TRIA CHIUDE LA CAMPAGNA ELETTORALE E RIPORTA TUTTI SULLA TERRA: “CALO DEBITO CONDIZIONE ESSENZIALE”
TIMORI SULLA CRESCITA, IL PIL STENTA… FLAT TAX O REDDITO CITTADINANZA DOVRANNO FARE I CONTI CON LA REALTA’
Nell’Italia gialloverde emergono due posizioni difficilmente conciliabili: c’è una maggioranza cicala e un ministro dell’Economia formica.
Le linee guida della risoluzione di maggioranza sul Def impegnano il Governo a un programma economico monstre che prevede una forzatura rispetto ai vincoli europei, con maglie più larghe sui saldi di bilancio, a cominciare dai parametri su deficit e debito pubblico: si chiede quindi all’esecutivo di ottenere più flessibilità dall’Europa, di rivedere i saldi 2019-2021, di evitare l’aumento dell’Iva e delle accise, di aumentare gli investimenti pubblici, di ridurre della pressione fiscale, di sostenere i redditi più bassi.
Quello che però segnala alla Camera Giovanni Tria, nel dirsi d’accordo sulle principali linee d’azione, riporta tutti sulla Terra: la crescita italiana non sta ripartendo, anzi flette rispetto alle previsioni, il livello del deficit può essere rinegoziato solo in sintonia con l’Europa, ma soprattutto non si può assolutamente aumentare il debito pubblico, pena una compromissione della fiducia nell’Italia e quindi della stabilità finanziaria e dei risparmi degli italiani.
Il messaggio è semplice: se si facesse tutto quello che si è promesso in campagna elettorale, senza un rigoroso occhio all’equilibrio di finanza pubblica, lo spread prenderebbe il largo. Dalle parole di Tria si evince che sui temi più battuti in campagna elettorale da M5S e Lega – come reddito di cittadinanza, flat tax e riforma della legge Fornero – in primo luogo se ne parlerà in autunno, in sede di presentazione del Pnr (Piano nazionale di riforme) e in secondo luogo si valuterà la fattibilità nell’ambito della compatibilità di bilancio, affinchè il debito/Pil avvii la discesa. Questa flessione – definita una “condizione essenziale” da Tria – difficilmente verrebbe però raggiunta adottando riforme ad alto impatto di spesa come quelle promesse in campagna elettorale.
Le stime di crescita del 2018 sono tutte da raggiungere e sul debito non si scherza: deve scendere. I primi appuntamenti saranno dopo l’estate: sarà “predisposto il quadro programmatico e trasmesso al Parlamento a settembre, e poi a ottobre alle istituzioni europee”. Questi i primi messaggi di Tria al Parlamento:
IL PIL STENTA
Il quadro macroeconomico contenuto nel Def si basa su “informazioni che sembrano ormai obsolete”, afferma il ministro, evidenziando soprattutto il gravame delle “spinte protezionistiche” sulla crescita internazionale.
In Italia la crescita del Pil “è proseguita nel primo trimestre a un ritmo inferiore” alle attese e nel secondo trimestre “è in linea con i primi tre mesi”, per cui “il raggiungimento della crescita media proiettata nel Def nel 2018 richiede un’accelerazione del ciclo nella seconda metà dell’anno”.
Bisogna riprendere la marcia, dice in altre parole Tria: “i tassi di crescita sono ancora alla nostra portata, ma richiedono un’adeguata strategia di politica economica”. Una novità sarà la presentazione di “scenari programmatici relativi a un primo gruppo di indicatori di benessere equo e sostenibile. L’Italia è il primo paese che si darà obiettivi di equità , istruzione, salute, inclusione nel mercato del lavoro, ambiente, sicurezza ed efficacia della giustizia civile”. Secondo Tria si tratta di una “innovazione ambiziosa” perchè “cerca di stimolare una politica economica e sociale non incentrata esclusivamente sul Pil”.
TASK FORCE SUGLI INVESTIMENTI PUBBLICI
Per Tria “gli investimenti pubblici dovranno essere la chiave per ottenere quel di più di crescita” che serve per mettere in atto il Contratto di Governo “con un quadro di finanza pubblica coerente con l’impegno di riduzione del debito/Pil”. Intenzione del governo è “invertire il calo degli investimenti pubblici in atto dall’inizio della crisi” nella consapevolezza che “i maggiori ostacoli non vengono dalla carenza di risorse”, ma dalla perdita di competenze a livello locale e dagli “effetti non voluti” del Codice degli appalti. Tria ha quindi annunciato che proprio a questo scopo “verrà costituita una task force all’interno del Governo”.
