aveva detto la Boschi qualche giorno fa.
Ed è possibile che sia così. Fonti del Tesoro raccontano che è allo studio, in questi giorni, un’ipotesi molto concreta: escludere la frode provando anche a mettere un tetto massimo all’evasione.
Anche perchè pare che il premier ascolti molto Marco Causi, esperto parlamentare del Pd della commissione Finanze.
È stato lui ha insistere sull’“inopportunità della norma”. Perchè preoccupa gli esperti, preoccupa le procure.
Insomma, fa passare il messaggio che le grandi aziende sono incentivate a creare nei loro bilanci delle zone opache.
La decisione finale è nelle mani di Renzi, che fino a qualche giorno fa ha dato ordine di difendere pubblicamente la norma. Quando era in piedi il Nazareno.
Ora, tutto è possibile. Pure che il Parlamento accetti di discutere il conflitto di interessi.
Finora la richiesta dei grillini non è stata accolta. Ora, chissà : “Renzi — ripetono a Grazioli — non vuole fare prigionieri”.
(da “Huffingtonpost”)
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