STAR DEGLI ANNI ’80, BLOGGER E POLITICI: CHI SONO GLI ITALIANI CHE FANNO IL TIFO PER IL REGIME CRIMINALE DI PUTIN
LA RETE DEI CONNAZIONALI CHE HA SCELTO DI MANTENERE I CONTATTI CON LA RUSSIA
Non sono pochi gli artisti e i personaggi pubblici italiani che hanno deciso di mantenere i contatti con la leadership di Mosca, anche dopo l’avvio della cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina.
Nelle ultime settimane, però, la presenza dei nostri connazionali al fianco di Putin si è fatta decisamente più visibile e il presidente russo non ha mancato di sottolineare il legame speciale con l’Italia, dove un tempo si è “sentito a casa”.
A sole due settimane di distanza dall’incontro con la studentessa italiana Irene Cecchini, Putin ha accolto sul palco del Forum internazionale della gioventù lo street artist Jorit, concedendogli persino di scattare insieme la foto di rito. L’artista è noto per i suoi murales che ritraggono i volti di personaggi famosi. Nella cittadina russa sul Mar Nero, ne ha dedicato uno a Ornella Muti, anche lei presente con la figlia Naike e il pianista Lorenzo Bagnati al Forum.
Jorit, all’anagrafe Ciro Cerullo, è noto per le cicatrici rosse sulle guance dei volti noti, da tempo si batte per “contrastare” la propaganda occidentale. “Voglio mostrare all’Italia che è un essere umano come tutti ”, ha detto al presidente russo, per spiegare la richiesta della foto. “Non mi pizzicherà per verificare che sono vero?”, ha scherzato di rimando Putin. Per il leader russo ad unire i due Paesi non c’è solo l’arte , ma anche “la lotta per l’indipendenza” e il desiderio di autodeterminazione che gli italiani hanno sempre nel cuore, fin dalle origini della nazione.
A Mosca l’artista ha dipinto un maxi-murale dedicato ad Assange, in passato ne ha realizzato a Napoli uno su Dostoevskij, ma i viaggi del 33 enne in Russia sono stati spesso accompagnati da polemiche.
Nell’estate dello scorso anno, in particolare, aveva ritratto sul muro di un un palazzo bombardato di Mariupol, città annessa l’anno precedente alla Federazione russa, il volto di quella che sosteneva essere una bambina del Donbass di nome Nastja. In seguito si era scoperto che in realtà si trattava di una foto presa in rete: il ritratto della figlia della fotografa australiana Hellen Whittle, coperto da copyright. Costretto ad ammettere, ha chiarito di aver “ridisegnato Nastja” con elementi della ragazzina australiana, ma solo per motivi legati al “chiaroscuro”.
Il murale dedicato a Ornella Muti a Sochi, afferma Jorit, “un modo per fare avvicinare l’Italia e la Russia”.
L’attrice Italiana di origini russe nei giorni scorsi è ha presenziato alla Settimana della Moda di Mosca, alla quale la figlia Naike Rivelli ha preso parte come modella. L’attrice in Russia ha piani più importanti: inizierà a scrivere un libro sulla sua vita. “Sono mezza russa, mia madre era russa”, ha dichiarato alla vigilia della partenza. La nonna materna dell’attrice era di San Pietroburgo. In Russia visiterà i luoghi che hanno segnato la vita della sua famiglia.
Pupo
L’amore dei russi per l’arte italiana passa anche per la musica. Dopo l’avvio delle operazioni militari in Ucraina, alcuni artisti hanno apertamente preso le distanze da Mosca. È il caso di Al Bano e di Toto Cutugno, quest’ultimo scomparso lo scorso anno, che avevano fatto di Mosca una seconda casa. Non è il caso di Enzo Ghignazzi, noto ai più come Pupo, che a più riprese ha tentato di tornare a lavorare in Russia. Lo scorso aprile ha dovuto fare dietrofront dopo aver inizialmente accettato di andare a Mosca per prendere parte come giurato al festival Road to Yalta, l’equivalente russo di Sanremo.
Sei mesi dopo, questa volta senza particolari annunci, ha accettato un nuovo invito di volare in Russia per prendere parte al concerto “Le leggende di Retro Fm”, dedicato alle hit in voga negli anni Ottanta. A luglio, nonostante le polemiche dei mesi precedenti, aveva già accettato l’invito al Festival “Slavjanskij Bazaar”di Vitebsk, in Bielorussia.
Blogger e politici
Nei due anni dall’inizio dell’operazione militare speciale, nella capitale quanto in Donbass, si sono avvicendati blogger e politici animati dalla missione di raccontare un punto di vista alternativo sulla crisi ucraina. Era il giugno del 2022, le ostilità erano iniziate da pochi mesi e la Russia sembrava più che mai isolata, quando Alessandro Di Battista ha annunciato che sarebbe volato a Mosca per scrivere un reportage. L’obiettivo: raccontare il Paese e gli effetti delle sanzioni con lo sguardo degli abitanti delle aree interne, dal confine divenuto fronte , con l’Ucraina, alla frontiera con la Cina.
Del Donbass visto dalla prospettiva di Mosca, se ne occupano da anni diversi giornalisti italiani i cui nomi periodicamente si trovano al centro delle polemiche.
È il caso, uno tra tanti, del reporter Andrea Lucidi, presente come Jorit in platea a Sochi. Assiduo frequentatore dei seminari organizzati dal governo, il freelancer è riuscito ad accedere persino al Forum economico di San Pietroburgo, da due anni interdetto ai giornalisti dei Paesi “non amici”.
La presenza del freelancer simpatizzante del Cremlino nell’ ambasciata d’Italia a Mosca, in occasione di un evento di beneficenza tenuto a ottobre, non è però sfuggita ai media e ha spinto la Farnesina a chiedere spiegazioni sulle regole di accesso alla residenza.
(da La Stampa)
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