TRAGEDIA MOTTARONE, IL CONSULENTE RIVELA: “DANNI ALLA FUNE VISIBILI UN ANNO PRIMA”
UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA ED EVITABILE SE IL DENARO NON CONTASSE PIU’ DELLE PERSONE
“Almeno un anno prima del cedimento” della fune traente dell’impianto funiviario del Mottarone “si poteva vedere che stava succedendo qualcosa”.
A dirlo è Andrea Gruttadauria, docente di Metallurgia e materiali non metallici e Tecnologie metallurgiche al Politecnico di Milano, consulente tecnico di parte della difesa di Gabriele Tadini, caposervizio della funivia del Mottarone. “Dal mio punto di vista, la prima avvisaglia è stata almeno, almeno un anno prima”.
Il consulente di Tadini ha quindi spiegato il meccanismo della fatica che, secondo i periti, è insieme alla corrosione la causa della rottura della fune: “La fatica ha tre fasi: la nucleazione, in cui più o meno non ci si accorge di nulla; la propagazione, la fase in cui ci si accorge che qualcosa sta succedendo; e la rottura finale, più o meno istantanea”.
In teoria quindi, ha aggiunto il professor Gruttadauria, c’è stato “almeno un anno di tempo per accorgersi che si stava propagando qualcosa”.
La ricostruzione temporale, ha proseguito Gruttadauria, è “verosimile rispetto a quanto abbiamo visto sulla fune”, cioè guardando alla frattura e a “come si è propagata la cricca”, cioè la frattura stessa.
“Il fenomeno di corrosione è un processo piuttosto lento per quanto riguarda il materiale e l’ambiente in cui ha lavorato. Se la fatica fosse stata accelerata, la corrosione non avrebbe avuto modo di intervenire e intaccare il metallo. Siccome si è stabilito giustamente che (le cause, ndr) sono fatica e corrosione, allora per forza dobbiamo avere dei tempi abbastanza lunghi”, quantificabili in “almeno un anno”
(da agenzie)
Leave a Reply