SONDAGGIO IPSOS: BERLUSCONI IN CALO, PERDEREBBE SIA CONTRO BERSANI CHE CONTRO CASINI, CHE CONTRO VENDOLA
PER IL 61% DEGLI ITALIANI, IL PREMIER DOVREBBE DIMETTERSI, SOLO PER IL 33% DOVREBBE RESTARE AL SUO POSTO…NEI CONFRONTI DIRETTI BERSANI VINCEREBBE 43% A 33%, CASINI 45% A 32%… IN CASO DI CORSA A TRE, PRIMO VENDOLA CON IL 32%, POI BERLUSCONI CON IL 31%, TERZO CASINI CON IL 21%… TRA LE COALIZIONI VINCE IL CENTROSINISTRA AL 41%, POI CENTRODESTRA AL 38,7 E TERZO POLO AL 17,8%
Berlusconi contro Bersani? Vince Bersani.
Berlusconi contro Casini? Vince Casini.
Berlusconi contro Vendola? Vince Vendola.
La premessa è che «si tratta di simulazioni».
Ma i sondaggi effettuati da Ipsos e illustrati due giorni fa da Nando Pagnoncelli a Ballarò, raccontano di una situazione in evoluzione con un presidente del Consiglio che a meno di un mese dall’esplosione del caso-Ruby, subisce, secondo le previsioni di voto, i contraccolpi dell’ennesimo scandalo.
Tanto che per il 61% degli intervistati Berlusconi dovrebbe dimettersi.
Una cifra bilanciata, però, da un dato opposto: quasi la stessa percentuale (il 59%) ritiene che, alla fine, il governo continuerà la sua attività e solo il 12%pensa che si arriverà al voto anticipato.
Ciò non toglie, però, «l’esistenza di un fronte largo non favorevole a Berlusconi», spiega Pagnoncelli «Prevale una radicalizzazione delle posizioni e un ricompattarsi degli elettori contrari al premier».
Si spiegano così le cifre delle simulazioni sui “confronti”.
Nella simulazione di confronto a due tra Bersani e Berlusconi vincerebbe il primo 43% a 33%, tra Casini e Berlusconi 45% il primo e 32% il premier.
E in un eventuale scontro a tre Vendola-Berlusconi-Casini prevarrebbe il primo col 32%, poi 31% al secondo e 21% al terzo.
Circa un quarto degli intervistati, però, nel caso di scelta secca preferisce non decidere.
Nella simulazione sulle coalizioni, poi, il centrodestra perderebbe (fermo al 38,7%) sia se in campo ci fossero Centrosinistra (41%) e Centro (17,8%) sia in caso di una coalizione “tutti contro Berlusconi” (51,3% contro 44,2%).
«Si sono moltiplicati gli oppositori del premier – prosegue il direttore di Ipsos – fatto salvo il dato di chi dichiara che, in caso di elezioni, non andrà a votare».
Una percentuale ancora vicina al 40%, tra indecisi, astenuti e delusi.
Un dato che difficilmente potrà essere recuperato da Berlusconi: «Quando si avvicineranno le elezioni, la quota di non voto si assottiglierà . Non arriveremo, però, all’affluenza del 2008, vicina all’80%.
In ogni caso, è difficile che chi oggi è deluso possa poi esprimere un giudizio positivo e tornare a votare per il governo uscente».
È con quest’ampia fascia di indecisi che bisognerà comunque fare i conti.
Per adesso, Pagnoncelli mette in fila le cifre assolute, riscontrando per ilPdl un trend calante: «Nel 2008 raccolse 13 milioni e 800 mila voti. Alle Europee del 2009 furono 10 milioni e 800 mila. E non era ancora nato Fli nè era scoppiato il caso Ruby».
Inoltre, su una base elettorale che si riduce perchè crescono le astensioni, «il peso reale di quel 27-30% intorno al quale viene accreditato oggi il Pdl rappresenta il 18% in termini assoluti.
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