TANGENTI MOSE BIPARTISAN: SOLDI DALLA COOP ROSSA AL PDL
E IL COMPAGNO PIO SCHERZAVA: “SE VADO DENTRO NON ESCO PIU'”
C’è pure la tangente bipartisan in quel teatrino di burattinai, mazzette e miliardi di euro che si è innalzato attorno al Mose.
Soldi delle coop rosse, o presunte tali, che finiscono addirittura al Pdl, il partito del centrodestra, il partito di Silvio Berlusconi.
A testimoniare, una volta di più, che quello che si è visto nello scandalo Expo non era un caso sporadico, ma la prova della mutazione genetica di alcune cooperative di sinistra, diventate, alla bisogna, dei veri comitati di affari.
«No sai, al partito suo (il Pdl, ndr), gli ho appena portato io 150mila euro», dice Pio Salvioli in un’intercettazione ambientale dell’8 febbraio 2013, dalle parti di Piazzale Roma a Venezia.
Salvioli non è un imprenditore, nè un uomo che per un motivo o per un altro, per storia, per cultura, o solo per simpatia, è vicino al centrodestra.
È un ingegnere trevigiano, con un passato nel Pci prima, nel Pds e nei Ds poi.
L’uomo che ha sempre lavorato con le coop, tanto da guadagnarsi il soprannome di “compagno Pio”.
Salvioli, nel Consorzio Venezia Nuova, non è nemmeno uno qualunque. Fa parte del consiglio direttivo, è il braccio destro del patron Giovanni Mazzacurati (i due si chiamano quasi ogni giorno) ed è titolare di un contratto di collaborazione firmato con il Co.Ve.Co., il Consorzio “rosso” con sede a Marghera, nato nel 1954 e che oggi riunisce 85 cooperative in tutto il Centro Nord.
La quota del Co.Ve.Co. sul Mose non è enorme, appena il 2,63 per cento, ma è affidatario tramite la Clodia delle opere milionarie alla Bocca di Chioggia.
«Sto facendo il giro per distribuire – ride il “Compagno Pio” insieme con Andrea Rismondo, il rappresentante della Selc, altra consorziata con il Co.Ve.Co. – uno di questi giorni mi mettono in galera e buttan via la chiave… Devo andare a riferire al capo supremo (Mazzacurati, ndr) e vedo… però la Maria Teresa (Brotto, ex amministratrice di una società ingegneristica, ndr) mi pare disponibile a dire la verità ».
Segue un pezzo di conversazione incomprensibile, poi Salvioli continua: «No ma sai, siccome al partito suo (il Pdl, annotano i finanzieri all’ascolto) gli ho appena portato 150mila euro…e lei sa che gliel’ho portati io…».
Di quale verità sia depositaria la Brotto, non è chiaro. È chiara ai magistrati, invece, la destinazione di quei bigliettoni.
Il 7 febbraio, il giorno prima, li ha consegnati a Sutto, un dipendente del Consorzio, il quale li ha portati poi a Renato Chisso, l’assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità della Regione Veneto, di Forza Italia.
Uno dei tanti modi per ungere il sistema e le pratiche. Ed evitare ostacoli.
Ancor più chiara, e sorprendente, è la provenienza del contante: «150mila euro – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – sono stati prelevati da Mario e Stefano Bacheto Boscolo ».
Vale a dire il presidente e il consigliere della Cooperativa San Martino, anch’essa nel consorzio rosso Co.Ve.Co., detentrice, attraverso quello, di una quota consistente del 22,4 per cento del Consorzio Venezia Nuova di Mazzacurati.
«Gli altri 10mila sono stati dati da Nicolò Buson, ex direttore finanziario della Mantovani».
(da “la Repubblica“)
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