TOTO’, PEPPINO E IL GOVERNO DEGLI EVASORI
SAREBBE DA RIDERE SE NON CI FOSSE DA PIANGERE
C’era una volta una manovra fiscale che nel nome di poveri aiutava i ricchi, gli evasori e perfino evasori in odore di qualche cosa.
C’era una volta un decreto che per rispondere ai bisogni delle vittime della tragedia di Ponte Morandi e a quelle degli sfollati aveva una norma che sanava le case abusive crollate dopo il terremoto di Ischia, risarciva con i soldi del ‘Popolo’ gli abusivi per le case non non potevano costruire ma avevano costruito in barba alla legge e consentiva agli stessi di poter ricostruire le case esattamente negli stessi posti dove erano state edificate sempre in barba alla legge, ma questa volta rendendo il tutto illegalmente illegale
C’era poi un governo che sul decreto dignità accusava i funzionari del ministero di remare contro e sul reddito di Cittadinanza mandava – via Rocco Casalino – minacce a quei ‘pezzi di merda’ dei funzionari del Mef che: ‘o trovano i soldi da qualche parte o volano i coltelli’
C’era poi il vice-premier del del Governo che andato a Porta a Posta (ossia nel talk show nemico per eccellenza dove un tempo si veniva espulsi se ci si metteva piede, ma tanto le regole valgono il tempo di cinque rutti in casa grillina…) che annunciava il complotto ordito da manine o manone perchè qualcuno aveva manomesso il testo mandato al Quirinale.
Salvo poi scoprire che non era mai arrivato al Quirinale. E quindi non poteva essere arrivato quello che non era arrivato.
Una volta per far ridere ci pensavano grandi film come Totò, Peppino e la Malafemmina.
Oggi il titolo potrebbe essere un po’ diverso: Totò, Peppino e il governo del Cambiamento. O meglio: il governo degli amici degli evasori .
(da “Globalist)
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