SONO OLTRE 8,3 MILIONI I POVERI IN ITALIA, SOTTO IL LIVELLO DI 1007 EURO AL MESE PER DUE PERSONE
IL RAPPORTO SULLA POVERTA’ DELLA CARITAS NETTE A NUDO LE DIFFICOLTA’ IN CUI SI DIBATTONO MIGLIAIA DI FAMIGLIE IN ITALIA…. AUMENTATI DI 500.000 UNITA’ I POVERI IN UN ANNO E DEL 25% GLI ASSISTITI DALLA CARITAS
Mezzo milione di poveri in più in Italia nel 2009.
Lo afferma la Caritas nel suo decimo rapporto su “povertà ed esclusione sociale” contestando i dati dell’Istat che parlavano di una situazione “stabile”.
Le persone che vivono al di sotto della soglia di “forte fragilità economica” sono 8.370.000 e non 7.810.000 come dicono i dati ufficiali: 560 mila persone in piu’ (+ 3,7%).
”Non è vero – afferma il documento – che siamo meno poveri come farebbero pensare i dati ufficiali del luglio 2010”.
Secondo la Caritas, l’affermazione dell’Istat si basa su calcoli che danno ”un’illusione ottica”.
Alle stime sui poveri, va aggiunto un 10%, quindi circa 800 mila italiani, di ‘impoveriti’.
Persone che pur non essendo povere hanno però cambiato il proprio tenore di vita e vivono in ”forte fragilita’ economica”
Questo il ragionamento del rapporto Caritas-Zancan: ”Secondo l’Istat lo scorso anno l’incidenza della povertà relativa è stata pari al 10,8% (era 11,3% nel 2008), mentre quella della povertà assoluta risulta del 4,7%. Per l’Istat si tratta di dati ‘stabili’ rispetto al 2008. In realtà di tratta di un’illusione ‘ottica’.
Succede che, visto che tutti stanno peggio, la linea della povertà relativa si è abbassata, passando da 999,67 euro del 2008 a 983,01 euro del 2009 per un nucleo di due persone.
Se però aggiornassimo la linea di povertà del 2008 sulla base della variazione dei prezzi tra il 2008 e il 2009, il valore di riferimento non calerebbe, ma al contrario salirebbe a 1.007,67 euro.
Con questa posizione di ricalcolo, alzando la linea di povertà relativa di soli 25 euro mensili, circa 223 mila famiglie diventano povere relative: sono circa 560 mila persone da sommare a quelle già considerate dall’Istat con un risultato ben più amaro rispetto ai dati ufficiali: sarebbero 8.370.000 i poveri nel 2009 (+3,7%)”.
Secondo lo studio la povertà si conferma un fenomeno del Sud, delle famiglie numerose o monogenitoriali, di chi ha bassi livelli di istruzione.
Inoltre – continua il rapporto – ”sempre più famiglie, in cui uno o più membri lavorano, sono povere”.
Infatti, ”accanto ai dati ufficiali ci sono le persone ‘impoverite’ che pur non essendo povere, vivono in una situazione di forte fragilità economica.
Sono persone che, soprattutto in questo periodo di crisi, hanno dovuto modificare, in modo anche sostanziale, il proprio tenore di vita, privandosi di beni e servizi, precedentemente ritenuti necessari”.
Ecco alcuni dati che confermano questa situazione: nel 2009 il credito al consumo è sceso dell’11%, i prestiti personali del 13% e la cessione del quinto a settembre 2009 ha raggiunto il +8%.
E negli ultimi due anni si registra anche un aumento medio del 25% del numero di persone che si rivolgono alla Caritas per chiedere aiuto.
Questo aumento interessa in egual misura tutte le regioni d’Italia.
Fra questi utenti, cresce del 40% la presenza di italiani.
Il rapporto fa riferimento ai segnali di tendenza provenienti dagli oltre 150 Osservatori diocesani delle povertà e delle risorse dell’associazione presenti in tutta Italia.
Gli utenti della Caritas sono sempre meno singoli individui e sempre più interi nuclei familiari.
Particolarmente vulnerabili le persone di mezza età , i separati e i divorziati, le donne sole con figli, i precari, i licenziati, le famiglie monoreddito.
Si stima che circa un milione di persone beneficiano ogni anno dell’intervento dei centri ascolto Caritas.
L’esperienza dei centri ascolto evidenzia, fra l’altro, ”una scarsa tempestività degli enti locali nell’affrontare le nuove povertà ”.
Per il rapporto, lo stato di povertà ”è sempre più veloce, complesso, multidimensionale. Anche se non si rimane a lungo in situazione di disagio economico, il persistere del ‘fiatone’ economico e il progressivo esaurimento delle risorse determina situazioni di disagio psicologico e conflittualità intrafamiliare”.
Dati del 2008 segnalano inoltre che il 68,9% degli utenti Caritas sono stranieri, il 30,7% italiani.
Rispetto ai bisogni, il 65,9% riguardano la povertà , il 62% l’occupazione, il 23,6% l’alloggio.
Le richieste, per circa il 50%, si riferiscono a beni e servizi materiali, come viveri e vestiti.
Uno spaccato di famiglie in difficoltà che dovrebbe indurre un governo a misure decise a sostegno di chi non ce la fa.
Altro che “non lasceremo indietro nessuno”, qua c’è gente di cui ci si è persa ogni traccia.
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