STOP DEL COLLE ALLA MODIFICA DEL 2 PER MILLE PER I PARTITI
L’ATTUALE TETTO E’ DI 25 MILIONI, PD E AVS AVEVANO PROPOSTO UN PICCOLO AUMENTO DI 3 MILIONI, IL GOVERNO LO VUOLE PORTARE A 42,3 MILIONI
Un avviso al Parlamento sarebbe arrivato dal Quirinale dopo che è stato depositato un emendamento al dl fiscale che riforma la ripartizione del 2 per mille ai partiti.
Tre sono i profili su cui si sarebbero registrati i rilievi del Colle, come scrive anche il Sole24 ore: le modifiche alla normativa vigente contenute nell’emendamento sono disomogenee rispetto al testo del decreto che deve avere le caratteristiche di necessità e urgenza, una riforma necessiterebbe di un provvedimento ad hoc più articolato e l’emendamento ha un impatto sulle finanze pubbliche.
Per questo dopo aver studiato la formulazione del testo, il capo dello Stato ha fatto sapere alla presidenza del Senato che in caso di via libera all’emendamento potrebbero esserci difficoltà al momento della firma.
Ma a cosa punta l’emendamento? Riscrive due proposte sulla stessa materia inizialmente presentati dal Pd e Avs (che aumentavano il fondo di 3 milioni rispetto alla dotazione precedente), e che dovrebbe essere messo ai voti in commissione Bilancio in Senato.
Il testo cambia il meccanismo, che diventa simile a quello dell’8 per mille, e prevede di fatto un finanziamento ai partiti con un aumento dei fondi, fino a 42,3 milioni nel 2025, rispetto all’attuale tetto di 25 milioni. Si passa dal 2 per mille dell’Irpef dei contribuenti che decidevano di destinare la loro quota ai partiti, allo 0,2 per mille totale: verrà assegnata anche la quota «inoptata», divisa in proporzione ai partiti in base alle scelte effettuate dai contribuenti.
«Per ciascun esercizio finanziario – si legge nell’emendamento – con riferimento alle dichiarazioni dei redditi relative al periodo d’imposta precedente, una quota pari al 0,2 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche è destinata a favore di un partito politico iscritto nella seconda sezione del registro di cui all’articolo 4. Inoltre, in caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse». Gli oneri vengono stimati valutati in 42,3 milioni di euro a decorrere dall’anno 2025.
(da agenzie)
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