TRUMP, MARCIA INDIETRO CHE GELA I SOSTENITORI
HA PRESO LE DISTANZE DA TUTTE LE PROMESSE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE E ORA I SUOI SOSTENITORI SONO FURIOSI
Marcia indietro tutta, anche su Parigi? Donald Trump sta infliggendo una doccia fredda ai suoi sostenitori, prendendo le distanze da varie promesse della campagna elettorale.
Già diversi siti e commentatori della destra radicale sono furiosi perchè ha detto di non voler continuare le indagini su Hillary Clinton.
Nei comizi le folle urlavano entusiaste “Lock her up” (mettetela in carcere), e perfino in un duello televisivo lui glielo disse in faccia, che avrebbe nominato uno “special prosecutor” per incriminarla. Scherzava.
Ma fin qui, la retromarcia è comprensibile, perfino prevedibile. Si possono dire cose durissime in campagna elettorale, poi quando uno ha vinto volta pagina, e sotterra l’ascia di guerra.
Tanto più che Hillary agli ultimi conteggi ha preso due milioni di voti in più di lui, accanirsi con inchieste giudiziarie contro di lei oltre che una brutta vendetta sarebbe un gesto che acutizzerebbe le divisioni di una nazione già lacerata.
Ma Parigi? Qui la questione è molto più delicata.
Non solo Trump ha più volte detto di considerare il cambiamento climatico “una bufala” (o addirittura “un’invenzione dei cinesi per danneggiare la competitività dell’industria americana”); non solo ha promesso più volte di stracciare quegli accordi; inoltre ha inserito quelle promesse in un più generale piano di riabilitazione delle energie fossili, petrolio e carbone.
Oltre ad essere perfettamente in linea con la tradizione repubblicana (i Bush padre e figlio erano espressione della lobby Big Oil), quelle promesse gli valsero voti cruciali, ad esempio tra i minatori delle montagne Appalachian.
Wall Street sale dalla sua elezione, anche perchè le multinazionali energetiche festeggiano. La Famiglia Koch, potentato petrolchimico di destra che aveva avuto una certa freddezza verso Trump, ora lo appoggia.
Insomma retrocedere sull’anti-ambientalismo non gli sarà facile.
Un’avvertenza ulteriore. La frase “possibilista” su Parigi, Trump l’ha pronunciata in queste ore nel corso di un incontro con la direzione e redazione del New York Times, quotidiano liberal che lo ha osteggiato e continua ad essere fortemente critico verso di lui. Trump – anche in questo fedele al suo modello Berlusconi? – ha una certa tendenza a plasmare la sua oratoria sui gusti di chi lo sta ascoltando.
Gli piace piacere. Adora accattivarsi l’audience che ha davanti.
Se domani sera lo intervistasse un giornalista alla O’Reilly o alla Hannity su Fox News, sarebbe capace di dire cose molto diverse da quelle che ha appena detto al New York Times.
(da “La Repubblica”)
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