TRAVAGLIO: “L’ULTIMA FRONTIERA DEL CRETINAMENTE CORRETTO È L’ONDATA DI SDEGNO PERCHÉ UN CANTANTE VIENE FISCHIATO A SANREMO”
“HANNO SUBÌTO FISCHI I PIÙ GRANDI DELLA STORIA, MA IL RAPPER GEOLIER NO, LUI NON PUÒ: SICCOME È NAPOLETANO, CHI NON APPREZZA IL SUO BRANO (PERALTRO INCOMPRENSIBILE IN MANCANZA DI SOTTOTITOLI), È UN FOTTUTO RAZZISTA”… “BIGMAMA COMBATTE IL BODY SHAMING. MA SE SI ESIBISCE NON VA VALUTATA PER LE IDEE, MA PER LA CANZONE: SE È UNA CIOFECA, SI PUÒ DIRLO SENZA PASSARE PER TIFOSI DEL BODY SHAMING?
L’ultima frontiera del cretinamente corretto è l’ondata di sdegno (a quando un intervento di Mattarella?) perché un cantante viene fischiato a Sanremo. L’idea che chi paga cifre astronomiche per un biglietto all’Ariston abbia il diritto di trovare brutta una canzone e fare ciò che si fa in tutto il mondo da quando esiste il teatro, cioè fischiare chi non piace e contestare chi lo premia, è ormai insopportabile.
Hanno subìto fischi i più grandi registi, attori e cantanti della storia, ma il rapper Geolier no, lui non può: siccome è napoletano, chi non apprezza il suo brano (peraltro incomprensibile in mancanza di sottotitoli), è un fottuto razzista. Si dice che i social ci assuefanno a tutto.
Ma è molto peggio: ci rendono insensibili alle cose gravissime (tipo la mattanza di Gaza o quel gran genio di Stoltenberg che annuncia la lieta novella di “dieci anni di guerra con la Russia”) e sensibilissimi a quelle normali (i fischi a un rapper, manco l’avessero menato). È una forma di razzismo alla rovescia: siccome molti razzisti ce l’hanno coi meridionali e in particolare coi napoletani, vige l’obbligo di applaudirli tutti, a prescindere. E la stessa immunità avvolge tutti i portatori di messaggi positivi.
BigMama combatte meritoriamente il body shaming. Ma è una cantante e si esibisce a Sanremo sottoponendosi al giudizio del pubblico. E non va valutata per le idee, ma per la canzone: se questa è una ciofeca, si può dirlo liberamente senza passare per tifosi del body shaming?
La morte di Giogiò Cutolo, il giovane musicista ucciso in strada a Napoli per un parcheggio, è un dramma insopportabile e bene ha fatto Amadeus a invitare la madre Daniela a ricordarlo sul palco. Ma non si poteva evitare la pornografia del dolore con qualcosa di meno trash e retorico?
Il discorso di mamma Daniela alla “nazione” (picco d’ascolti: 16 milioni) dava l’impressione che si stesse candidando a qualcosa. Infatti l’indomani è partito il casting di FdI, seguito dalla disponibilità dell ’interessata a correre per le Europee.
Così come per la sorella di Giulia Cecchettin, che s’è fiondata nella famoseria sanremese inventandosi un’astrusa polemica contro il tristissimo e noiosissimo pistolotto del cast di Mare fuori.
Il tutto alla vigilia del lancio del libro del padre, amorevolmente seguito dall’Andrew Nurnberg, agenzia londinese di marketingper autori e attori di fiction. Tutto legittimo ma quando persino la morte dei propri cari esce dal silenzio e diventa trampolino di lancio, ascensore sociale e quarto d’ora di celebrità, lasciateci almeno il diritto all’imbarazzo. E al fischio.
Marco Travaglio
per il “Fatto quotidiano”
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