SUONA L’ADUNATA IN CASERMA, PRONTA LA LETTERA DI SILVIO AI LEADER DEL CENTRODESTRA: “ORA POSSIAMO RIUNIFICARCI”
BERLUSCONI CHIEDE UN INCONTRO A NCD, LEGA, UDC E FDI… ALFANO: “DISCUTIAMO MA NON IN UNA DIMENSIONE BERLUSCONIANA”
Una lettera sta per essere recapitata da Palazzo Grazioli a tutti i leader di quel che è stata la vecchia Casa delle libertà .
Alla galassia del centrodestra che fu, ora polverizzata in tante sigle.
Ad Angelino Alfano, certo, ma anche a Pier Ferdinando Casini e il suo Udc, come a Giorgia Meloni dei Fratelli d’Italia, al leghista Matteo Salvini fino all’ex ministro Mario Mauro.
«Ci sono le condizioni per tornare insieme », sarà il cuore della missiva che Silvio Berlusconi ha già messo a punto. Una vera e propria mozione degli affetti alla quale il leader farà appello nella sua nuova veste di «assolto e riabilitato»
Il ruolo di «riaggregatore» o «federatore», come lo ha definito a più riprese lui in questi giorni nel chiuso di Arcore, è la missione che si è intestato.
E sulla quale intende mostrarsi subito operativo. Anche per fare il punto su questa delicata mission ha intenzione di convocare a sorpresa i gruppi parlamentari di Camera e Senato. Potrebbe farlo addirittura entro questa settimana.
Un po’ per riaprire e chiudere il capitolo riforme e archiviare una volta per tutte le obiezioni dei dissidenti. Anche se ieri Augusto Minzolini, Cinzia Bonfrisco, Vincenzo D’Anna si sono visti per fare il punto, intenzionati a portare avanti la loro battaglia sugli emendamenti e convinti di restare compatti, «non meno di 17-20», assicurano.
Con loro l’ex Cavaliere vuole evitare i toni da “editto” della settimana scorsa e le minacce di epurazione, ma allo stesso tempo convincerli a rinunciare.
Ma il secondo e non meno importante tema all’ordine del giorno dell’incontro dovrebbe essere proprio quello: annunciare la nuova fase, quella che nei suoi disegni porterebbe a riabbracciare tutto il centrodestra.
Il tutto, neanche a dirlo, per tornare ad affermare, più forte di prima, la sua leadership indiscussa. Ieri come oggi. Tanto più dopo l’assoluzione in appello nel processo Ruby.
Berlusconi ha sentito in questi giorni Pier Ferdinando Casini, Ignazio La Russa, ha visto Mario Mauro, si è rimesso a tessere la tela del ragno.
Sa bene tuttavia che i veti, soprattutto in casa del Nuovo centrodestra, sono quasi insormontabili.
I toni della telefonata di domenica con Angelino Alfano sono stati affettuosi, ma non si è andati al di là della cordialità . Di un possibile incontro al momento, confermano dai due staff, non vi è traccia. «È stato già tanto farli sentire al telefono per pochi minuti» racconta chi ha lavorato a un minimo riavvicinamento tra i due. Del resto, il ministro degli Interni è più che cauto.
«Io continuo a giocare la partita del 2018 e non sono disponibile a fare una cosa in chiave berlusconiana» sono le considerazioni fatte ai parlamentari più vicini.
«Io ho interesse ad avviare una riunificazione del centrodestra – premette il leader di Ncd – ma che non ci riporti indietro nel tempo. Anche la nostra ambizione è costruire una coalizione diversa, alternativa a Renzi e alla sinistra, ma solo se esistono le condizioni ».
È tutto un percorso da costruire, insomma. E sul quale in parecchi, tra i suoi, nutrono perplessità .
Se la condizioni che porrà Berlusconi sarà l’abbandono del governo, per essere chiari, ecco su quella strada non lo seguiranno. Anche Alfano, come il premier, ha in mente la scadenza del 2018, un orizzonte lungo, per non farsi risucchiare dalla rinata Forza Italia.
Al partito degli scettici nel Ncd sono iscritti in tanti, restii a voltarsi indietro, dalla ministri Beatrice Lorenzin a Fabrizio Cicchitto, passando per Gaetano Quagliariello e Renato Schifani. Ben più disposti al dialogo col vecchio leader forzista invece l’altro ministro Maurizio Lupi, Luigi Casero, Barbara Saltamartini, per non dire della capogruppo Nunzia De Girolamo, che con Berlusconi non ha mai interrotto il dialogo e il rapporto personale.
È stata tra le mediatrici della telefonata di domenica, per altro, dopo essere stata a cena con l’amica Francesca Pascale quale sera addietro.
L’assemblea Ncd di sabato sarà un bel banco di prova per misurare le forze in campo.
Ma se l’ex Cavaliere ha fretta, suoi fedelissimi di un tempo la pensano diversamente. «Berlusconi non pensi di essere lui ancora il leader della coalizione, facendo derivare l’investitura dalla conclusione della vicenda giudiziaria che lo coinvolgeva» ragiona senza tanti giri di parole Cicchitto.
Con Schifani che rincara: «Se qualcuno pensa che questo verdetto ci restituisca Berlusconi nuovamente leader incontrastato del centrodestra, magnete attorno al quale ricostruire un’alleanza, si sbaglia. Una sentenza non sposta indietro le lancette della storia, nè tantomeno quelle del centrodestra»
Oggi il capo di Forza Italia rimetterà piede a Roma per la prima volta dopo la sentenza di venerdì.
Cancellati gli incubi giudiziari, vuole tornare a esercitare appieno la sua leadership, offuscata negli ultimi tempi, e soprattutto curare di persona la lealtà dei suoi alla linea pro riforma al Senato.
Tra gli appuntamenti in agenda, anche un faccia a faccia – l’ennesimo – con Raffaele Fitto, l’eurodeputato pugliese, capofila in pectore dei dissidenti sulle riforme (e non solo).
Berlusconi vorrebbe chiudere anche con lui la partita, promettere le primarie (ma solo per scegliere gli amministratori) e aprire il cantiere della nuova coalizione di centrodestra.
Ma anche una vecchia volpe come Pier Ferdinando Casini ieri a Palazzo Madama confidava ai colleghi più di un dubbio, sull’ennesima “Costituente popolare” dal sapore centrista, ma anche sul ritorno al passato ventilato dall’ex Cavaliere, figurarsi alla vecchia Casa delle libertà .
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply