STRAGE TRENI, LE VITTIME: FULVIO, VICEQUESTORE CON LA PASSIONE DEL ROCK E JOLANDA CHE A SETTEMBRE SI SAREBBE DOVUTA SPOSARE
CHI SONO LE VITTIME DELLA STRAGE… OTTO CADAVERI INDIVIDUATI DA DETTAGLI: ANELLI, FOTOGRAFIE E CARTE
Un poliziotto quasi in pensione con sogni da rockstar. Una ragazza di 25 anni che il suo, di sogno, stava per acciuffarlo, perchè il fidanzato aveva detto sì. Una nonna che teneva in braccio il nipotino di 6 anni, assopito. Un 15enne che tornava da scuola. Un contadino che lavorava la terra.
Le vite normali di persone normali, una mattina di luglio.
In Puglia. L’elenco delle vittime della strage dei treni è per adesso una cronaca imperfetta. Se ne conosce il numero, 27 finora, ma non tutti i nomi e i cognomi.
La lista ufficiale dei morti non c’è, e non ci può essere perchè il riconoscimento legale è stato rimandato a questa mattina al Policlinico di Bari.
I medici hanno avuto bisogno di tempo per ricomporre le salme. Otto famiglie, però, hanno già scoperto la verità : da un anello, un documento, una foto, trovati addosso ai cadaveri, tenuti nelle celle frigorifere.
IL POLIZIOTTO CHITARRISTA
Il poliziotto Fulvio Schinzari, vice questore aggiunto a Bari, aveva appena concluso le ferie. Alle 14 lo aspettavano in ufficio per tornare in servizio. Cinquantanove anni, viveva ad Andria con la moglie e le due figlie. “Poliziotto atipico, che volava alto”, raccontano gli amici.
Nell’ultima foto che ha postato su Facebook ha i capelli arruffati e una sigaretta in bocca. La musica, la sua grande passione. Fan accanito di Pat Metheny, Mark Knopfler, Joni Mitchell. Ha fondato la prima radio libera andriese, Radio Antenna Adriatica.
E’ stato dirigente del commissariato di Corato, e prima ancora era avvocato. Un pendolare, quel trenino Andria-Bari lo prendeva ogni mattina. Il 24 febbraio di due anni fa, mentre era seduto nel vagone, scriveva: “Ferrovie Bari Nord news: dopo un anno cambia la playlist per allietare i viaggiatori. Da Sanremo 2013 a Sanremo 2014. Wow…”.
IL BANCARIO IN PENSIONE
Enrico Castellano, di 72 anni, era nato ad Ostuni ma aveva lasciato la Puglia da parecchio. A Torino una nuova casa, un nuovo lavoro, nuove amicizie. Aveva fatto carriera, era diventato dirigente del Banco di Napoli. Con la pensione, aveva ritrovato il tempo per tornare dal figlio ad Andria. Lunedì era atterrato a Bari con un volo diretto, perchè oggi è il compleanno del nipotino di due anni da festeggiare. “Pensavamo di fare due feste – racconta il fratello Franco – l’onomastico, perchè è sant’Enrico, e il compleanno”.
IL CONTADINO
Con Giuseppe Acquaviva, 51 anni, il destino è stato ancora più cattivo. Lui non c’era nemmeno a bordo di quei treni. Non stava viaggiando. Non correva rischi. Passeggiava lungo la ferrovia, tra gli olivi, perchè di professione fa l’agricoltore. E’ stato investito dalle lamiere esplose nella collisione. Lo hanno portato all’ospedale di Barletta, ma è morto dopo qualche ora
LO STUDENTE COL MAL DI PANCIA
Antonio Summo aveva mal di pancia ieri, e suo padre gli aveva consigliato di non andare ad Andria. Ma Antonio ha insistito, “papà devo recuperare due debiti formativi, lo sai”. I genitori lo hanno riconosciuto dalla borsa, dai libri, dai pantaloncini e dalle scarpe da ginnastica.
Le piccole cose di Antonio, studente di 15 anni. “Un ragazzo eccezionale, suonava la tromba al Conservatorio”, ricorda la zia Pasqua Livorti. Seconda superiore all’industriale di Andria, e una lezione finita fatalmente prima. “Il professore li ha mandati a casa in anticipo”. Alla stazione del suo paese, a Ruvo di Puglia, c’era il nonno. “Mi aveva chiamato al telefono: dieci minuti e arrivo, vieni a prendermi”.
LA FUTURA SPOSA
Hanno capito che era Jolanda da un anello con la pietra nera. Lo portava sempre. Lo si vede anche dalle foto su Facebook. Jolanda Inchingolo aveva 25 anni, e il prossimo settembre si sarebbe sposata con Marco, il ragazzo che urla disperato e si contorce davanti all’ingresso dell’obitorio. “Doveva essere la madre dei miei figli”.
Jolanda stava andando a Bari proprio per incontrare lui. Amava Marco e amava Parigi. Sul suo profilo c’è la Torre Eiffel, e il giorno dopo gli attentati terroristici di un anno fa aveva messo la foto di loro due, modificata con i colori della bandiera francese. “Aveva un unico desiderio: fare la mamma. E chissà quanto sarebbe stata bella”.
LA NONNA DI SAMUELE
Con l’ultimo abbraccio, ha regalato la vita a Samuele. Donata, sessantenne di Terlizzi, aveva suo nipote di 6 anni tra le braccia, quando c’è stato lo scontro. Era salita con il ragazzino per andare a Barletta e prendere una coincidenza per Milano.
Riportava Samuele a casa dai genitori, dopo qualche giorno di vacanza in Puglia. Il piccolo è stato salvato dai vigili del fuoco, ma della signora ancora a tarda sera nessuno aveva notizie. “Stavo dormendo sulla nonna, e poi c’è stato quello scoppio fortissimo”, è riuscito a dire Samuele agli zii. E’ ricoverato in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita.
IL MACCHINISTA
Uno dei due macchinisti si chiamava Pasquale Abbasciano, era di Andria. A fine anno lo aspettava la pensione dopo tanti anni di servizio nelle Ferrovie Nord baresi.
“Era molto esperto, faceva questo lavoro da tanti anni”, dicono. Quella di ieri per Pasquale doveva essere una giornata lieta: lo aspettavano ad Andria al municipio, perchè sua figlia avrebbe recitato la promessa di matrimonio. Amava il suo lavoro e la campagna. Coltivava le ciliegie, e poi le regalava sempre agli amici.
IL METALMECCANICO
Gabriele, 25 anni, di Andria: stava rientrando da Bari dove era andato per fare il controllo ad un dito. Dopo il diploma all’istituto industriale, aveva trovato un posto di lavoro in un’azienda metalmeccanica di Bitonto. Qualche settimana fa si era ferito ad un dito, e il piccolo intervento di plastica ricostruttiva non lo aveva soddisfatto. L’ultima chiamata alla madre, dal treno della morte. “Mamma, non mi piace come è venuto. Forse dobbiamo fare un’altra operazione”. Sino a tarda sera la famiglia ha atteso al Palazzetto dello Sport di Andria notizie di Gabriele. Notizie che non sono arrivate.
(da “La Repubblica”)
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