TRENTINO, L’AMAZZONE SCONFITTA: MA PER LA BIANCOFIORE “MANCAVA IL NOME SILVIO”
PRIMA DEL VOTO AVEVA SCOMODATO DE GASPERI: QUESTA TERRA E’ UN LABORATORIO… FORZA ITALIA PIU’ LEGA HANNO PRESO INSIEME IL 2,5%
La sintesi, certe volte, è tutto. «Sono nel bel mezzo del casino. Sentiamoci dopo, per favore»
Dopo, però, la situazione addirittura peggiorerà : per il Pdl – precipitato giù nel crepaccio dei dati finali – e soprattutto per lei, Michaela Biancofiore da Bolzano, 44 anni, capelli biondi e lisci, coordinatrice regionale del Trentino Alto Adige e tra le azzurre deputate amazzoni certamente quella preferita dal Cavaliere, che un giorno, ad Arcore, in vena di romanticherie, le regalò persino un magnifico anello di brillanti (vista la tempra di Francesca Pascale, nuova regina di Palazzo Grazioli, prudentemente portato all’anulare della mano destra).
Ad Andalo, venerdì sera, le ultime parole famose della Biancofiore sono state queste: «Il Trentino Alto Adige è un laboratorio che ha dato vita ad Alcide De Gasperi». Scomodato lo statista democristiano, per giustificare quelle bandiere che nel gelo sventolavano con su scritto: «Forza Trentino».
Esperimento, fallito, di tramutare Forza Italia in simbolo territoriale.
Quello del vessillo, comunque, non è stato l’unico esperimento di questa tornata elettorale abbastanza memorabile.
Perchè a un certo punto, nella scorsa primavera, la Biancofiore volle togliersi il capriccetto (politico) di nominare come commissario provinciale del Pdl altoatesino un ragazzo. Proprio così.
Un ragazzo di 19 anni: Alessandro Bertoldi detto Berto, all’epoca ancora indaffarato con gli esami di maturità (frequentava l’istituto «Marie Curie» di Pergine Valsugana) ma anche già sfrontato e determinato a imitare il suo idolo – «Voglio essere il nuovo Silvio», da un’intervista a Marianna Aprile del settimanale Oggi ) – quindi già con la giacca blu di una taglia più grande esattamente come le porta Berlusconi e pure lui, in certe foto, con il sorriso un po’ fisso, senza cerone ma stranamente abbronzato.
Il ragazzo si esibì subito in un paio di uscite ragguardevoli. «I tedeschi sono dei pidocchi ripuliti». «Sono da sempre impegnato per la causa della liberazione di Cuba dal castrismo-comunista» (quest’ultima consegnata agli elettori del Pdl sulla sua pagina Facebook e sul suo strepitoso sito: «Aleberto.wordpress.com»).
La «tata» (copyright Gian Antonio Stella) si accorse allora che da sola non sarebbe riuscita a controllare tanto facilmente il baby commissario: meglio perciò affidarlo alle cure di sua sorella, Antonella Biancofiore, preside delle «Marcelline» e anche improvvisamente tutor, qualcosa di simile, scrisse il quotidiano Aldo Adige , «alla signorina Rottenmeier di Heidi»
Intanto, la campagna elettorale del Pdl andava avanti. Con altri incidenti
Il primo: Michaela Biancofiore – appena arrivata come sottosegretario al ministero delle Pari Opportunità – si esibisce in un paio di dichiarazioni che il suo pupillo Berto avrà pensato: perchè io con il tutor, e lei no
«I gay sono una casta». «I gay si ghettizzano da soli».
Letta la punisce spostandola al ministero della Pubblica amministrazione, ma l’amazzone rilancia: «Vabbè: comunque anche papa Francesco la pensa come me».
Seguono baruffe varie. Che, però, non distraggono troppo la Biancofiore. Anzi: con la tenacia che le va riconosciuta, batte valli e rifugi, entri in una baita e puoi trovarla che cerca di convincere a votare per il Pdl due pastori.
Il guaio è che il Pdl è nelle condizioni che sappiamo, e lì, poi, ha pure cambiato nome.
«In più – la Biancofiore è di parola ed ecco che a sera arriva qualche sua riflessione sulla sconfitta – dobbiamo tener conto di due cose: il logo Berlusconi non si è visto e sappiamo che lui, da solo, vale dieci punti. Poi c’è da dire che molti elettori mi confessavano di non avere più tanta fiducia in un partito, il Pdl, il cui segretario, cioè Alfano, ha accettato che la sottoscritta fosse destituita da sottosegretario in quanto considerata troppo berlusconiana» (perchè, nel frattempo, è successo pure questo: quando ministri e sottosegretari del Pdl, qualche settimana fa, si sono dimessi dal governo, Letta ha respinto tutte le lettere tranne una: quella, appunto, della Biancofiore).
Meglio chiudere con una foto. L’ha postata, pochi giorni fa, sul suo profilo Facebook
C’è lei, la Biancofiore, con un cerbiatto bianco.
«Questa sono io. Un politico diverso. Che ama le persone, gli animali, la vita vera».
Fabrizio Roncon
(da “il Corriere della Sera”)
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