SUL DEFICIT SI DISCUTE IN SINTONIA CON L’UE
Lo scenario tendenziale del rapporto deficit-Pil “sarà oggetto di seria riflessione in sede di predisposizione del quadro programmatico”, ma in stretta collaborazione con l’Unione europea. Tria segnala che “nel rispetto degli impegni europei e della normativa italiana si individuerà il percorso più adatto”, avendo d’occhio l’andamento del debito.
IL DEBITO DEVE CALARE
Sul fronte del debito/Pil, nelle previsioni del Def “inizierebbe un chiaro percorso discendente. È un’evoluzione che è bene non mettere a repentaglio, è una condizione necessaria per mantenere e rafforzare la fiducia dei mercati finanziari, imprescindibile per la tutela della finanza pubblica, per la stabilità della crescita e per i risparmi degli italiani”.
Per Tria le buone azioni sul debito sono “condizione di forza per rivendicare per l’Italia e per l’Europa tutta come una svolta la decisione di considerare le spese per investimenti diversamente dalla spesa corrente, una scelta per cui i tempi sono ormai maturi”.
IN EUROPA RIFORMA PRO-CRESCITA
L’azione del governo italiano deve muoversi in Europa in direzione di una “profonda riforma delle istituzioni economiche che governano l’Eurozona”, dice ancora Tria, perchè ci sono “gravi inadeguatezze che caratterizzano l’attuale equilibrio europeo. Le regole di bilancio consentono persistenti squilibri di partite correnti e non favoriscono la spesa per investimenti pubblici”. È necessario che l’architettura dell’Unione europea sia “indirizzata alla crescita”.
NO ALL’ASSISTENZIALISMO
Un ruolo centrale avrà il reddito di cittadinanza, “volto a contrastare le sacche di povertà presenti in Italia tramite interventi non assistenziali, bensì tramite l’integrazione nel mercato del lavoro”.
Per Tria “assicurare un reddito dignitoso a chi è temporaneamente in stato di disoccupazione o che per vari motivi ha difficoltà a entrare o rientrare proficuamente in un impiego è condizione essenziale per consentire in un quadro di stabilità sociale i necessari processi di innovazione tecnologica e ristrutturazione produttiva dettati dalle sfide del processo scientifico e della salvaguardia ambientale”.
LA RISOLUZIONE DI MAGGIORANZA SUL DEF
La maggioranza parlamentare Lega-M5S impegna il governo “a riconsiderare in tempi brevi il quadro di finanza pubblica nel rispetto degli impegni europei per quanto riguarda i saldi di bilancio del triennio 2019-2021” ha detto in Aula alla Camera è il relatore M5S al Def, Federico D’Incà , illustrando i contenuti della risoluzione di maggioranza.
“Sarà d’obbligo – ha aggiunto – impostare in Europa un dialogo nuovo nelle sedi opportune così da ottenere regole di bilancio più flessibili e spazi maggiori per le spese produttive”. La maggioranza impegna poi il governo “ad assumere tutte le iniziative per favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia inerenti l’aumento dell’aliquota Iva e delle accise su benzina e gasolio” e “a individuare misure da adottare nel 2018 nel rispetto dei saldi di bilancio”.
L’esecutivo dovrà “realizzare nel tempo un cambio radicale del paradigma economico”, ha proseguito D’Incà , indicando come “prioritario il superamento della logica del fiscal compact, la cui integrazione all’interno dei trattati europei è da scongiurarsi assolutamente”.
D’Incà ha quindi elencato i temi che dovranno essere affrontati nella prossima legge di bilancio, dalla lotta alla povertà allo stimolo alle politiche attive, dal superamento della legge Fornero alla scuola.
Tra le misure da adottare il relatore ha indicato “un mix virtuoso di maggiori investimenti pubblici, riduzione della pressione fiscale e il sostegno ai redditi più bassi”.
Va semplificato, in particolare, il rapporto tra l’Agenzia delle entrate e il contribuente e vanno abolite “misure penalizzanti per i contribuenti onesti”. Restano inoltre “senz’altro necessari” provvedimenti per il reddito di cittadinanza, così come occorre “ampliare la portata” degli indicatori Bes.
La maggioranza, ha detto ancora, impegna l’esecutivo ad apprestare al “Consiglio europeo e alla Commissione europea il Programma di stabilità e il Programma nazionale di riforme formulato in armonia con l’indirizzo politico economico emerso dal programma di Governo presentato in Parlamento per la fiducia”
(da “Huffingtonpost”)
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