TRATTATIVA STATO MAFIA: DELL’UTRI INDAGATO PER ESTORSIONE A BERLUSCONI
L’ACCUSA SI BASA SUL GIRO DI DENARO PASSATO DAI CONTI DELL’EX PREMIER A QUELLI DEL SENATORE AZZURRO, COMPRESA LA VILLA PAGATA 20 MILIONI DI EURO E CON UN VALORE DI MERCATO DI 9 MILIONI… BERLUSCONI IN VESTE DI TESTIMONE
Marcello Dell’Utri è indagato con l’accusa di estorsione nei confronti dell’ex premier Silvio Berlusconi.
La notizia, rilanciata dall’Ansa, si lega alla convocazione da parte dei pm di Palermo che indagano sulla trattativa Stato-mafia a carico del cavaliere di Arcore e riguarda, in particolare, una “estorsione politica” , portata nel 1994 dallo stesso senatore al capo della Fininvest.
L’ex premier doveva presentarsi lunedì 16 luglio ma ha opposto un legittimo impedimento.
Nel frattempo, oggi riparte il processo bis in Appello contro il senatore, dopo che in marzo la Cassazione ha annullato la sentenza di Appello e disposto un nuovo dibattimento.
Il procuratore generale che rappresenta l’accusa, Luigi Patronaggio chiederà che venga sentito come testimone proprio l’ex presidente del Consiglio.
Sul piatto della futura audizione i rapporti con il senatore di Forza Italia e il ruolo svolto dallo stesso Dell’Utri con gli uomini di Cosa nostra.
Per chiarire ulteriormente il quadro tra le varie richieste istruttorie il pg dovrebbe chiedere di sentire diversi pentiti. Tra questi Stefano Lo verso. In questo procedimento il Cavaliere viene chiamato con la formula di “testimone assistito”.
Significa che potrà presentarsi con l’avvocato e potrà avvalersi della facoltà di non rispondere.
Nell’ambito dell’inchiesta palermitana sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, invece, Berlusconi sarà ascoltato come semplice testimone con l’obbligo, in questo caso, di rispondere.
Questa la comunicazione arrivata ai suoi avvocati. Prima data fissata: due giorni fa, lunedì 16 luglio.
L’ex premier però ha opposto una questione di legittimo impedimento per “impegni già presi in precedenza”.
E proprio in queste ore sono in corso contatti tra la procura e i suoi legali per fissare al più presto una seconda data.
Alla base del colloquio programmato dalla procura di Palermo alcune spese effettuate dal Cavaliere a favore dei Circoli della Libertà , Marcello Dell’Utri. Nel mirino anche diversi prestiti infruttiferi fatti sempre a favore del senatore di Forza Italia.
Il filone per il quale è stato chiamato il Cavaliere resta il più riservato di tutta l’indagine sulla trattativa.
In particolare i pm vorranno chiedere conto a Berlusconi di quei venti milioni di euro pagati all’amico Marcello per l’acquisto di una villa che, conti alla mano, ne valeva la metà . Denaro, questa è l’ipotesi dell’accusa, che potrebbero essere il conto di un’estorsione. Vittima il Cavaliere.
C’è di più: da quanto si apprende lo stesso Berlusconi potrebbe essere stato vittima di un ‘altra estorsione, questa volta politica, all’epoca in cui, nel 1994, era presidente del Consiglio.
Al centro sempre la trattativa Stato-mafia.
In questa indagine, lo stesso Dell’Utri è già indagato insieme a Nicola Mancino, al senatore Calogero Mannino e ai generali dei carabinieri Mario Mori e Antonio Subranni.
Secondo le ipotesi investigative della procura, Dell’Utri sarebbe subentrato a Salvo Lima come mediatore nei confronti dei padrini siciliani.
A portare la citazione della procura ad Arcore è stata la Guardia di Finanza di Palermo.
La stessa che nel marzo scorso si è presentata nello studio milanese del notaio Arrigo Roveda per sequestrare l’atto di compravendita della villa sul lago di Como. Atto firmato, guarda le coincidenze, alla vigilia della sentenza di Cassazione nei confronti di Dell’Utri.
Sentenza, che, bocciando la condanna in Appello ha riaperto i giochi del processo. Perchè tali coincidenze?
Una di queste, ipotizzano i pm, è che in caso di condanna al senatore di Forza italia sarebbero stati sequestrati tutti i beni.
Appresa la notizia dai banchi del tribunale di palermo, Dell’Utri ha voluto precisare cifre e valore della casa sul lago di Como.
“La villa? — ha detto ai giornalisti — . Io l’avevo messa in vendita due anni fa per 30 milioni e il valore è questo”.
E ancora: “L’occasione di concretizzare c’è stata solo in quel periodo”.
Dopodichè “ci ho perso perchè l’ho venduta 20 e vale 30″.
Mentre a chi gli ricorda che una perizia del ’94 aveva valutato la villa attorno ai 9 milioni di euro, Dell’Utri ha ribattuto: “In quel periodo, 8 anni fa, la casa era ancora in costruzione e quindi il valore era sulla carta. Vale molto di piu’, lo ripeto”.
Ma sul tavolo del futuro colloquio ci sono tanti passaggi di denaro, circa dieci milioni di euro, che tra il 2008 e il 2011, sono transitati dai conti del Cavaliere a quelli di Dell’Utri.
Lo scorso novembre lo stesso pm Ingroia ha acquisito diverse scoperte agli atti dell’indagine P3. Queste vengono messe alla voce “prestiti infruttiferi”.
Dal canto suo Berlusconi, attraverso una nota rilasciata da palazzo Grazioli smentisce su ogni fronte: “Tutte le dichiarazioni — si legge — attribuite stamani dal quotidiano ‘La Repubblica al Presidente Berlusconi, in merito alla vicenda di Palermo, sono destituite di ogni fondamento”.
E sul caso pesa anche un’intercettazione.
E’ quella di Ezio Cartotto, uno dei fondatori di Forza Italia. Anche Cartotto è stato convocato. Lui, però, prima pensa di chiamare Silvio.
Lo fa attraverso la segretaria che lo chiama al telefono: “Sono Claudia — si ascolta — da palazzo Grazioli. L’appuntamento è per domani”. Cartotto così va ad Arcore.
Con lui alcuni convitati di pietra: gli investigatori della Dia.
“Questa procura di Palermo è un colabrodo”. Cosi’ l’avvocato e senatore del Pdl, Piero Longo, risponde a chi gli chiede un’opinione sulle polemiche legate alla convocazione di Berlusconi.
“Nulla di quello che si fa in maniera fisiologicamente naturale e riservata resta tale, ma tutto viene fuori”.
Anche la questione che ha riguardato il Capo dello Stato “non sarebbe nota se le vicende non fossero state esposte alla conoscenza del pubblico, ma solo a quella dei pubblici ministeri della difesa e del gip”.
Alla domanda sul perchè l’ex premier potrebbe essere convocato lo storico difensore del Cavaliere replica in punto di diritto: “Non conosciamo l’oggetto della testimonianza perchè così prevede il nostro ordinamento e questo, a mio giudizio, è un errore perchè il testimone potrebbe diversamente essere messo nelle condizioni di presentarsi con memoria rinfrescata sull’oggetto della richiesta.
“Leggo ora sulle agenzie che ci sarebbe un’inchiesta in cui Marcello Dell’Utri sarebbe indagato per estorsione nei confronti del presidente Berlusconi”, chiosa il senatore per fare comprendere che il motivo per cui la procura di Palermo ha convocato Berlusconi come teste non si conosce.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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