TRUFFA E APPROPRIAZIONE INDEBITA: BOSSI E LA FAMILY VERSO IL PROCESSO
CONTESTATI AL SENATUR 40 MILIONI DI FINANZIAMENTO PUBBLICO AL CARROCCIO
Gli ultimi 17 milioni di soldi dei cittadini sono stati bloccati nel 2012 dall’inchiesta. Ma precedenti 40 milioni di finanziamento pubblico alla Lega, e cioè i rimborsi elettorali elargitile sulla base dei rendiconti al Parlamento del 2008 e 2009, la Procura di Milano ora li contesta al fondatore della Lega (di nuovo in corsa per la segreteria del partito tra una settimana) Umberto Bossi come «truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche»: truffa allo Stato commessa, secondo i pm in concorso con lo scomparso segretario amministrativo Maurizio Balocchi per il rendiconto dell’esercizio 2008 e con l’allora tesoriere leghista Francesco Belsito per il 2009 e 2010, ingannando i presidenti di Camera e Senato nonchè i revisori pubblici delle due assemblee, i quali autorizzavano la liquidazione dei rimborsi sulla base di un rendiconto che li raggirava rispetto alla presenza di spese effettuate per finalità estranee agli interessi del partito o alla assenza di documenti che giustificassero spese asserite. 2,4
MILIONI DI APPROPRIAZIONE
Bossi, ma anche i suoi figli Renzo e Riccardo, l’ex vicepresidente della Camera Rosy Mauro e naturalmente l’ex tesoriere Belsito sono poi incriminati per l’ipotesi di reato (fino alla fine del 2011) di «appropriazione indebita», per scopi estranei agli interessi e alle finalità dell’associazione politica, di 3 milioni di euro del denaro depositato sui conti della Lega e proveniente appunto dal finanziamento pubblico.
L’aggravante del danno patrimoniale di rilevante entità è addebitata a Bossi senior (208.000 euro) e soprattutto a Belsito per 2 milioni e 400.000 euro.
LA FAMILY
Di Umberto Bossi finiscono nel mirino dei pm Robledo-Pellicano-Filippini 15 spese, tra le quali 1.583 euro di lavori edili nella casa di Gemonio, altri 13.500 e 20.000 euro in due assegni rubricati «casa Capo lavori», ancora 81.000 euro di lavori edili ma per la casa di Roma, 9.000 euro per il ricovero di un figlio, 160 euro per un regalo di nozze, 26.000 euro di capi d’abbigliamento, 2.200 euro di gioielli, 1.500 di cure dentistiche.
A Renzo Bossi sono contestati 145.000 euro in 20 spese, fra l’altro per 12 multe, due cartelle esattoriali, l’assicurazione dell’auto, e l’acquisto (77.000 euro) del titolo di laurea albanese presso l’Università Kristal di Tirana.
A Riccardo Bossi 157.000 in 48 pagamenti, fra l’altro per 23 multe, 5 riparazioni d’auto in carrozzeria, altrettanti leasing o noleggi di vetture, l’abbonamento a Sky, spese del veterinario, rate dell’Università dell’Insubria, canoni d’affitto di casa, spese di mantenimento della moglie e debiti personali.
Rosy Mauro avrebbe abusato dei soldi dei cittadini per 99.000 euro, la maggior parte dei quali (77.0000) per comprare una laurea in Albania a una persona a lei legata, Pierangelo Moscagiuro: in più per lei restano non giustificati un assegno da 16.000 euro e uno da 6.600 euro prelevati dal conto del partito.
IL TESORIERE
Belsito si vede contestare 2,4 milioni in 209 pagamenti per acquisti da Luois Vuitton, dal fiorista, in enoteca, in ristoranti e bar e rosticcerie, negozi di elettronica e serramenti e articoli sportivi, armerie, bonifiche antintercettazioni, fatture del telefono e della luce, multe e cartelle esattoriali, ma soprattutto moltissimi prelievi in contanti e spese sostenute per persone a lui vicine.
La Procura chiude anche il filone d’inchiesta sulle bizzarre operazioni estere, nemmeno tutte riuscite, di Belsito.
E gli contesta l’ipotesi di «appropriazione indebita» per 5,7 milioni di euro, dei quali 1,2 spediti il 28 dicembre 2011 da un conto genovese della Lega alla società Krispa Enterprices di Paolo Scala presso la Bank of Cyprus (850.000 euro restituiti nel febbraio 2012), e gli altri 4,5 bonificati due giorno dopo su un conto di Stefano Bonet alla Fbme Bank in Tanzania, che li respinse perchè difettava la documentazione allegata (la somma è poi rientrata nel febbraio 2012).
I due imprenditori Scala e Bonet sono indagati per ricettazione.
(da “il Corriere della Sera“)
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