“SOSPENDERE IL MEMORANDUM CON LA LIBIA”: L’APPELLO DI EURODEPUTATI E PARLAMENTARI
“E’ DIMOSTRATO CHE LA GUARDIA COSTIERA LIBICA TRAFFICA IN ESSERI UMANI”
“Sospendere gli accordi con la Libia. Non possiamo far finta di non sapere. Chiudere i centri di detenzione”.
Sono le parole d’ordine dell’appello firmato da diversi parlamentari ed eurodeputati italiani di Sinistra italiana, Pd, Italia viva, Radicali e anche una del M5s, a tre giorni dalla scadenza del memorandum con la Libia sull’immigrazione.
“Chiediamo che il Governo italiano sospenda con effetto immediato gli accordi sul supporto ed il coordinamento della Guardia Costiera libica e la gestione dei centri di detenzione per migranti e che contestualmente avvii la dismissione della Missione di Supporto alla Guardia Costiera Libica”, recita il testo.
Ecco il testo integrale dell’appello:
“Il deteriorarsi della condizione di stabilità in Libia e le informazioni di cui oggi disponiamo sulla condizione dei migranti imprigionati dentro i centri di detenzione governativi e non, ci impongono di avviare una seria riflessione sulle politiche di gestione dei flussi migratori dal paese nordafricano che fino a qui il Governo italiano e l’Unione Europea hanno messo in campo.
Gli accordi con la Libia contenuti nel Memorandum siglato nel 2017 e che oggi si avvia ad essere automaticamente rinnovato sono all’origine di una sistematica violazione dei Diritti Umani delle persone che tentano di fuggire da quello che è ormai considerato un vero e proprio inferno.
Le testimonianze raccolte, le indagini in corso, tra cui una della Corte Penale internazionale per crimini contro l’umanità , i rapporti delle Nazioni Unite e delle organizzazioni umanitarie, le inchieste giornalistiche come quella che è costata la scorta al giornalista Nello Scavo, dipingono un quadro drammatico ed insostenibile dal punto di vista morale prima ancora che politico.
Un quadro in cui è sempre più chiaro il ruolo che le milizie e le organizzazioni dei trafficanti hanno all’interno delle autorità statali e della Guardia Costiera Libica, un’organizzazione che agisce come ci ricordano le Nazioni Unite con “spregiudicatezza e violenza” e che è parte del traffico organizzato di esseri umani.
Le violenze, gli stupri e le torture documentate dentro i centri finanziati in forza degli accordi sottoscritti con la Libia da parte del Governo italiano e dell’Unione Europea non possono essere ulteriormente ignorati o considerati un costo moralmente accettabile nel tentativo di contenere i flussi migratori.
Non possiamo continuare a voltarci dall’altra parte facendo finta di non sapere qual è la portata dei crimini di cui rischiamo di essere corresponsabili continuando ad alimentare questo sistema.
A questo va inoltre aggiunto il costo in termini di vite umane determinato dalla sospensione del dispositivo di soccorso inmare da parte dei governi europei e dalla guerra aperta alle navi della società civile a cui viene reso sempre più difficile operare nel Mediterraneo centrale.
Siamo davanti ad una emergenza umanitaria senza precedenti che si sta consumando a poche miglia dalle nostre coste, abbiamo il dovere di intervenire per porre fine a quella che sarà considerata dalla Storia come la più grande violazione sistemica di diritti umani dopo seconda guerra mondiale.
Per questo riteniamo che vada marcata una netta discontinuità dalle attuali politiche sulle migrazioni senza attendere oltre ponendo fine a tutto questo a partire dal 3 novembre data in cui andrà a rinnovo automatico il Memorandum con la Libia.
Chiediamo che il Governo italiano sospenda con effetto immediato gli accordi attualmente in essere che riguardano il supporto ed il coordinamento della Guardia Costiera libica e la gestione dei centri di detenzione per migranti e che contestualmente avvii la dismissione della Missione di Supporto alla Guardia Costiera Libica.
Che si apra un nuovo negoziato con il Governo di Unità Nazionale Libico e con l’Unione Europea per definire un piano di evacuazione umanitaria di tutte le persone attualmente detenute nei centri governativi e non, sotto il coordinamento dell’UNHCR.
Che venga ripristinato un dispositivo di soccorso in mare europeo che comprenda quella che attualmente viene identificata senza alcun presupposto legale la zona SAR di competenza della Libia e che questo sia coordinato con l’intervento umanitario delle ONG attualmente operanti nel Mediterraneo Centrale”.
L’eurodeputato Dem Pierfrancesco Majorino spiega ad Huffpost:
“Il punto è che bisogna far saltare gli accordi con la Libia e riscriverne da capo i termini, immaginare un piano di redistribuzione delle persone che ora si trovano nei campi. Su questo Di Maio non ha avuto la stessa chiarezza di Zingaretti che chiede di svuotare i campi. Il governo vuole svuotare i campi o no?”.
Majorino chiede passi più coraggiosi al governo: “Mi aspetto più coraggio sulla cancellazione delle leggi volute da Salvini sulla sicurezza che hanno prodotto 87mila nuovi irregolari, persone che prima godevano della protezione umanitaria e adesso non più. Visto che siamo in una fase di ridiscussione, ci vuole più coraggio anche su questo tema. Lo dice uno che si augura che il governo vada avanti”.
(da agenzie)
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