TRUMP E’ IL SINTOMO, NON LA CURA: IL CAPITALISMO E’ ALLE CORDE
E UN PERSONAGGIO CHE SI PRESENTA ANTISISTEMA DIVENTA PERFETTAMENTE FUNZJONALE AL SISTEMA
Quando la malattia si palesa in tutta la sua potenza e la prognosi è chiara, il paziente si sottopone a una terapia, segue un protocollo e monitora di giorno in giorno il suo stato clinico con la speranza di tornare presto in salute.
La società occidentale è malata da tempo.
Ma la prognosi purtroppo ancora non è chiara, perchè il paziente si rifiuta di prendere atto della situazione.
Il capitalismo è alle corde. Il suo orizzonte asfittico ha i giorni contati.
Le ideologie e i populismi di novecentesca memoria rischiano di rientrare dalla finestra, dopo essere stati cacciati dalla porta. Ma non sono certo la soluzione.
Perchè anch’essi, figli della rivoluzione industriale, non sono minimamente capaci di reggere il peso della tecnica che incombe e che schiaccia.
Chi non è capace di guardare la tragedia negli occhi non sa che pesci pigliare.
La società si divide in blocchi. Da una parte l’èlite finanziaria, economica e politica (e poco importa il colore o la collocazione spaziale destra-sinistra), dall’altra il popolo che si sente oppresso e reagisce.
Ma come? È questo il punto. Non avendo chiaro il quadro, reagisce con la pancia dando sfogo agli istinti bestiali.
E se l’èlite opprime, chiunque le si opponga diventa immediatamente preferibile. E non perchè propone una reale alternativa: anzi, in genere il personaggio anti-sistema è perfettamente funzionale al sistema.
In quest’ottica, allora, Donald Trump non è la soluzione ma il sintomo di una malattia che dilaga in occidente, di cui la Clinton è uno dei virus. Dei molti virus inconsapevoli del loro ruolo. Del loro essere strumento della tecnica: la vera padrona del mondo.
E allora, di fronte a un quadro di questo tipo, con l’occidente incapace di guardarsi negli occhi, cos’altro potevamo aspettarci? Non bastava la Brexit a farci capire che la rotta presa ormai duecentocinquant’anni fa è sbagliata?
E così, il capitalismo finalmente collassa, l’èlite si chiude a riccio e un qualunque personaggio antisistema (pur vomitevole nei modi e nei contenuti) non poteva che avere la strada spianata.
L’America non fa altro che anticipare la dissoluzione delle istituzioni politiche e culturali di questo morto occidente. Il che va anche bene.
Questo occidente è giusto che scompaia. Il problema semmai è di non farlo rientrare dalla finestra coi populismi di novecentesca memoria.
Per evitare che nuovi Trump bussino alle nostre porte, dovremo inventarci qualcosa di nuovo. E con il dominio della tecnica che incombe, il compito non è certo agevole. Ma bisogna provarci lo stesso.
Tutto crolla, frana, implode… eppure all’orizzonte una luce, pur flebile, dovrà splendere ancora…
Alessandro Pertosa
(da “Huffingtonpost”)
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