TRUMP ORA RISCHIA L’IMPEACHMENT, L’EX CAPO FBI: “MI CHIESE DI FERMARE L’INCHIESTA SU FLYNN”
COMEY DOMANI TESTIMONIERA’ AL SENATO … PER TRUMP SI PROFILA L’ACCUSA DI INTRALCIO ALLA GIUSTIZIA
Donald Trump chiese di insabbiare il Russiagate e di “lasciare andare le indagini su Mike Flynn (ai tempi consigliere per la sicurezza nazionale del presidente americano, costretto poi alle dimissioni per aver mentito proprio sui suoi rapporti con la Russia, ndr). ‘È un bravo ragazzo’, mi ha detto”.
La rivelazione esplosiva, che potrebbe dare l’avvio all’impeachment, è dell’ex capo dell’Fbi, James Comey (licenziato dal capo della Casa Bianca il 9 maggio scorso), nella dichiarazione scritta in sette pagine con cui aprirà domani la sua audizione in Senato, davanti ai membri della Commissione intelligence che indaga sulla possibile interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali Usa dello scorso novembre e sulla possibile collusione tra la campagna Trump e funzionari russi.
Una testimonianza le cui anticipazioni sono state definite ‘inquietanti’ dal senatore repubblicano John McCaine e che arrivano a poche ore dall’annuncio fatto da Trump su Twitter del nome del sostituto di Comey alla guida dell’Fbi, Christopher A. Wray.
Il caso.
“Ho capito che il presidente mi stava chiedendo che l’Fbi ponesse fine ad ogni indagine su Flynn in merito alle false dichiarazioni (in realta rivelatesi vere, ndr) sulle sue conversazioni con l’ambasciatore russo (Serghei Kislyak, ndr) a dicembre” prosegue Comey nel testo.
Flynn venne poi rimosso da Trump proprio perchè aveva mentito al vicepresidente Mike Pence sui suoi contatti con l’ambasciatore Kislyak, del tutto illegali perchè a dicembre Flynn, benchè membro della squadra di transizione di Trump, non aveva assunto ancora alcun incarico governativo e il Logan Act vieta a tutti i privati cittadini americani di aver contati di qualsivoglia tipo con funzionari di stati stranieri”.
Massima lealtà .
Il tycoon, a quanto dice Comey, gli chiese lealtà durante una conversazione il 27 gennaio scorso: “Il presidente mi ha detto: ho bisogno di lealtà , mi aspetto lealtà “, racconta il dirigente dell’Fbi. “Non mossi le labbra, parlai, o cambiai la mia espressione durante il terribile silenzio che seguì. Ci siamo semplicemente guardati in silenzio”.
Le parole del capo della Casa Bianca non si fermarono alla richiesta di lealtà : Comey aggiunge anche che Trump gli chiese se intendeva restare alla direzione dell’Fbi. Comey sottolinea che trovava la richiesta strana in quanto “già in due precedenti conversazioni mi aveva detto che sperava io rimanessi e io gli avevo assicurato che intendevo rimanere”.
Incontri a quattrocchi.
Questo fu uno dei nove colloqui ‘face to face’ in quattro mesi, di cui tre in persona e sei al telefono, che Comey ebbe con Trump. Quanto alle indagini sulla Russia, il magnate gli avrebbe chiesto di “togliere la nube” che comprometteva la sua capacità di agire per il Paese.
Alla fine di marzo, il 30, Trump, nel corso di una telefonata, disse al capo dell’Fbi di non aver niente a che fare con la Russia. E, poco dopo, l’11 aprile, il presidente chiese al capo dell’Fbi di dichiarare pubblicamente che non era sotto inchiesta, dopo che lo stesso Comey aveva confermato che non stava portando avanti alcuna indagine sul suo conto. Il direttore, tuttavia, girò la richiesta di Trump al Dipartimento di giustizia, ma non ebbe alcuna risposta.
(da agenzie)
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