TRA PISAPIA E SALVINI SCEGLIAMO PISAPIA: LA MORATTI E’ SOLO UN PRESTANOME
CON UN VICE-SINDACO RAZZISTA NON PUO’ ESSERCI NESSUNA CONVERGENZA IDEOLOGICA… NON DIMENTICHIAMO LE SUE FRASI CONTRO I MERIDIONALI CHE PUZZANO, LA SUA RIVENDICAZIONE “PADANIA NON E’ ITALIA”, IL SUO DISPREZZO DELL’UNITA’ NAZIONALE, LA SUA COSTANTE ISTIGAZIONE XENOFOBA… PISAPIA E’ DISTANTE DA NOI, MA E’ UNA PERSONA PERBENE E INTENDE IMPEGNARSI NEL SOCIALE
Tra dieci giorni vi sarà il ballottaggio a Milano e diversi esponenti dei partiti tagliati fuori dal rush finale stanno esprimendo il proprio orientamento.
E’ di oggi la dichiarazione dei grillini che lascieranno libertà di voto ai propri elettori anche se, sottolineano, “molti dei nostri stanno con Pisapia”.
Altrettanto sembra orientata a fare “Futuro e Libertà “, dove solo Urso e Ronchi, adempiendo al loro ruolo di quinte colonne dei berluscones, dichiarano che non vi possono essere dubbi nel preferire la Moratti, mentre Granata ha affermato che voterebbe Pisapia.
E parere di molti opinionisti che per i finiani sia un modo per non decidere, ma che sotto sotto le simpatie vadano per i candidati che si oppongono al Pdl.
Non vediamo, in questa posizione, nessuna anomalia:
1) Perchè non si tratta di “tradire una tradizione di destra”, essendo il governo Berlusconi-Bossi-Scilipoti non una coalizione di destra, ma un esecutivo affaristico-razzista con una spruzzatina di deputati venduti.
E chi ha radici culturali di destra nulla può avere a che spartire con quella che Staiti ha definito la “becerodestra” al potere in Italia.
2) Perchè non si può uscire da quella corte di miracolati, corrotti e puttanieri e poi appoggiarli anche solo localmente.
Si deve solo contribuire alla loro dipartita il prima possibile, dopo tutto il fango, le calunnie, le diffamazioni, i dossier taroccati, i falsi attentati, le false escort che hanno vomitato contro chi ha osato dissentire dal loro unico interesse: salvarsi il culo dai processi.
Mai in Italia si era assistito a operazioni sporche come quelle messe in atto da un partito di accattoni che, sotto di 9 voti alla Camera, invece che avere la dignità (da uomini di vera destra) di sottoporsi al giudizio degli elettori, ha condotto una lurida campagna acquisti di deputati, formalizzando un “gruppo dei venduti”, cosa che non sarebbe accaduta in alcuna democrazia occidentale.
3) Nessun uomo di destra può appoggiare un candidato il cui leader chiama una delle principali istituzioni del Paese un “cancro da estirpare” e i giudici “brigatisti”.
Un uomo di destra ai processi si presenta e si difende, non fugge da vigliacco.
A destra si sta con coerenza e dignità , e, quando si vince, dimostrando semmai umiltà , non arroganza.
Nell’interesse del popolo italiano, non a difesa dei propri.
Un uomo di destra vuole vedere emergere chi vale e chi merita, non servi e maggiordomi, donnette isteriche e piduisti riciclati.
4) Un uomo di destra ha rispetto per chi ha scelto itinerari diversi, opposti ai suoi, ma li ha percorsi con coerenza.
Non esistono più nemici, come farebbe ancora comodo a qualcuno, ma solo avversari, con cui confrontarsi.
Noi abbiamo l’orgoglio di cercare di far “vincere” le nostre idee, affinchè diventino patrimonio comune e maggioranza nel Paese, ma se provassimo a farlo con l’inganno, con la corruzione, con l’intrallazzo, avremmo già perso in partenza.
Perchè avremmo tradito proprio quelle idee.
E chi governa deve essere pulito e non concedere favori a nessuno, neppure a figli aspiranti Batman.
5) Il confronto a Milano non è in realtà tra Pisapia e Mestizia Moratti, ma tra Pisapia e il leghista Matteo Salvini, già designato vice-sindaco con poteri di controllo sulla stessa sindaco.
Matteo Salvini rappresenta l’antitesi dei valori di destra ed è il modello del becerume leghista, degli egoismi e degli interessi di bottega di appena il 9% dei milanesi.
Leggesi che sta sui coglioni al 91% dei meneghini e degli italiani.
La sua attività politica è limitata a far finta di cacciare i rom, salvo poi farsi beccare in un fuori onda dove dice l’opposto. Circostanza che in qualsiasi altro Paese civile lo avrebbe fatto cacciare a pedate nel culo dal partito, salvo ovviamente che dal circo Barnum di via Bellerio.
Salvini è colui che fa finta di non volere i profughi e gli immigrati a Milano, ma poi non ha la coerenza di dimettersi dal partito quando Maroni glieli impone.
E’ il classico esponente della Lega “di lotta” anticasta che percepisce 16.000 euro al mese dal Parlamento europeo dove non lo vedono mai.
E’ quel losco figuro che cantava in compagnia di altri beoni padani canzoni da caserma contro i “meridionali che puzzano” o che si fa fotografare con la maglietta “Padania is not Italy”, ma non gli fa schifo incassare lo stipendio dallo Stato italiano.
E’ colui che gira nei quartieri fomentando avversione verso gli immigrati, salvo dimostrare l’incapacità del suo governo di allontanare dal paese chi veramente delinque e di assicurare invece strutture e integrazione a chi vive onestamente.
Qualcuno dirà che Pisapia ha un passato in Rifondazione e un presente nel partito di Vendola: certo, siamo distanti da lui su molti temi, ma mai quanto l’altro potenziale sindaco che usa Mestizia come prestanome.
Dalla Milano da bere non vogliamo passare alla Milano dei beoni e dei ladroni.
Per questo voteremmo per un volta un avversario almeno leale e che offre garanzie di impegno sociale verso i più deboli.
La “becerodestra” è come il muro di Berlino: bisogna prima abbatterla per poter ricostruire una nuova destra civile, sociale e nazionale.
Anche turandosi il naso.
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