SUGLI IMPRESENTABILI IL PD RIBOLLE: “STIAMO CON SAVIANO NON CON DE LUCA”
“CARO RENZI, LE PAROLE NON BASTANO”
L’imbarazzo sugli “impresentabili” è palpabile anche nei volti.
Davide Mattiello, prima di essere un parlamentare del Pd molto attivo in commissione Antimafia, era con don Ciotti a Libera.
Solca preoccupato il corridoio dei passi perduti: “Innanzitutto, io mi fido e credo all’analisi che fanno del fenomeno Roberto Saviano e Rosaria Capacchione, e credo che dovrebbero farlo tutti, perchè siamo di fronte a persone che hanno una conoscenza profonda del territorio. E questo è il primo punto che va ribadito. Il secondo è che la forza delle organizzazioni mafiose sta nella relazione con la politica. Lo dico in modo ancora più chiaro: la mafia è forte perchè ha intrecci con la politica. Alcune volte queste relazioni hanno caratteristiche penalmente rilevanti, altre volte no. Ma è certo che la politica ha delle responsabilità prima della magistratura. Non possiamo trincerarci dietro il ‘penalmente rilevante’ per fuggire alle nostre responsabilità ”.
È un insofferenza profonda quella che avvolge la pancia del Pd.
Anche dopo l’uscita di Renzi sulle canidature “imbarazzanti”.
Perchè, appunto, sono solo parole.
Insofferenza che va oltre le correnti, gli equilibri interni, i tatticismi. Indignano le parole di Vincenzo De Luca, che dopo aver imbarcato cosentiniani, ex fascisti, e riciclati, non perde occasione per attaccare Saviano: “Ha detto sciocchezze — dice De Luca – credo che si stia avvitando sulla sua immagine”.
Parole all’ombra delle quali ognuno si sente libero di dire la sua.
Ecco che Aveta, quello del braccio alzato e delle gite a Predappio, in un’intervista a Concita Sannino su Repubblica, dice: “Dopo 24 anni di militanza nella Destra ora il faro è Renzi”.
Ecco che Enricomaria Natale, a proposito delle parole di Renzi sulle candidature impresentabili, dice al Fatto: “Il premier non parla di me”.
Su Natale Saviano aveva detto, nella sua intervista all’HuffPost: “È certamente quello di Natale il nome più eclatante perchè la sua famiglia è stata più volte accusata di essere in continuità con la famiglia Schiavone”.
E poi c’è la fabbrica dei riciclati di Michele Emiliano. Con Eupreprio Curto che a Repubblica di Bari spiega come mai provenendo dal Movimento sociale, ora sta con Emiliano.
Certo, un conto sono i riciclati altro le zone grigie di contiguità con la criminalità .
Ma le parole di Renzi sono insufficienti per molti.
Prosegue Mattiello, che nel cuore ha ancora Libera di Don Ciotti: “Il Pd deve mettere dei filtri. Non basta constatare che è stato imbarcato di tutto, come dice Renzi. La semplice constatazione viene letta dalle associazioni mafiose come tolleranza, il messaggio arriva agli ambienti mafiosi come connivenza”.
Brucia la questione degli impresentabili. Anche tra quelli che non si possono considerare oppositori di Renzi.
Walter Verini, già braccio destro (e sinistro) di Veltroni dice: “Ha ragione Renzi quando dice che certe candidati sono invotabili. Ma oltre a questo è che noi dobbiamo che certa gente e certi ambienti guardino al Pd. Deve essere chiaro che non hanno a che vedere con un partito che si batte per la legalità . E in questo senso Roberto Saviano va ascoltato”.
E qui Verini probabilmente ha in mente il grido che Walter Veltroni lanciò nel 2008 da tutte le piazze del Sud, dopo aver varato l’operazione “liste pulite” pretendendo che il suo partito non candidasse gli indagati: “Non vogliamo i voti dei mafiosi — diceva Veltroni – perchè vogliamo distruggere la camorra, la mafia, la ‘ndrangheta. Non votateci, perchè sappiate che il Pd vuole distruggervi”.
Parole che Renzi non ha mai pronunciato, alimentando così l’imbarazzo di molti.
Ermete Realacci non ci gira attorno: “Io, per la cultura politica che ho, sono imbarazzato dal profilo delle liste. E sono imbarazzato perchè a questo punto il problema è irrisolvibile. Dobbiamo sperare che i cittadini nell’urna siano saggi e scelgano il male minore, e che le presenze inopportune non siano condizionanti nei futuri consigli regionali. Credo che questa situazione sia stata prodotta da disattenzione e sciatteria: pur di vincere si è preso di tutto. Ora però, dopo le elezioni occorrerà fare una riflessione e prevenire che possa ripetersi in futuro”.
All’Antimafia le parole di Saviano, ma non solo, hanno già fatto scattare l’allarme.
La presidente Rosy Bindi ha avviato una ricognizione delle liste per una verifica.
In Antimafia, tra i parlamentari più impegnati, c’è Laura Garavini: “Su questioni di questo tipo — dice — io credo che non possiamo mettere in dubbio ciò che dicono persone che stanno in loco, di specchiata moralità e indubbia competenza come la Capacchione. E se sul Pd non ho preoccupazioni, per quel che riguarda le liste collegate, faccio l’appello: non votate le persone dove c’è timore, preoccupazione, fondato sospetto. E credo che sarebbe opportuno che De Luca, e con lui ogni candidato, dicesse chiaramente: non voglio i voti delle mafie”.
Ecco, l’ammissione di Renzi che gli impresentabili ci sono e che non li voterebbe non ha avuto l’effetto di rasserenare il Pd. Anzi. Proprio Rosaria Capacchione, invita a passare dalle parole ai segnali concreti: “Bene che Renzi l’abbia detto. Ma ora deve essere conseguente. Perchè così vinci le elezioni, ma vince un’altra cosa. Incontro quotidianamente ragazzi, che non c’erano ai tempi di Berlinguer e che hanno creduto nel messaggio di rinnovamento e di rottamazione di Renzi, e ora sono spaesati. Dicono: stavamo con Renzi per toglierci di torno questa gente che ha rovinato il nostro paese ora ce la ritroviamo tra di noi. Dicono a Renzi: se non cambi nemmeno tu, perdiamo la speranza. Servono segnali concreti, per questo rivolgo anche a De Luca un appello: ci dica subito quale sarà la sua giunta. Oggi, non dopo il voto”.
(da “Huffingtonpost”)
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